C’erano una volta i Limbonic Art

Si parlava a proposito del trentennale di The Principle of Evil Made Flesh di gruppi divisivi, ossia quelli che o adori alla follia o ti viene l’orticaria solo a sentirne un paio di note. Discorso che si può fare benissimo anche per i Limbonic Art, duo norvegese, scovato dalla Nocturnal Art di Samoth degli Emperor, che si fece riconoscere a metà anni ’90 per un black sinfonico del tutto particolare, soprattutto per la scelta nei primi due immensi lavori di non usare il basso (nel primo in realtà è segnalato, ma sfido chiunque a sentirlo). Qui a Metal Skunk non li ha mai sopportati nessuno, esclusi il sottoscitto e Griffar, e in effetti non si può non ammettere che la proposta di Demon e Morpheus almeno fino ad Ad Noctum fosse molto difficile da mandar giù, tra elementi industrialoidi e una marea di tastiere usate in tutti i modi che si sovrapponevano far loro, col risultato che spesso il formato canzone andava completamente a farsi fottere. Allo stesso tempo, però, avevano anche un’atmosfera sinistra e malefica come raramente si era sentita in un gruppo black metal fino ad allora.

limbonic_art_opus_daemoniacal

Da The Ultimate Death Whorship (dove un lieve cambiamento cominciava a farsi sentire) in poi alzo le mani: i dischi sotto Candelight non li ho mai ascoltati, finché un paio di giorni fa per puro caso mi sono imbattuto nel singolo di anticipazione del nuovo Opus Daemoniacal in uscita a giugno. Il pezzo si chiama Ad Astra et Abyssos, e il primo riff è IDENTICO a quello You Can Leave Your Hat On di Joe Cocker, che ricorderete tutti per il celebre spogliarello in 9 settimane e mezzo. Il resto sono otto minuti di scialbo black metal cui riesco a ricordarmi a malapena un riff e che non si capisce dove vada a parare, con un video ancora più ridicolo che mostra Demon prima seduto su una specie di trono di bastoni a lanciare invettive varie, per poi vagare per le montagne (ovviamente innevate) con un bastone tipo Arckanum. Morpheus fortunanatemente (che poi era la vera anima della band) ha deciso di levarsi dai coglioni una quindicina di anni fa, e il risultato è sotto gli occhi di tutti.

Non oso immaginare come sarà il disco, ma con questa premessa non muoio proprio dalla voglia di ascoltarlo. (Michele Romani)

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