L’omaggio di Steve Sylvester ad Alice Cooper: DEATH SS – The Entity
Il miglior disco del gruppo dai tempi di Resurrection segna una riuscita virata hard rock. Ma i suoni non convincono e mancano pezzi davvero memorabili.
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Il miglior disco del gruppo dai tempi di Resurrection segna una riuscita virata hard rock. Ma i suoni non convincono e mancano pezzi davvero memorabili.
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Una marea di gente alla prima data fiorentina del gruppo da tanti anni a questa parte. Doppia formazione per una doppia scaletta: prima i grandi classici, poi In Death of Steve Sylvester con i membri dell’epoca.
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La storica band italiana torna con un disco ben fatto ma con poche sorprese: melodico, orecchiabile, barocco e dalle atmosfere spesso più wave che metal.
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Panic è l’unico vero spartiacque della carriera dei Death SS, e non mi riferisco alla sua essenza innovativa, all’irruzione dell’elettronica o al rapido accantonamento di quello stile oscuro e pesante che aveva caratterizzato un po’ tutto Do What Thou Wilt. Si tratta dell’ultimo loro album pensato in grande da un artista che vedeva la sua creatura sulla cresta dell’onda. Qualunque cosa
Continua a leggereCirca tre anni fa ho incontrato Steve Sylvester in un supermercato, e ricordo di averci fatto una breve ma piacevole chiacchierata che andava a parare più dalle parti del cinema horror che della musica che egli suona. Le cause furono due: avevo da poco visto il goduriosissimo Eaters con Alex Lucchesi, e mi ero completamente perso per strada Resurrection. Sebbene
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