Frattaglie in saldo #66(6)
Attirato dalla copertina dorata, mi sono imbattuto nell’ultimo disco degli INVUNCHE, progetto solista di Martin Valenzuela, di origine cilena ma trapiantato nei Paesi Bassi, autore di un misto tra raw black metal, punk e psichedelia. Nei 42 minuti del loro secondo e più recente lavoro uscito a novembre scorso, Atavismo, le ritmiche sono ridotte all’osso, tutto gira attorno alle melodie, alle armonie di chitarra e basso e a cori evocativi ed epici. I testi sono in spagnolo e parlano della mitologia mapuche, popolo originario proprio del Cile e, in parte, del sud dell’Argentina. L’album nella sua apparente semplicità è veramente figo, evocativo, e ti proietta indietro nel tempo, sotto i cieli notturni della parte meridionale del Sud America, con uno stile musicale che guarda al passato ma, al contempo, molto personale. Il disco è stato inizialmente autoprodotto, ma è talmente ben fatto che ha attirato l’attenzione della Nuclear War Now, stessa etichetta americana dei Diocletian, che in redazione piacciono tanto.
L’attacco di Chocke on the Cross, prima traccia di Stinking Death, terzo album dei DISRUPTED, sa talmente tanto di Svezia che manco l’Ikea potrebbe competere. Trainato dai riffoni e da una batteria assassina, suonata dall’ex Katatonia Daniel Liljekvist, il disco non è affatto male. È chiaro che qui di innovativo non ci sia niente, ma se anche voi, come me, eravate troppo piccoli per aver potuto vivere consapevolmente la nascita del death metal svedese, un album del genere può benissimo consolarvi.
Rimaniamo in Svezia con i SARCATOR, i quali propongono un black/thrash che non disdegna passaggi nello speed. Swarming Angels & Flies è il loro terzo disco, ed è una bomba! Ed era ora, dico io, perché le loro potenzialità si sentivano anche nei precedenti due dischi, i quali finivano però per essere sempre un po’ inconcludenti, con troppi passaggi inutili e cervellotici. Questa volta invece hanno rimosso un po’ di superfluo, e il risultato è un album che spicca per tecnica, potenza e melodia, e che con gli ascolti riesce a prendere sempre di più. Complimenti a ‘sti sbarbati, non c’è che dire, ma da batterista non posso non rivolgere un inchino a quella bestia del loro battipelli Jesper Rosen. Devastante.
Arrivano all’esordio dopo un valido Ep i nostrani SHRIEKING DEMONS con l’album The Festering Dwellers. La band è composta da membri già piuttosto rodati, attivi da diversi anni anche con Assumption e Cancer Spreading, e si sente. La musica è chiaramente devota al death americano delle origini, Autopsy su tutti, ma riesce a discostarsi con una propria discreta identità. I riff sono alla base di tutto, e la band va cercando di costruire atmosfere mortifere, riuscendoci pienamente. C’è sicuramente margine di crescita, però questo debutto è già di per sé veramente molto buono, e la resa dal vivo sarà sicuramente d’impatto. Non vedo l’ora di assistere ad un loro concerto. Ah, copertina fichissma.
L’ultimo disco di oggi è quello dei russi PYRE, dal titolo Where Obscurity Sways. Per loro si tratta del terzo lavoro in studio, e l’influenza principale in questo caso deriva dalla matrice svedese del genere. I Pyre dimostrano di sapere il fatto loro: le canzoni sono tutte ben arrangiate, costruite su quei mid tempo che la band, già nel precedente disco, sembrava preferire alle accelerazioni. I pezzi acchiappano fin dal primo ascolto, e proprio grazie a piccoli, personali modifiche alle regole del canone svedese, ne esce un disco di altissimo livello. Beccatevi il video di Murderous Transcendence. (Luca Venturini)

Disrupted e Pyre piacciono anche ai vecchi scoreggioni come il sottoscritto
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Quelo dei Pyre e’ un gran disco.
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