Almanacco Gotico Italiano #4: di oscurità cosmiche, missioni spaziali e delitti demoniaci

Bollettino di informazione sul lato più oscuro delle uscite indipendenti nazionali – Foto di gotico_italiano

Rubrica nata per parlare anche di musica che metal non è. Ma sono sicuro che non vi lamenterete se questa volta ci sono sul piatto tre gruppi di metal estremo. Sì, ci sono colleghi più titolati ad occuparsene, ma che volete farci se li ho incontrati io questi qui, mentre spulciavo come al solito nuove uscite nostrane. Sono sicurissimo comunque che non ve ne lamenterete con la Direzione. Uscite nuovissime non sono, ma tutte per lo meno del 2023. Partiamo con quella più nera.

Ovvero con Islands in Cosmic Darkness, esordio dei THYSIA, da Cavaso del Tomba, in provincia di Treviso. Dove è arrivato il palermitano Giorgio Trombino (ancora lui??) e dove si è unito a tre Nox Interitus (tra cui il batterista dei Messa) per un quartetto di black metal ortodosso. Che più ortodosso non si può, da ABC del black metal (Norvegia anni ’90, nomi noti). Nel concept c’è un volersi richiamare ai riti della Grecia antica. Musicalmente, non più di tanto alla Grecia moderna. I tre Nox Interitus che siano affiatati ci sta, stupisce (ma ormai manco più di tanto) che Trombino (qui nelle vesti di Nefasto) cambi genere come io cambio le magliette dei gruppi, e sempre li interpreti egregiamente. Egregio, Islands in Cosmic Darkness. Furente, nero, ipnotico.

Troppo solari non sono nemmeno gli INTO DARKNESS, di area milanese secondo le mie fonti, mentre Metal Archives li dà per comaschi. Nel loro caso, la musica è death metal, ferale, marcio, pure piuttosto classico (tipo alla Asphyx, per semplicità). Li guida Giulia “Doomed” Warrior, sia alla voce che alla chitarra, che con gli impronunciabili “etruschi” Thaclthi ha all’attivo un album su Avantgarde Records nel 2013. E sui quali mi riservo di ritornare perché sia musicalmente che concettualmente sono perfetti per l’idea di fondo di questa rubrica. Restando sugli Into Darkness, Cassini-Huygens è un Ep uscito quest’anno qui, con quelle coordinate che dicevo sopra (death metal marcio, sia veloce che lento) e incentrato sulla storia della missione spaziale omonima di cui non so nulla perché delle missioni spaziali non mi interesso, io. Magari Doomed Warrior sì e per studio/lavoro elabora complessissimi modelli matematici che permettono di calcolare la traiettoria con cui spedire una caccola di latta e circuiti su un pianeta a chissà quanti milioni di chilometri di distanza. Poi stacca, scende in metro ed entra in una saletta buia a suonare death marcissimo. Ottimo così. Comunque no, Cassini-Huygens non indulge troppo col suono sul tema spaziale, non è quel tipo di disco lì. Però è già ben riuscito così è a questo punto ci tocca aspettare un album intero. Sicuramente non deluderà.

Delicatissimi gia con la delicatissima copertina del nuovo album Demonic Assassinatiön (mi raccomando la umlaut) quegli HELLCRASH di Santa Margherita Ligure che già avevamo incontrato l’anno scorso. E che noi ci immaginiamo contesi, forse persino strattonati per accaparrarseli per l’intrattenimento musicale delle feste parrocchiali lungo la Riviera di Levante. Quarantaquattro minuti di speed thrash quasi sempre velocissimo, ma bello articolato per ritmiche e riff. Poi quando vanno drittissimi son dolori. Tipo in Serpent Skullfuck ed in Graveripper. Non facendosi sentire ormai da un bel pezzo i Baphomet’s Blood, è bello sapere che in giro di band del genere ce ne sono diverse. Da recuperare immediatamente, Demonic Assassinatiön. Conferma e rilancia quanto di marcio e depravato si era sentito già con l’esordio Krvcifix Invertör. Mi raccomando la umlaut. (Lorenzo Centini)

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