I DANGER DANGER sono la colonna sonora del momento perfetto
Ci ho impiegato anni e anni, per trovare il gruppo perfetto. Potrei dire decenni in effetti, dato che da quando ascolto musica sono passati decisamente almeno venti anni. Dal momento in cui la musica è entrata nella mia vita ho avuto in mente una cosa precisa, che mai avevo trovato, non così precisa, in nessun gruppo. Non so davvero come sia nata, potrebbe essere uno di quei ricordi rimossi dall’infanzia, chi lo sa. Non so neanche come descriverla a parole, perché in realtà è una sensazione. Un’emozione reale, vivida, e le emozioni facciamo fatica a raccontarle. Quindi fatemi parlare e alla fine mi direte se anche voi riuscite a sentirla o siete già diventate persone aride con un cuore defunto. Ti do del tu, seguimi.
La vita è bella. Anzi, ti dirò di più: la vita è meravigliosa. Si, hai vent’anni, nessuna preoccupazione, passi le tue notti estive a danzare per la città con la tua auto e i finestrini abbassati, la musica alta, gli amici di sempre che dormono nei sedili posteriori, la tua fidanzata a fianco che ti guarda e sorride, così bella che non ci credi. L’aria è fresca, il vento ti accarezza i capelli, le luci della città illuminano la strada, c’è un’aria calma, rilassata.
Il mondo dorme ma tu no, tu sei vivo come non mai. Ti sembra davvero che possa durare per sempre. Il futuro è lì, davanti a te. Niente ti può fermare, sei forte, determinato, tutto è al suo posto. Non te ne rendi ancora conto, ma quell’esatto momento sarà uno dei tuoi ricordi più felici per tanto tempo a venire.
Ora, pensa se togliessi la musica da quel momento, probabilmente te ne dimenticheresti il mattino dopo. E che musica può rappresentare esattamente una emozione così pura? Sicuramente non gli Slayer. Bon Jovi? mmh no. Gotthard?
Hard rock. Motley Crue? Forse no. Anni ’80. Qualche ballatona stracciamutande? Poison? Cinderella? Whitesnake?
Andiamo di AOR. Journey? Toto? Non ci siamo. Non vogliamo andare sul pop, no? Serve il giusto equilibrio.
Parliamo di un’emozione, una sensazione molto più alta e fine del mero e banale amore. Serve la giusta dose di hard rock e AOR, riff morbidi ma energici, qualche assolo si, ma senza sbrodolare, un basso presente ma discreto, tappeto di tastiere non invadente, delle melodie belle ariose. Una voce calda ma dal registro alto, delicata, con dei testi semplici ma sinceri, che parlino di amore, ma anche di forza, di sesso, di giovinezza, di felicità. Dal vivo, soprattutto.
Anni e anni, prima di capitare per caso nella band che per me esprime esattamente questo. Nell’album che incarna perfettamente quella sensazione da “va tutto bene”. Questa band vibra alle stesse frequenze a cui vibra il mio corpo, forse. Se li avessi davanti li abbraccerei e piangerei che nemmeno davanti a Steve Harris. Colonna sonora di tutti i momenti belli della mia vita da quando li conosco. I Danger Danger, signori. Anche chiamati dai miei amici “le frociate”. Ma loro cosa ne vogliono sapere di cosa ho dentro io quando li ascolto. Sono un sentimentale, che ci vuoi fare. Qui c’è tutto quello che serve per descrivere quel singolo, perfetto momento in cui hai sentito che tutto era esattamente al posto giusto. Quel singolo istante di felicità.
Ti ricordi ancora com’è?
A volte basta davvero poco, sai? Anche soltanto darti la possibilità di esserlo. Anche se è inverno e fuori piove, anche se quella ragazzina dei vent’anni se l’è portata via una notte di nebbia, anche se quegli amici che sembravano fratelli alla fine ti hanno tradito o sono finiti male. Anche se non hai più vent’anni e la vita ha iniziato a colpire i tuoi sogni, e non ti senti più forte e determinato come prima. Anche se tutto sembra più grigio e storto, mentre torni a casa da lavoro, fermo in tangenziale. Se ti dai solo la possibilità di alzare il volume, abbassare il finestrino, mettere su i Danger Danger, chiudere un momento gli occhi e provare di nuovo qualcosa, può essere di nuovo maggio.
Può essere di nuovo quella notte di Maggio, al ritorno da quel concerto, con le luci della città che illuminano la strada, la musica alta, i finestrini abbassati, l’aria fresca che ti accarezza i capelli, le persone a cui vuoi bene al tuo fianco, quella ragazzina che ti sembra perfetta, il rumore calmo della notte in una città che dorme, ma tu no. Tu sei ancora lì, vivo, almeno finché gira la musica giusta.
Ma cosa ne vogliono sapere gli altri, dai. (Alessandro Colombini)


Bello come racconto. Bello anche che qualcuno se la sia vissuta bene. Io ero incazzato con il mondo e la vita la vivevo come una lotta perpetua. Gli Slayer andavano benissimo, e anche l’ HC italiano. Ovviamente di ragazze nemmeno a parlarne. :-D
"Mi piace""Mi piace"
Ma infatti… Io speravo nell’ekpyrosis: il black metal andava bene.
"Mi piace""Mi piace"
Stupendo scritto. Ti abbraccio.
"Mi piace""Mi piace"