TURBONEGRO – Sexual Harassment (Universal Music/Volcom)

Ci sono veramente poche cose che ti aiutano a superare l’estate anno dopo anno. Vivere ora qua ora là in giro per lo stivale non cambia tanto le cose se un po’ ovunque si replica lo stesso tremendo caldo metropolitano e tu non puoi neanche sognarti di bagnare i piedi nell’Adriatico. Resti in posti assurdi, desolati e scorticati dalla più implacabile afa in attesa che una volatile pioggia raffreddi un po’ i cumenda. Se ti va bene, sfondi quei piccoli innaffiatori col timer che il comune ha pensato bene di installare nei giardinetti ed avviare a notte fonda. Scavalchi, punti verso di te e ti bagni. Ed è come tornare a quando tutti si aveva quindici o sedici anni, le cose erano più semplici e la musica non era come oggi un balsamo per l’anima ma una più autentica formula magica per attivare le tue giornate senza scuola, senza compiti, senza impegni.

Crescevo sempre più e sempre più aumentava il bisogno di catalizzare attraverso la musica il bisogno di svago totalizzante. E un giorno, come un fulmine a ciel sereno, piombò nel mio stereo Ass Cobra. Mai sentita una cosa del genere. Deathpunk lo chiamavano loro, e ancora oggi si ostinano a chiamarlo così. Novità assoluta nella mia mente, eppure un sound così classico che se fossi stato un filino più interessato al jazz e a cose del genere avrei chiuso definitivamente la mia esperienza esistenziale con i TRBNGR con un’alzata di spalle ed un sorriso pietistico. Anche qua, ripetiamolo fino allo sfinimento, la gente non sa che si perde.

Sappiamo tutti com’è andata a finire. Uno split, una disintossicazione, una reunion, una nuova disintossicazione, malattia. Manco i Van Halen hanno seguito così alla lettera il manuale della rockstar.
Non siamo qui per tessere lodi del migliore periodo turbonegriano o rileggere con piglio disfattista la storia della band. Le formulette lasciamole pure a quelli con l’hard disk che schioppa di mp3 e in questa sede limitiamoci a dire che delle vecchie etichette da scenester ormai resta poco. Mi piacerebbe veramente tanto continuare ad osare paragoni con gli Hellacopters per continuità geografica, con i New Bomb Turks per questioni di maggiore coerenza del sound o con MC5, Stooges, T.Rex, New York Dolls d’ordinanza ma mai come in questo disco certe conferme sono fin troppo conferme, se capite quello che voglio dire.

Del periodo successivo alla reunion il nuovo disco ricorda l’eco più glam, con una predilezione spiccata per il riffing un tantino fanfarone e certe procedure forse un po’ troppo abusate. Il piglio pessimista ed autodistruttivo indotto dal buon vecchio Hank sembra essersi stemperato in una ironia di fondo che fa troppo beoni al bancone del bar. E’ chiaro che il cambio di cantante ha implicato anche l’assunzione di un nuovo immaginario. Il nuovo Tony Sylvester ha però una voce troppo diversa da quella di Hank, molto più roca, per dirla in parole povere. E anche dannatamente più versatile. Un corpo vocale più grosso, più aspro ed alcolico unito ad una carica espressiva più vicina a certa tamarraggine à la Ac/Dc che al più androgino Hank. Non ho alcun dubbio che il nuovo Duca dei turbo possa peraltro ridefinire quell’immaginario gay friendly fatto di bear, panze enormi, barbe che, per carità, erano anche il punto forte del buon vecchio Hank.

E così siamo al disco dell’assestamento ma non del cambiamento, figuriamoci. Troppo pigri o semplicemente demotivati ad un reale passaggio a sonorità più ardite, la band si gode tutte le strizzate d’occhio che le si possono rivolgere come se per noi fan e meno fan fosse la stessa cosa. Non lo è anche se il disco è godibilissimo. Voglio che Euroboy torni a dare un senso a quei riff di chitarra rubati direttamente a Greg Ginn dei Black Flag, voglio che Happy Tom si ricordi degli adesivi degli SSD che un tempo aveva sul basso.

Tanto per fare un esempio: l’opener I Got a Knife mette subito in chiaro che il disco non avrà fronzoli di troppo, sin dall’inizio è evidente che l’andamento della band sarà asciutto e compatto, con canzoni spiccatamente punk guidate dalla chitarra di Euroboy ma senza concedere troppo alle svisate che lo hanno reso celebre. Estremamente coinvolgente ma anche un po’ nei territori del già sentito.
Shake Your Shit Machine ci riporta alla leggerezza radiofonica di Scandinavian Leather e Party Animals, lo stesso dicasi per pezzi diretti e divertentissimi come TNA (The Nihilistic Army – l’inno dell’estate 2012) e i successivi Mister Sister e You Give Me Worms, già singolo apripista del disco, accompagnato da un video girato in Italia (!!!).

Con Buried Alive e Dude Without a Face si torna al cupo deathpunk di sempre. Ed è tutto un rincorrere le vecchie sensazioni ora hardcore ora stoogesiane con le quali la band è cresciuta.

Chissà che tutto questo non vi basti.

Finiamola così: l’altra sera un mio amico mi ha raccontato che a causa della gran calura notturna della città che lo ospitava, un bel bagno era l’unica. Ha scavalcato alti muri, oltrepassato recinzioni e si è goduto una nuotata in una piscina illuminata dalla luna. Ecco la migliore recensione.
Passate una buona estate coi Turbonegro.

Ciao.

16 commenti

  • Il singolo va a finire direttamente sulla mia compilation esitva, ‘Dirty Black Summer Vol.2’

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    • a ‘sto punto spara la tracklist

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      • Tonio Bragaglia

        Ah, la mia è ancora in fieri ma direi che per l’estate 2012 abbiamo sicuramente (in ordine sparso): You Give Me Worms (appunto), Wires (Red Fang – è dell’anno scorso ma spacca ancora), Protogone (Disquieted By), SS Napoli Football Players (Laghetto – vecchissima), Her Little Accident (16), Age of Darkness (Bhopal – due anni fa), Chiuso per Fiere (Chambers), Fertile Green (High On Fire), Less Bibles, More Doubts (Ouzo – l’inno di tutte le estati), Incuria in curia (Semenzara). Per una lista più TRVE aspettiamo qualche giorno ancora.

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      • Spettacolare eh, te la copio questa. Sparo la mia, a parte la prima poi ho messo solo roba del 2012, ma soprattutto solo roba “fatta”. Devo ancora fare quella per le grigliate estive e le ubriacate collettive, si accettano suggerimenti.
        1) Dirty Black Summer – Danzig
        2) Legalise Drugs & Murder – Electric Wizard
        3) Take My Bones Away – Baroness
        4) Behind The Line – Black Rainbows
        5) Red Tide Rising – Orange Goblin
        6) Mindomine – Ufomammut
        7) Wicked Witch – Odyssey
        8) Calcutta’s Sewers – The Whirlings
        9) De Vermis Mysteriis – High On Fire
        10) Jump Into The Well – Dead Branches
        11) Going Home – Trippy Wicked & The Cosmic Children Of The Knight
        12) The Giant – Ahab

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  • voglio fare anche io la mia compilazio estiva, mo ci penso

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  • per le grigliate e le mega bevute la grande riscoperta per il sottoscritto sono stati i Running Wild che , mea culpa, mi ero sempre filato poco e invece cazzo, la birra con “Black Hand Inn” scende a velocità impreviste.
    per il resto però anch’io non ho scalette molto true al momento, ma direi che sto sentendo quasi solo robbaccia vecchia, tra riscoperte e grandiose riconferme. In ordine sparso:

    Killing Joke-Night Time
    Carcass-Swansong
    The Cure-Pornoghraphy
    Depeche mode a manetta
    Gli ultimi dei Cannibal-che mi ero un pò lasciato per strada preso da altro ma cristo che mazzate sulle gengive
    Manowar-L’ultimo
    Disrupt-Unrest
    Misery Index-mi sono un pò scassato e ricominciato a sentire in loop solo Retaliate, devastante
    Napalm Death-periodo anni 90 (Inside the torn apart-Words from the exit wound…)
    Forgotten Tomb-Vol.5
    Eyehategod a cannone, come al solito
    The Blood of Heroes-S/T-comincio a pensare che se mi chiedono il meglio disco degli ultimi anni sparo questo, grazie infinite come al solito a Matteo Cortesi
    Godflesh a cannone, anche se non potrò andare al concerto, o forse proprio per quello
    Turbonegro-Never is Forever(il mio preferito dei norvegesi, impossibile non dedicarci un paio di mesi all’anno)
    Goatsnake-Flower of disease
    Gli Anathema-L’ultimo e quello con l’orchestra che sono entrambi da lacrime
    Gli ultimi due Esoteric-bellissimi
    Immortal-At the heart of winter-per i giorni di caldo

    basta va, mi sono accorto che ero partito in quinta e soprattutto ho scritto solo di dischi ma le scalette con i sigoli pezzi mi sono sempre venute un pò male…Nunzio sono a corto di crust, che faccio?

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  • Ma oh chi sono ‘sti The Blood of Heroes? Comunque ottimi ascolti, ma come cazzo fai a sentirti ‘Pornoghraphy’ a Luglio? Ti stimo.

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