Un bacio dove non batte il sole: ANGEL OF DAMNATION – Ethereal Blasphemy

Stando appresso a tante uscite, si finisce spesso col non dare l’occasione di ascolti ripetuti a molti album che finiscono “scartati” dopo pochi minuti. Per fortuna, dopo una diffidenza iniziale, ho sentito che avrei dovuto ritornare su Ethereal Blasphemy degli Angel of Damnation. Ovvero uno dei due gruppi doom (l’altro sono i Dawn of Winter che aspettiamo da un po’) di Gerrit P. Mutz dei Sacred Steel, per i quali il Barg, mica pizza e fichi, ha da poco testimoniato il suo amore incondizionato. Mutz non è l’unico, negli Angel of Damnation, a tenere i piedi in più scarpe. Il bassista è condiviso coi Cross Vault che a noi erano già garbati, il batterista (dall’anno scorso) è quel Neudi di Manilla Road / Sentry / Ironsword. Il solo altro membro originale, oltre a Mutz, è il chitarrista Avenger, uno di quelli che il curriculum su Metal Archives ce l’ha folto assai, con dozzine di band, molte attive tuttora, tutte parecchio “sotterranee” e di stili diversi, dall’heavy all’estremo. Quello degli Angel of Damnation (e particolarmente con quest’ultimo disco) è per certi versi un doom primordiale e drammatico. Primordiale perché si piazza un po’ in mezzo tra le scene svedese e americana degli ’80. Non solo: anche la lezione della NWOBHM più doomeggiante ed evocativa (Witchfinder General, Pagan Altar) non è dimenticata. Doom asciutto, suoni da presa diretta o quasi, da registrazione povera di una volta.

Primordiale e drammatico, dicevo. Il dramma è garantito dal tono di Mutz, qui sopra le righe, un po’ alla Scott Reagers, se mi permettete. Non solo la voce, però. È tutta la costruzione dei brani, degli arrangiamenti, dei toni, che soffia su braci malsane per soffocare con atmosfera mesta e maledetta l’incedere dei brani, per lo meno quando non si viaggia a velocità heavy più sostenuta (Warning From the Sky). Atmosfera pesante, come le maledizioni ed i pregiudizi radicati nei secoli e nella polvere, come il destino immutabile di miseria, come una condanna. Disco buio, e ci mancherebbe altro. Disco che si muove quasi con circospezione, come a voler tramandare una vecchia tradizione occulta. Quella del Metallo all’antica, o quella di una magia che può costare cara. Facile trovarsi calati in un’atmosfera di necromanzia e occulto, magari anche con qualche bel falsetto à la King Diamond (Hungry Hordes of Hades), cosa quasi di tendenza, ormai. E meno male. Il meglio, comunque, Ethereal Blasphemy lo lascia per ultimo, coi dieci minuti di Anal Worship of the Goatlord. A proposito di atmosfere e tematiche stregonesche. Facile ritrovarsi con l’incenso acceso a cantare disperatamente assieme a Mutz proprio quel titolo lì. Il disco ve lo raccomando, se amate il doom verace e certo non addomesticato e pulitino come quello che ormai gli svedesi sembra si siano specializzati a produrre. Chicca ulteriore, recuperate dato che ci siete anche lo split con gli stessi Cross Vault, un brano a testa, due cover di classici black metal (Mother North per i Cross Vault e Quintessence per gli Angel of Damnation). A conferma che gli stili nel Metallo (specie in quello sotterraneo) si toccano eccome. Soprattutto dove non arriva la luce del giorno. (Lorenzo Centini)

3 commenti

  • Avatar di Squalo

    Ciao Lorenzo e grazie mille per il consiglio datomi nella discussione sui Fer de Lance.

    Non conoscevo gli Angel of Damnation.

    Al primo ascolto sono rimasto basito nell’ascoltare la voce. Mutz!?

    Inaspettato e spettacolare.

    Voce atipica alla quale mi sono prima abituato, poi affezionato e infine abbandonato ascoltando Blood of Legends dei Battleroar.

    Sinceramente non amo i Sacred Steel e penso che Mutz sia più appropriato per gli Angel of Damnation e i Battleroar dove le sonorità grevi e drammatiche si sposano perfettamente con la sua voce ieratica.

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  • Avatar di ignis

    Tutti pronti per l’osculum infame.

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  • Avatar di ignis

    Tra l’altro, apprendo ora che la band francese “Osculum Infame” (di cui possiedo solo la demo del 1994, poi persi di vista) suonerà a novembre a Milano.

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