I migliori Dissection del 2023: OUTLAW – Reaching Beyond Assiah

Qui a Metal Skunk, oltre ad essere tutti grandi fan dei Dissection, abbiamo una speciale predilezione per i cloni dei Dissection. Intendiamoci, di cloni di Jon e soci ne saranno usciti a centinaia in tutti questi anni, e non sarebbe potuto essere altrimenti visto che il black death melodico se lo sono inventato loro; di conseguenza chi oggi suona black death melodico finirà prima o poi per essere associato alla band svedese. In questo calderone finiscono anche gli Outlaw da San Paolo del Brasile, che, dopo un paio di lavori non molto considerati, finalmente sono riusciti a fare il botto con questo Reaching Beyond Assiah, un disco che avevo all’inizio accolto un po’ freddamente ma che adesso gira costantemente nel mio stereo.

Ribadisco: se cercate l’originalità girate pure alla larga, perché il disco in questione suona praticamente come un tributo ai Dissection, a partire dalle voce, dalle linee melodiche, dal suono chitarra, dalle immancabili parti acustiche, da tutto. E quindi? E quindi come al solito ‘sti gran cazzi, perché il disco è stupendo e ci sono dei riff semplicemente da pelle d’oca.

La bravura degli Outlaw sta soprattutto nell’uso della chitarra ritmica, che mi ricorda parecchio quella di Morgan Hansson nei primi due Naglfar, elemento fondamentale alla base di quegli incroci chitarristici sensazionali che hanno fatto la fortuna del black svedese di metà anni ’90. I brani sono tutti notevolissimi, ma in particolare svettano To Burn This World and Dissolve The Flesh (il riff portante è un qualcosa di orgasmico) e la più atmosferica Everything That Becomes Nothing, nella quale fanno capolino anche delle sulfuree tastiere. Per tutti gli amanti di questo genere, Reaching Beyond Assiah è un acquisto assolutamente obbligato, e non fatevi ingannare dal primo pezzo che paradossalmente è quello meno riuscito. (Michele Romani)

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