I PESTILENCE e i primi danni dell’intelligenza artificiale nel metallo

Era un pezzo che non bazzicavo sul profilo ufficiale dei Pestilence, finché non mi avete fatto notare la loro copertina generata con l’intelligenza artificiale. Secondo una recente stima, non oltre il 2030 l’ottanta percento delle nuove immagini presenti sul web sarà generato alla stessa maniera: non più fotografie autentiche o, che ne so, robe fatte con la tavoletta grafica. Intelligenza artificiale sotto forma di sintografie. Poi magari si sbagliano.

L’album è Levels of Perception e comprenderà la ri-registrazione – che nessuno di noi ha mai chiesto – di classici già perfettamente funzionanti come Twisted Truth, Dehydrated e la più celebre di tutte, Out of the Body. La line-up non è stranamente riazzerata rispetto a Exitivm, segno che accadrà cinque minuti dopo la lettura di questa frase.

E’ da novembre che non scrivo niente riguardo ai Pestilence, da quella volta che Patrick Mameli intimò a Mark Zuckerberg di non cazzeggiare con il materiale contenuto sul suo profilo, perché altrimenti sarebbero stati guai. Ho uno zio a Scandicci che pubblica questo genere di post.

Oggi mi soffermerò sulla copertina di Levels of Perception, perché, negli ultimi giorni, il profilo dei Nostri è tornato a ribollire come una camera magmatica. Due giorni fa l’annuncio del Black Death Over Europe 2024, che farà tappa al Legend di Milano il 13 aprile prossimo in compagnia di Carnation e Bodyfarm. Ci andrei proprio per questi ultimi.

429478489_936294551197594_5634899412163716447_n

Ieri l’annuncio dell’uscita di Levels of Perception per mezzo di un comunicato firmato Agonia Records, la stessa dei Varathron. Fra le righe si deduce un certo entusiasmo di Mameli circa il processo di registrazione e post produzione.

Oggi Patrick Mameli sbrocca un’altra volta, l’ennesima.

Mette di fianco due copertine: una è quella di Levels of Perception, fatta al risparmio, perché ha dettato su un prompt di comandi quel che l’intelligenza artificiale doveva fare e lei l’ha fatto. Successivamente lei elabora alcuni modelli e, su quello che selezioni, antepone modifiche e ritocchi finali. Il risultato è chiaramente un porcaio incredibile.

L’altra copertina è quella di Consuming Impulse, centinaia di letali formiche rosse che ricoprono un volto urlante che trasmette Orrore, prima di accedere nel corpo attraverso la bocca. Sembra uno di quegli horror esotici degli anni Settanta. È opera del disegnatore anglosassone Squeal, deceduto un paio d’anni fa.

In proposito Patrick Mameli chiede sul profilo ufficiale dei Pestilence:

“Per favore spiegatemi in cosa la seconda copertina è migliore della prima. Siamo così legati al passato da non abbracciare la tecnologia? L’analogico è migliore del digitale? Scattare con una Polaroid è meglio che farlo con uno smartphone tecnologicamente avanzato? Si tratta ancora di musiche e liriche, ed ciò a essere reale!!!”

L’intelligenza artificiale adoperata in Levels of Perception è una porcata immonda come lo è stata l’idea di inciderlo. Abbiamo i Pestilence trasformati in quattro Peter Tagtgren totalmente dominati dalle macchine. La cosa buffa è che Patrick Mameli ci tratta come un branco di trogloditi retrogradi, e poi sviluppa un’immagine in cui l’uomo è sottomesso dalle macchine.

L’intelligenza artificiale cancellerà, se la stima cui ho accennato a inizio articolo si rivelerà attendibile, un’altra figura dalla stessa piazza a cui sono appartenuti Jan Kristian Wahlin, in arte Necrolord, e questo Squeal.

81LHaRsOZ3L._AC_SL1500_

Cancellerà dal mondo dell’heavy metal i grafici. Disegnatori, fumettisti e pittori, e appunto grafici, che hanno lavorato con la matita o con l’ausilio delle più avanzate tecnologie d’allora. Anche se molti fra questi l’avranno fatto gratis per il solo pregio d’apparire sulla copertina dei propri beniamini, almeno all’epoca in cui esistevano dei beniamini per cui non dormir la notte.

Fermo restando che con l’intelligenza artificiale si realizzano immagini all’atto pratico meravigliose, le stesse e inverosimili che troviamo ogni giorno su Instagram. L’altro giorno vidi un sentiero collinare che conduceva al K2, ai cui margini sommitali un’aquila e il Sole si erigevano a bilanciare simmetricamente la composizione in un ammaliante e contrastante bianco e nero: una porcata disumana che aveva già raccattato tre o quattro mila like e duecento commenti che andavano da Stunning a Awesome al più sincero Devi morire.

Un giorno non ci leveremo un dito dal culo nemmeno per pensare, e, di questo genere di cose, l’Arte ne risente in modo imbarazzante. L’Arte è lo specchio di noi che ci mettiamo in moto per sviluppare un’idea, e assume una forma sempre più debole man mano che ci mettiamo seduti a farla plasmare a un codice. Abbiamo già vissuto in prima persona il tracollo dell’industria cinematografica al passaggio dai pupazzi animatronici alla CGI a basso costo adoperata in produzioni di prima fascia.

Questa copertina l’ha fatta Patrick Mameli da solo, ci giurerei, smanettando al computer in un tribolato pomeriggio. Un giorno occorrerà dunque un nuovo genere di mestierante: grafici specializzati in sintografie composte mediante l’intelligenza artificiale, formati per trarre il massimo da codesta tecnologia. E tu, a quel punto, tu che hai scelto l’intelligenza artificiale per risparmiare sul costo di un capace disegnatore, non avrai risolto proprio un cazzo perché pagherai semplicemente un’altra tipologia di professionista attrezzato per sostituire la tua profonda incapacità nella tuttologìa, nel multi-tasking o chiamatelo come preferite. Il fallimento del capitalista fai da te.

MHR307.slives.pestilence 84afb6a56202452090efe8f484d145e5

Alcuni si accontenteranno di pubblicare dischi con la peggior copertina possibile, proprio come hanno fatto i Pestilence, perché ridurre i costi sarà l’unico imperativo moderno attribuibile a un’ Arte che è sempre meno Arte e che corrisponde sempre più alla sopravvivenza forzata di un qualcosa che un tempo lo era eccome. Patrick Mameli che chiede approvazione su Facebook, e spera che qualcuno davvero gli dica che quello schifo è migliore del disegno di copertina di Consuming Impulse, mi fa una pena inenarrabile. Vuoi che un tuo album abbia una copertina? O la paghi, o accetti che sia una merda, altrimenti LA FAI NERA e andrà ugualmente benissimo.

Adopero l’intelligenza artificiale. Mi permette di ridurre il rumore digitale nelle fotografie in cui in sostanza c’è un’eccessiva “grana” senza andare a intaccare significativamente il dettaglio. Senza l’intelligenza artificiale molti di quei file li cancellerei, sono sincero. Ci sono implementazioni dell’intelligenza artificiale nelle quali essa è efficacissima. Metterla in mano a un metallaro quasi sessantenne che gestisce il profilo ufficiale della band come fosse un chiosco che rivende arselle in darsena a Viareggio è un danno atroce all’immagine di una band che, appunto, mise al mondo Consuming Impulse.

Non so che accadrà da qui al 2030 ma difficilmente ne vedremo delle belle: non si mira più a ottenere l’eccellenza ma a spendere la minor somma possibile per piazzare, sul mercato, l’ennesimo prodotto nel minor tempo possibile. Un’inversione di mentalità la ritengo una cosa pressoché impossibile, e dopo aver discusso di midi e trigger dovremo sorbirci anche questo processo qui, in una proporzione realistica di un’immagine gradevole ogni dieci porcai immondi fatti con tutto fuorché con il cuore e il talento. Che pazienza tocca avere. (Marco Belardi)

14 commenti

  • D’accordissimo.
    E a chi dovesse dire: “Eh, ma siete dei boooooomeeeeer! La tecnologia avaaaanzaaaa! Non si deve essere ancorati al passaaatooooo!” rispondo: “Certo! Imbecille! Ma la tecnologia deve sempre essere al servizio degli individui e in ambiti della vita ben definiti. Non deve sostituire le persone e le idee altrimenti – dopo aver rincorso le elucubrazioni di una ragazzina stupida messa lì come un pupazzetto da qualche magnate del petrolio per far virare il suo business verso nuovi lidi non più sostenibili ma più redditizi ed aver sostituito le cannucce di plastica con quelle di carta che si sciolgono in bocca per salvare il pianeta de ‘stocazzo – ci ritroveremo in un mondo totalmente di plastica dove l’idea e l’iniziativa del singolo varrà meno della suddetta cannuccia con cui berrà la sua cocacola che – sempre per salvare il pianeta, non per bisness, figuriamoci! – costerà un decimo dell’acqua”

    "Mi piace"

  • Mah… Secondo me è un po’ esagerata come “condanna” per una band che, purtroppo, dubito abbia le possibilità che aveva un tempo. L’intelligenza artificiale è utile per supportare la propria idea. Se avessero scritto dei brani con l’AI, potrei capire la critica. Se un fotografo la usa per correggere delle sue foto che altrimenti verrebbero scartate, invece di pagare un professionista che usi Photoshop, allora loro possono tranquillamente usare l’AI per fare immagini che supportino ciò che propongono, ovvero musica.

    "Mi piace"

  • Scrivo per esperienza diretta: ho già perso un lavoro per colpa della AI. Troppo sbattimento allestire un set, trovare due stronzi da usare come figuranti, tanto ci pensa GrandeAgenziaCreativa a fare tutto con la AI. Il risultato? una porcheria galattica, piena di incongruenze nella luce e nelle ombre, che come protagonista della foto ha messo un clone di Chalamet e nella variante, un GionniDip di 30 anni. Quando faccio notare tutto ciò, mi sento dire che tanto sono finezze (!!) che vedo solo io e qualche altro nerd delle ottiche. Sinceramente, prima di sentirmi dare del BoomerDelCazzo, avevo delle aspettative maggiori… che anni di smartphone e di social oltre alla immane quantità di spazzatura, avessero non dico tanto, ma un minimo sparso a pioggia un po’di educazione visiva, un po’ di buon gusto… e invece niente, ma questo temo sia solo l’inizio.

    Piace a 1 persona

    • Spiace leggere della tua esperienza.
      Infatti, ‘l’articolo parla di una copertina ma, tra le righe, abbraccia un concetto più ampio in merito al possibile impatto dell’AI. E vedo che non sono l’unico ad aver tratto considerazioni a più ampio raggio

      Piace a 1 persona

      • Il bello è ancora indietro… i progressi sono rapidissimi. L’idea che mi sono fatto è che saranno a rischio tutte le professioni in cui la differenza la fanno gli anni di esperienza che uno acquisisce sul lavoro (già sottopagato) appena conclude il percorso di studi, che invece gli conferisce le competenze. Sul design / foto abbiamo già detto, ma secondo me pochi mestieri si salvano. prendiamo l’archeologo: la “gavetta” del neolaureato dura anni, studi, scavi, ore passate in biblioteca o sui reperti…e ora hai la AI che ti srotola virtualmente i papiri carbonizzati di Pompei. Ottimo per i baroni universitari, ma…come si formeranno i futuri archeologi? In tutte le professioni, a parità di studi, è l’esperienza che ti fa progredire, se ti tolgono anche questa magra possibilità, cosa rimane? La caduta di coglioni serale – poi smetto – è che apro Acrobat aggiornato e mi trovo la AI che mi fa il bignami del pdf… neanche leggere e fare riassunti con la propria testa….

        "Mi piace"

      • Tristezza

        "Mi piace"

      • I lavori creativi saranno i primi a sparire con la IA, altro che “spariranno i lavori faticosi e tutti a fare lavori creativi”. D’altronde i creativi sono pericolosi e pensano fuori dagli schemi, meglio avere schiavi che obbediscono e non pensano (e si abituino a vivere con poco).

        "Mi piace"

      • Esattamente Luigi.
        Ma occhio a dire queste cose che poi passi per complottista.
        È sempre così. Hanno 5 parole al loro arco.
        Complottista, fascista, razzista (antisemita, xenofobo), omofobo (sessista, maschilista) e negazionista.
        Se manifesti sdegno, sei fascista.
        Se ti poni 2 domande, sei complottista.
        Se non sei d’accordo col pensiero imposto, negazionista.
        Se non supporti il pupazzo di turno usato per fare guerre, razzista.
        E, se chi critichi, è donna o gay, sei sessista o omofobo.
        Poco importa se poi, sul lungo termine, i “complottisti” ci sono arrivati prima (non perchè “complottisti” ma perché dubitanti e pensanti): la gente si sarà già scordata tutto, impegnata a correre dietro alla Ferragni di turno o al nuovo scandalo del calcio mercato o qualche stronzata sanremese.
        E, intanto, da dietro eccolo che arriva: sempre più turgido, largo e lungo ma gradualmente, così ci si abitua e non fa o fa meno male

        Piace a 1 persona

      • Infatti stavo scherzando, ci mancherebbe

        "Mi piace"

  • Francesco parlatore

    Sei il migliore….sempre!!!di solito rido per non piangere,ma quando leggo i tuoi articoli,rido perché finalmente qualcuno mi fa ridere per non piangere!
    Totalmente d’accordo con te!Saluti
    Parla.

    "Mi piace"

  • Io penso che qualche purista rimarrà. Non ce li vedo i Gorgoroth a fare le copertine con l’IA. Così distingueremo i veri gruppi dai Poser. Quando nacque il metal esistevano meno di tre dozzine di gruppi davvero degni di essere ascoltati. Sul resto dei discorsi nei commenti circa come l’IA strappa l’anima dalle cose, sono totalmente d’accordo.

    "Mi piace"

  • Retrogradi trogloditi.

    "Mi piace"

  • Sono un designer/creativo di professione, vi posso assicurare che – a certi livelli – niente e nessuno può sostituire la professionalità “umana” e la capacità progettuale e la creatività, che non è assemblare una immagine più o meno fantasiosa con dei prompt. Quello lo può fare qualunque cliente della mia agenzia da solo, e infatti la differenza si vede subito. Perfino il cliente stesso :) Dopo la sbornia iniziale , l’AI verrà ricondotta a un puro strumento che ottimizza e accelera certi processi. Dont’ believe the hype!

    "Mi piace"

    • Spero tu abbia ragione, la mia modesta esperienza da artigiano digitale è che le agenzie di “creativi” in realtà sono le prime a mungere i clienti con le buzzword più in voga.

      "Mi piace"

Lascia un commento