Avere vent’anni: AUDIOSLAVE – Out of Exile
Come quando incontri un vecchio amico che ha cambiato compagnie, ma la cosa sembra farlo stare bene. Criticarlo sarebbe da infami, specie se i risultati sono dischi come questo.
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Come quando incontri un vecchio amico che ha cambiato compagnie, ma la cosa sembra farlo stare bene. Criticarlo sarebbe da infami, specie se i risultati sono dischi come questo.
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Doverosa celebrazione di un disco infinito, che ha cambiato la vita a molti di noi. Un album splendido che però non splende. Anzi, assorbe la luce. Una voragine senza speranza dove c’è morte ovunque.
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Due band a contendersi il titolo di Black Sabbath d’Italia. Un rapporto irrisolto col non potersi non dire cattolici. L’impossibilità di non essere politici. Si invoca il sole. O la pioggia. In qualche modo c’entra persino Zucchero.
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Sulla carta sembrava tutto fantastico. Il risultato fu deludente. I forti limiti tecnici ed espressivi rivelati da Morello fuori dai RATM furono il problema principale. Ma non l’unico.
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Quattro chiacchiere con l’autore de In Catene, la monografia di Layne Staley.
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