Cryptic Brood // Sepulchral Curse // Neid // Kleptocrazia @Traffic, Roma – 08.10.2023

Essendomi perso la data con Altars e Fossilization (Traversa e il Masticatore sono rimasti molto soddisfatti), era imperativo non mancare al secondo appuntamento della stagione con le serate Death Over Rome, nuova meritevole realtà che sta portando nella capitale, e anche altrove, alcune delle realtà più oscure e interessanti dell’attuale underground death metal. Pur stremato da un giorno di festa di quartiere appresso ai pargoli, tra clown e acrobati, mi dirigo al Traffic e, per una volta, arrivo in tempo per tutti i gruppi di supporto.

Non avevo mai visto i KLEPTOCRAZIA. Stanno in giro da un paio d’anni e hanno finora a carico un Ep e uno split con i Kunta Kinte. Partono da quell’ibrido tra black e hardcore che ha avuto in Italia interpreti illustri come i The Secret e lo contaminano con chitarre noise e svarioni math, in brani dall’andamento schizofrenico con repentine esplosioni di isteria e momenti più storti e avvolgenti. Il volume della batteria è un po’ troppo alto è non riesco ad apprezzare appieno il notevole lavoro del bassista. Aspettiamo l’Lp.

klepto

Il bassista i NEID invece stasera non ce l’hanno, non so perché. C’è chi negli anni ’90 disse, mi pare i sardi Vomit Fall, che nel grind le quattro corde non servono. Però qualcosa manca, è inevitabile, soprattutto se si è, come il sottoscritto, estimatori dei viterbesi e li si è già visti almeno una decina di volte negli squat più remoti e nelle condizioni più disparate. Gli si vuole bene, insomma. Sono professionisti e il loro concerto lo fanno, quando ingranano cominciano i primi accenni di pogo e Renato sa tenere il palco e dialogare con il pubblico da solido attore.

sepulchral

I SEPULCHRAL CURSE sono stati devastanti. Li traina un batterista estroso che ti fa sobbalzare l’encefalo al ritmo della cassa. Le chitarre si scambiano bene i ruoli, nei momenti più feroci spianano tutto e si sente che sono finlandesi. Perché, pur suonando quell’ibrido tra death e black piuttosto tecnico e dalla scrittura incasinata che va ora, ci mettono quello spirito rock’n’roll decadente, a partire dal growl corposo ed espressivo, che solo in quella nazione riescono a infondere nel metal estremo.

Dei CRYPTIC BROOD riesco ad ascoltare solo i primi due o tre brani perché vivo dal lato opposto del raccordo e l’ultima metro devo prenderla. Si cambia atmosfera di colpo. Suoni più marci e cruenti, memori degli Autopsy. Mi spiace perdermi il resto dell’esibizione dei tedeschi. Magari li ribecco a qualche festival nella loro terra. (Ciccio Russo)

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