Si riformano pure i NEVERMORE

Un enigmatico e breve videoclip è comparso ieri, 27 dicembre, sulla pagina Facebook dell’ex chitarrista degli Arch Enemy, Jeff Loomis. Che avevamo ipotizzato potesse finire un po’ ovunque, tipo nei Megadeth, e alla fine a quanto pare se ne è tornato zitto zitto a casa propria.

Per circa un minuto si sono susseguite immagini schizofreniche degli artwork di Travis Smith delle varie copertine dei Nevermore, dopodiché ecco la scritta Resurrecting the Dream e due figure umane, riprese di spalle, in cammino verso una porta luminosa. Il che ci suggerisce che siano appena crepati, quei due.

In realtà quei due non sono che Jeff Loomis e Van Williams un attimo dopo aver annunciato la reunion dei Nevermore, grandi assenti degli anni Duemila in buona compagnia dei Sentenced e chissà quanti altri ancora.

E Jim Sheppard, direte voi? L’ex bassista di Nevermore e Sanctuary, che, appunto, rimise su per qualche annetto i Sanctuary proprio assieme al fido Warrel Dane, io non lo conto, altrimenti le figure umane che camminano in direzione della porta luminosa sarebbero tre. Inoltre Jim Sheppard era la squadra A insieme a Warrel Dane, mentre Loomis e Williams corrispondevano alla squadra B al momento dello scoppio della formazione, qualche tempo dopo la pubblicazione di The Obsidian Conspiracy.

Credo, in sostanza, che in questi giorni la squadra B stia cospargendo il giardino di Jim Sheppard di spicciolini di rame da cinque centesimi al fine unico di convincerlo, e che nella cassetta della posta sia apparso un bigliettino anonimo con cuoricini, riportante la scritta sei insostituibile per noi, il nostro Rex Brown!

Non so come andrà a finire, ma non trascuriamo ora il capitolo cantante. Warrel Dane dal vivo l’ho visto al famigerato Gods of Metal nell’inferno di calore e sudore del Palatucker, e poi anche ad un altro Gods of Metal in cui i Nevermore suonarono con dei volumi pietosi – praticamente parlavo a bassa voce con la persona accanto a me e ci capivamo perfettamente – il che non era necessariamente una brutta notizia, poiché quel mixaggio andava a mascherare con efficacia la sordida condizione canora del cantante di Seattle, deceduto poco più di sette anni fa per un infarto.

Diciamo le cose come stanno: Warrel Dane era la firma dei Nevermore col suo stile a metà fra il teatrale e il piagnucolone, e non l’avrei mai sostituito con un altro. Non dico ne nascerebbero i Witherfall due punto zero, ma non ne rinascerebbe alcun sogno, come dicono quei due. Il problema dei Nevermore era che Warrel Dane era sempre in condizioni tremende a causa dei propri problemi ed eccessi, e ciò creò insanabili fratture. Ridar modo a quei due, o anche tre, di godersi i Nevermore come una macchina da riff sana e pronta a incamminarsi in direzione di un nuovo album, seppur con tre lustri di ritardo, potrebbe essere stimolante. Anche perché, se ogni tanto esce qualche gruppo grosso, almeno non ci si addormenta. (Marco Belardi)

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