Anthems Of Rebellion è il lavoro peggiore tra tutti quelli che gli Arch Enemy hanno tirato fuori nel primo decennio degli anni Duemila con Angela Gossow alla voce. Ed è un peccato dover constatare come, a vent’anni di distanza, gli Arch Enemy odierni siano spompati persino peggio di come suonano qui sopra. Sapete, a differenza di quanto magari siete portati a pensare, chi ci ha preceduto non era necessariamente più scemo di noialtri sveglioni, e se esiste un detto che recita “se le cose non migliorano sono destinate a peggiorare”, che calza perfettamente a situazioni come quella di questi cinque svedesotti (attualmente svedesi/americo-canadesi), ci sarà ben un perché, o più d’uno eventualmente. Nel caso degli Arch Enemy i perché sono cominciati proprio con l’uscita di Johan Liiva e l’ingresso di Angela Gossow, triste accadimento che ha segnato inevitabilmente sia Wages of Sin, che aveva tutte le carte in regola per essere molto migliore se avesse avuto appunto Liiva dietro al microfono, sia tutta la successiva carriera del gruppo, fino ai giorni nostri.

Angela Gossow non solo aveva uno stile completamente differente da Liiva ma cantava di suo molto molto male; peraltro, non avendo nemmeno una tecnica vocale propriamente detta, col tempo ha avuto un sacco di problemi alle corde vocali, evidentemente messe sotto stress senza un’efficace preparazione a monte che avrebbe limitato di molto i danni di concerti su concerti. Ma oltre a quello, cioè a cantare come un cazzo di cacatoio otturato e farsi pure male, un altro problema era che la Gossow non era Liiva nemmeno per quanto riguarda l’apporto alla composizione, attività vitale per qualsiasi gruppo e che risentiva moltissimo sia dei testi anarcoidi/infantili che tirava fuori la crucca Angela sia dell’alchimia all’interno del gruppo, che si era persa per strada. Insomma, quella che ai fratelli Amott era sembrata lì per lì una splendida idea, cioè prendere un gradevole biondina a cantare death metal melodico, si è rivelata essere una tale boomerang di merda che alla fine ha pure portato, anni dopo, alla definitiva dipartita di Chris Amott dal gruppo dopo vari tentennamenti. Per carità, da un punto di vista squisitamente commerciale gli Arch Enemy hanno venduto molte più copie con la Gossow che non con tutti i dischi con Liiva messi assieme, ma vorrei pure chiedervi chi tra di voi cambierebbe questo Anthems of Rebellion (o qualsiasi altro lavoro uscito dopo), con Burning Bridges, o Black Earth o anche Stigmata. Guardate, per me l’unico pezzo vagamente decente su Anthems of Rebellion è Dead Eyes See No Future: tutto il resto può tranquillamente essere dimenticato davvero come non fosse mai esistito. (Cesare Carrozzi)