Ozzy farà due concerti d’addio: secondo Sharon la sua voce è perfetta
Neanche quattro anni fa giravano alcune fotografie di Ozzy Osbourne appeso a un bastone, all’epoca chiunque auspicava un suo ritorno sul palco. Dopodiché la sua calata italiana, pandemia o no, fu rinviata sino alla data ultima del 12 maggio 2023, quella della rinuncia finale. Nel frattempo Ozzy ritornò in studio, incise Patient Number 9 e subì l’ennesimo intervento chirurgico alla schiena.
In sostanza nel 2003 il Madman era caduto da una quad bike e, per gli effetti dell’incidente, gli erano stati inseriti alcuni perni nel collo e nella schiena. La caduta domestica del 2019 ha mandato a puttane il tutto. Oltre a sommare un ulteriore infortunio al lungo inventario d’acciacchi, i suddetti perni sono stati riposizionati in corso d’intervento chirurgico. In una vertebra è stato inoltre individuato e rimosso un tumore.
Scrissi queste testuali parole all’epoca delle fotografie del 2020: non voglio più vedere Ozzy salire su un palco. Era un anziano affetto dal morbo di Parkinson che meritava riposo e nient’altro, punto; e tutti se ne stavano lì a chiacchierare di tour mondiali e di date saltate, rinviate e non ancora ripianificate.

Esce fuori Sharon e spara il primo botto concreto di questo 2024: Ozzy Osbourne, oramai un drone manovrato dalla moglie, sta pianificando non uno bensì due concerti d’addio al Villa Park di Birmingham.
“Non tornerà in tour, ma stiamo pianificando due date d’addio, e la location, in teoria, sarà lo stadio dell’Aston Villa. Sente di non aver salutato a dovere i propri fan. La sua voce è assolutamente perfetta. Tutto questo tempo di inattività è stato fruttuoso perché ha preso lezioni di canto, e così adesso la sua voce è perfetta”.
L’articolo potrebbe chiudersi qui per l’eccessiva concentrazione di cazzate in una singola frase, un livello di pericolosità tale a quel video dei The Berzerker in cui all’inizio appariva la scritta epilepsy warning.
Nell’intervista diffusa dal Mirror , Sharon Osbourne ci conferma di non porsi alcun limite, rivelandosi il nemico numero uno del concetto stesso di pensionamento oltre che la reincarnazione della OCP, la corporazione che in Robocop si pigliava le rimanenze dell’agente Murphy e, fruttando le morbose intuizioni del vicepresidente Morton, ne faceva un’arma letale. Sharon Osbourne riesce a finire male anche quando parte benino: ripercorriamo il tutto.
Non tornerà in tour ma salirà sul palco per salutare i suoi fan, poiché sente di non averlo fatto a sufficienza. Concetto perfettamente condivisibile anche se non è direttamente il Madman a esprimerlo: è un po’ come quando ti dicono “falla la gastroscopia è per il tuo bene, e poi non si sente mica niente”.

Ozzy ha passato una vita su quei palchi, non è questione di tempistiche, di minutaggio o record. È questione del genere di vita e d’intensità raggiunti, l’avrete capito da soli. Lemmy a momenti pretendeva di morirci e sempre a momenti ci riusciva. Perché mai Ozzy Osbourne dovrebbe congedarsi senza un ultimo saluto, purché realisticamente l’ultimo degli ultimi e non una sorta di rodaggio per sperimentare se ‘sto tour si può fare oppure no? Badate bene che, se Ozzy quei due concerti li dovesse reggere dignitosamente, il giorno seguente in testa alla Sharon non frullerebbe nient’altro che fissarne altri dieci. Per noi comuni mortali il tour d’addio dei Black Sabbath poteva di per sé risuonare come tale, data la portata sentimentale dell’operazione: una favola chiusa in modo bellissimo, e niente da eccepire. Le cose stanno invece così: innanzitutto si è puntualizzato che le date saranno due. Hanno già ipotizzato che una data farà sold out in meno d’un minuto, che con due massimizzeranno e che tre date il Madman non le reggerà affatto.
Il fiume di sproloquio poteva poi fermarsi lì. In fin dei conti, Sharon Osbourne che dichiara che suo marito non tornerà sul palco per un tour, date le condizioni in cui verte, ma si limiterà a un paio di concerti, dai, è una pur buona Sharon Osbourne in confronto a che c’ha abituati a sentire.
Ed è lì che rilancia: la sua voce è perfetta. Perché non tornare su un palco ora che la sua voce è perfetta? Per quanto la voce di Ozzy Osbourne, settantacinque anni appena compiuti, sia stata adorabile e imitata nei decenni, quando mai è stata perfetta? Con tutto il porcaio che prendeva? Perfetta? Negli ultimi anni d’attività era, per cause di forza maggiore, ulteriormente peggiorata: perché sputare codesta colossale puttanata delle lezioni di canto che hanno riportato il tutto alla miglior condizione espressa? Ve lo dico subito: perché Sharon ci ha investito in quelle lezioni di canto, e ora è tempo di rientrare nei costi. (Marco Belardi)

Ragazzi, me lo ricordo il concerto dei sabbath a Verona nel 2016. Durò meno di un’ora e mezza e gli ultimi brani Ozzy era completamente senza voce. Francamente, direi che è il caso di lasciarlo riposare.
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E’ dal ‘ 92 che ha cominciato a salutare, come si fa a dire che non ha salutato abbastanza :-)
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Al di là dell’opinione che ognuno di noi si è fatto, sento il dovere di fare questa considerazione e condividerla con più gente possible: se non fosse stato per Sharon, avremmo potuto dire addio al nostro Ozzy già nel 1978.
Sharon conosce Ozzy meglio di tutti noialtri e sa, più di tutti noialtri, che per tenerlo in vita e dargli un motivo per andare avanti e reagire, è quello di fargli fare musica. Tutto qua. Il resto sono solo chiacchiere: le nostre.
Se possiamo vivere il lusso di andare fuori di testa ascoltando i capolavori di Ozzy solista, da Blizzard of Ozz in poi, forse è LEI per prima che dobbiamo ringraziare. Noi crediamo di sapere, e a tutti noi scribacchini piace rappresentarla nella figura della moglie-manager avida e gretta. Quello che non vogliamo sforzarci di vedere o capire e che è lei che gli ha salvato la vita e che continua a farlo. Ozzy è stato e continua ad essere un disadattato, uno che non riesce a conformarsi al sistema, lo diceva anche cinquant’anni fa. E’ lui per primo a non poter pensare di ritirarsi in quanto la musica è tutta la sua vita ed è l’unica cosa in cui è veramente riuscito (peraltro fottutamente bene).
Non una vita di eccessi, ma fargli smettere di fare musica, questa è l’unica cosa che potrebbe davvero ucciderlo.
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