Avere vent’anni: RAGE – Soundchaser
Del periodo con Victor Smolski alla chitarra, Soundchaser è di gran lunga il mio lavoro preferito. I due precedenti (Welcome to the Other Side e Unity) pure non mi dispiacevano, specialmente il primo visto che il secondo, pur avendo una produzione assai migliore, latitava di pezzi che avessero una qualche presa. Invece Soundchaser è stata la sintesi perfetta dei Rage di quel periodo: gran pezzi e una produzione degna, che finalmente dava il giusto risalto sia all’ottimo lavoro di Smolski alla chitarra che alla batteria di Mike Terrana, sempre a fuoco.
Diciamo che dal punto di vista delle mere potenzialità tecniche quella formazione è stata il punto più alto dei Rage, però la tecnica non è tutto, e anzi di troppa tecnica qualcuno c’è pure morto, tanto è che per quanto mi riguarda il pezzo meno riuscito del disco è Secrets in a Weird World, dove Smolski fa “guardate quanto sono bravo, so suonare anche le tastiere perché io oltre ad essere un virtuoso della chitarra sono un musicista classico, che vi credete? Meglio di Van Halen! Ammiratemi!”, un pezzo un po’ alla cazzo di cane in album che per il resto è compattissimo e praticamente inattaccabile, una sorta di strumentale come Unity però con la voce, sintomo di quello strabordare del russo che all’epoca Peavy riusciva ancora a contenere, ma che da lì a qualche anno ne avrebbe decretato l’allontanamento dal gruppo. E per fortuna, perché stava veramente mandando in vacca tutto, tra album sempre uguali, fatti di canzoni tutte simili e tutte o quasi immancabilmente a firma sua (tranne che per i testi).
Per il resto un lavoro fantastico in grado di non sfigurare rispetto a The Missing Link o Black in Mind, capolavori diversissimi fra di loro eppure con lo stesso pedigree. Se pensate che ancora oggi, a distanza di vent’anni e con quasi quarant’anni di carriera alle spalle, Peavy Wagner qualche zampata fatta bene ancora l’ammolla, non dovreste stupirvi manco troppo, con buona pace di Smoslki e Terrana, tecnica e tutto, rimasti seppelliti dalla storia. (Cesare Carrozzi)


Riflessione sulla tecnica che mi trova del tutto d’accordo.
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