Finalmente quest’anno si va al LUPPOLO IN ROCK

Alla fine riesco ad andare al Luppolo in Rock. Sono anni che ne sento parlare benissimo, però, per un motivo o per l’altro, non sono mai potuto andarci. Anche quest’anno sembravo destinato a saltarlo, ma per una serie di allineamenti stellari andati nel verso giusto potrò finalmente vedere con i miei occhi il tanto favoleggiato spazio ombroso con panche e bancarelle che ti protegge dalla calura padana mentre aspetti tra un cambio palco e l’altro.

In realtà potrò esserci solo sabato e domenica, perché venerdì a presenziare sarà Alessandro Colombini, il nuovo stagista del partito-azienda Skunk Metal Spa, al quale, come primo bonus contrattuale, abbiamo magnanimamente concesso la possibilità di assistere al parterre de rois capitanato dai Pretty Maids e completato da Primal Fear (da lui recentemente recensiti, peraltro), Grave Digger (che, non so se lo sapete, hanno da poco fatto uscire un nuovo disco), Tygers of Pan Tang, Stranger Vision, Crimson Dawn e Classe99.

Io raggiungerò il suddetto stagista precariamente contrattualizzato nella giornata di sabato, sul cui cartellone campeggia il logo del motivo principale per cui ho deciso di affrontare la trasferta, ovvero i RUNNING WILD!, che ammetto di aver visto solo una volta, sotto l’acquazzone del Gods of Metal del 2002. La mattina di sabato carezzerò i miei figli piccoli e dirò loro che papà li ama, ma non può assolutamente perdersi i RUNNING WILD! che suonano al Luppolo in Rock. Un giorno capiranno.

Poi c’è il resto del cartellone, con i Firewind (che ammetto di aver perso di vista da un po’, recensioni carrozziane a parte) e i Crashdiet, gruppo svedese stradaiolo peraltro tra i preferiti di mia moglie. Ci sono poi due gruppi storici italiani (Tarchon Fist e Wyvern) e ancora The Headless Ghost, Love Machine, Nastyville e The Killerfreaks.

La domenica è la giornata più estrema: headliner i Cradle of Filth, che mi è capitato di incrociare un paio di volte negli ultimi anni al Wacken e ogni volta mi hanno saputo sorprendere. Poi i Candlemass e i Coroner, per i quali non credo ci sia bisogno di spendere troppe parole di presentazione, e gli Infected Rain, moldavi sotto Napalm Records, di cui non ho mai sentito una nota. Ma ci sono anche i Necrodeath nel bel mezzo del tour d’addio: chiunque li abbia visti nell’ultimo anno me ne ha parlato come di un gruppo in forma smagliante, e non avrei davvero voluto rischiare di perdermeli proprio adesso. Completano il tutto Embryo, In Autumn, Sexperience e The Burning Dogma.

Insomma, amici del vero metal, noi ci saremo. Per sapere com’è andata aspettate il report, altrimenti – ancora meglio – venite pure voi. (barg)

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