I TUNGSTEN vincono il Sanremetal 2025

Eh sì, ancora una volta una band svedese sale sul trono del Sanremetal e sputa e lancia tozzi di pane raffermo sulla plebaglia implorante sotto ai suoi balconi.

Il Sanremetal, lo sapete tutti ormai, è la perversa creatura nata nella mia buia cameretta, ormai 8 anni fa, che, in concomitanza col Sanremo classico di Rai1, consiste nel far combattere tra di loro i brani delle band più sciocchine, melodiche, commercialotte, banalotte, nightwishiane e in un certo senso sanremesi del metallo tutto. Esso si svolge a totale insaputa delle band su una segretissima chat whatsapp mia e dei miei amici giurati, diventata con il passare degli anni, e con l’accumularsi dei Sanremetal, più importante della chat di Trump con Elon Musk e più pericolosa di quella di Burzum coi sagrestani corrotti delle stavkirke vicino casa sua.

Quest’anno una finale tutta svedese (pensate non succedeva dal… 2023!), e a cadere sotto i cannoni caricati col tungsteno sono stati ancora una volta, sfortunatamente, i Brothers of Metal, alla seconda finale persa su due partecipazioni. Una sfiga che gli è valsa il premio Hector Cuper del festival di Sanremetal. I vincitori sono invece i Tungsten, una piccola azienda a conduzione familiare: l’ex batterista di Hammerfall, Malmsteen e Manowar, Anders Johansson, coi suoi due figli e un tizio bruttarello, sempre svedese e con una ruvida pronuncia dell’inglese, messo lì a cantare. Il baretto sotto casa praticamente, col power metal al posto dei tramezzini.

Il brano che gli è valso lo scettro del Sanremetal si intitola The Grand Inferno. Non sappiamo se ci siano degli espliciti o velati riferimenti all’opera di Dante Alighieri perché il pezzo è talmente mediocre e stucchevole da averci fatto subito desistere tutti da una più o meno approfondita analisi del testo, ma rendetegli onore e ascoltatelo lo stesso, e il video guardatelo perché è caruccio, ricorda le intro filmate di quei giochi per PS1 con cui ci trastullavamo da bambini: buio, sfocato e con quelle animazioni poco fluide che mi hanno riportato alla mente i pomeriggi passati a consumare Soul Reaver e altri incredibili titoli di quegli anni. Chissà, magari volevano banalmente omaggiare la Playstation anziché Dante Alighieri e siamo noi che non ci abbiamo capito una mazza.

Ma non è stato solo il Sanremetal dei Tungsten e dei Brothers of Metal. È stato anche il Sanremetal degli Xandria, veterani della manifestazione, presentatesi con una 200 Years che ci ha fatto pregare tutti che finisse al più presto (nonostante il titolo non promettesse nulla di buono in quel senso). È stato il Sanremetal di un’altra band svedese, i Dynazty, i capelloni piagnoni di Stoccolma vincitori dell’edizione 2023, ma che stavolta hanno subito la vendetta dei Brothers of Metal, uscendo contro di loro in semifinale. È stato il Sanremetal dei poppeggianti Ad Infinitum e degli assolutamente superflui Thornbridge.

È stato un Sanremetal che, come da tradizione, ha preso i concetti di bello e di qualità e ne ha riscritto il significato dalle fondamenta. Ed è proprio così che deve essere. All’anno prossimo, amici miei!

(Gabriele Traversa)

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