Avere vent’anni: DEFTONES – B-Sides & Rarities
Una raccolta che non è un semplice accessorio per collezionisti ma, come qualche rara volta accade, un pezzo realmente essenziale della discografia del gruppo.
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Una raccolta che non è un semplice accessorio per collezionisti ma, come qualche rara volta accade, un pezzo realmente essenziale della discografia del gruppo.
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Un disco sfaccettato e ricco, che colpisce al cuore fin dai primi ascolti e continua a crescere nel tempo. La band di Sacramento si conferma capace di cambiare pelle senza mai tradire se stessa.
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In genere l’album che segue un classico conclamato è quasi sempre destinato a deludere. Vale anche per l’omonimo dei Deftones, diseguale, poco coeso ma dotato di una fascinosa vena notturna.
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Un’ulteriore e oramai ultronea conferma di un concetto che andrebbe scolpito nella pietra: i Deftones spaccano SEMPRE il culo.
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Sospeso tra frammenti, immagini e associazioni mentali libere, White Pony riesce a significare tutto senza dire realmente nulla in maniera esplicita. La sua essenza è sfuggente e il suo senso invisibile. È un’allusione a qualcosa che vuole rimanere nascosto, un suggerimento da cogliere, un sottinteso che deve essere interpretato. Una riflessione esplicita sui suoi meccanismi e significati rischia di avere
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