Cordoni, spaghetti & caproni: la rassegna stocastica dei bassisti metal italiani #3 – Dario Lastrucci

Dopo aver presentato un illustre bassista e un altro che sarà una promessa per il futuro, proseguiamo e perseguitiamo con la conoscenza degli artisti italiani che tengono alta la bandiera dello strumento più importante dell’universo: oggi torniamo a parlare di professionisti del basso, presentandovi Dario Lastrucci. Nato nel 1986 a Scandicci (FI), ha iniziato da bambino studiando musica classica, dedicandosi al violino e al pianoforte, poi qualcosa gli si deve essere acceso dentro, perché è arrivato a includere il basso elettrico nelle sue competenze, con il quale si è fatto conoscere in ambito metal, per poi arrivare ad abbracciare un po’ tutti i generi. Successivamente ha studiato anche il contrabbasso, poi sappiamo che si cimenta anche con chitarra, batteria e voce. Dario Lastrucci, quindi, va visto più come un musicista che si è specializzato nel basso e ha proseguito la propria carriera consolidandosi non solo come interprete, ma anche come compositore, arrangiatore e insegnante. È arrivato all’importante traguardo di essere coautore del metodo didattico Modern Metal Method in tre volumi, pubblicato da Crehathor, sia nella versione per basso che per chitarra. Venendo a quello che ci interessa maggiormente, ovvero le sue esibizioni nel mondo del metal, lo abbiamo sentito anni fa negli Exence, gruppo thrash – death moderno; era giovane, ma si sentiva già molto bene la sua grande solidità come bassista e si potevano sentire i suoi ottimi interventi solisti.

L’ultimo disco degli Exence è Tabula Rasa e risale al 2013. Successivamente ha partecipato ai Suicidal Causticity, che hanno pubblicato The Spiritual Decline nel 2013 e l’ultimo loro album nel 2017, The Human Touch e fanno, o facevano, un death metal tecnico, veloce e piuttosto pregevole, al confine con il brutal. Vi ricordo che ne avevano parlato bene sia il loro conterraneo Belardi che Ciccio a Roma, vedendoli dal vivo con gli Incantation. Quando Dario non è impegnato a correre insieme ai suoi compari sui funambolici riff che contraddistinguono i Suicidal Causticity, lo si può sentire emergere nelle sue caratteristiche parti creative. Negli anni successivi lo abbiamo ritrovato in Rise of the Empire degli ADE, con il nome di Cornelivs, poi, più di recente, ha suonato in uno dei migliori album degli Eldritch, ovvero Eos, dove si è occupato non solo del basso, ma anche delle parti di violino e violoncello, ed è presente anche nell’ultimo Innervoid.

In tutte le sue partecipazioni produce un accompagnamento molto strutturato, sia dal punto di vista ritmico che armonico, ed è capace di affrontare velocità elevatissime, così come tempi lenti e dilatati, con soluzioni accurate e ricercate. Ciò che rende unico Dario Lastrucci è la sua capacità di adattarsi a qualunque contesto musicale: oltre ai vari progetti metal, che non abbiamo passato nemmeno in rassegna per intero, è spesso richiesto come turnista per generi diversi: rock, funky, pop, jazz, musica classica e possiamo anche ritrovarlo a suonare gli altri strumenti che padroneggia. Questa poliedricità si riflette nel suo approccio al basso: precisione, consistenza e sostanza bassistica contraddistinguono le sue esecuzioni, nelle quali spesso alterna tecniche miste: fingerstyle, slap, tapping, a volte plettro, per ottenere linee di accompagnamento ricche e dinamiche. Il timbro strumentale di Dario è generalmente nitido e potente, frutto di scelte accurate in fase di amplificazione e registrazione, che ne valorizzano la presenza nello spettro sonoro senza sacrificare dettaglio e articolazione. La sua vastissima cultura musicale lo rende un interprete versatile e completo, capace di affrontare qualunque tipo di stile con grande competenza e autorevolezza, sorprendendoci anche con le sue capacità virtuosistiche, presenti e percepibili, ma sempre misurate a ben adatte al contesto. Vi invito ad ascoltare gli album in cui ha suonato e a visitarlo sui suoi social per vederlo in azione. (Stefano Mazza)

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