Avere vent’anni: MÜTIILATION – Rattenkonig

Con il passare degli anni mi sono sempre più persuaso che, se il Drakkar Hellfest di giugno 2001 a Marsiglia fosse stato organizzato post-Covid, ci sarebbe stata una marea di gente, roba da dover chiudere la stradina sterrata che porta a quella specie di discoteca dove ebbe luogo l’evento da parte della gendarmérie e rimandare la gente a casa per eccessivo affollamento. Invece eravamo un centinaio, pensa te. Arrivati da mezzo mondo, ma pochi lo stesso.

Il fatto è che oggi i tempi sono cambiati: l’essersi fatti due anni di arresti domiciliari con stile di vita nordcoreano ha fatto venire una gran voglia a tutti di uscire, vedere gente, andare al ristorante, assistere a ogni cosa ti tenga lontano da casa per tutto il tempo possibile che esuli da quello di dover dormire. Oggi anche Willy e i suoi Mütiilation farebbero il tutto esaurito ovunque, perché c’è una gran voglia di scoprire/riscoprire il passato, di celebrare chi ha inventato musica nuova quale che sia il genere, per quanto estremo sia. Emperor/Mayhem sold-out a Milano si pensava fosse un’eccezione, ma poi si è visto che a centinaia di concerti, anche di gruppi minuscoli, l’afflusso è stato oltre le aspettative; questo è diventato possibile solo grazie a concomitanze anche sfortunate.

Vent’anni fa non era così, la gente ai concerti aveva smesso di andarci sebbene costassero molto meno (ma tanto, tanto meno) di oggi; inoltre la brillantezza della stella di Meyna’ch si era in parte in parte affievolita: i primi storici demo erano acqua passata, l’epocale Vampires of Black Imperial Blood già risalente a sei anni prima e Remains of a Ruined, Dead, Cursed Soul uscito praticamente postumo nel 1999 assai successivamente a quando fu composto, dato che nel 1996 Willy proclamò il suo abbandono della scena francese denominata Les Legions Noires, portando con sé nell’oblio la sua creazione. Il suo appeal non era più ai vertici, la maggior parte degli ascoltatori di black rivolti altrove, Mütiilation un’entità considerata da tanti superata, obsoleta, scialba, uggiosa.

Tornato infine alla luce (nera) proprio nel 2001, sia Black Millennium – Grimly Reborn che maggiormente il successivo Majestas Leprosus (2003) non suscitarono un interesse clamoroso, e di conseguenza il rancore del Nostro – che è un genio, consapevole di esserlo e che, in quanto francese, è provvisto di una prosopopea di livello biblico – sentitosi escluso, ritornò al passato per fare capire a tutti da dove e da chi era stato immaginato quel tipo di black metal assolutistico, privo di compromessi, privo di speranza, marcio e mefitico come nessun altro prima e nessun altro successivamente. Rattenkonig è questo: 8 brani, 48 minuti usciti nel 2005 ma concettualmente creati dieci/dodici anni prima, a partire dalla produzione minimalissima, accompagnata da una scelta di suoni soffocante, rude, basilare, e da composizioni colme del disagio e del rancore che Meyna’ch provava nei confronti di chi, a suo dire, lo aveva escluso ed emarginato, ufficialmente a causa della sua dipendenza da varie sostanze più o meno tossiche, in sua intima opinione tuttavia per espropriarlo di qualcosa che senza il suo genio non sarebbe mai esistito. I meriti del culto ottenuto da quella scena sono suoi e solo suoi, così lui pensa e ha sempre pensato, e nemmeno si può affermare che abbia un gran torto.

Rattenkonig è putrido e disgustoso come i suoi primi dischi, contiene poca melodia sepolta da strati e strati di liquami decomposti ed è il ritorno dei Mütiilation a ciò che “noi vecchi” conoscemmo tanto tempo fa. È anche l’ultimo suo disco “tipico”, perché, dopo un buon tentativo di cimentarsi nel cosmic black (Sorrow Galaxies, 2007), di nuovo dichiarò la fine definitiva del progetto. L’ultimo disco che chiunque vanti un gradimento nei confronti delle Legions Noires dovrebbe obbligatoriamente possedere. Willy comunque non ha mai smesso di scrivere musica, con il suo nick storico Meyna’ch ha fatto uscire due notevoli dischi per Osmose. Ed è anche tornato l’anno scorso con i Mütiilation, nuovamente redivivi dopo 17 anni, con un disco che sarebbe stato meglio non fosse mai uscito, non sotto quell’egida. Se la storia è terminata ed il libro è chiuso non ha senso riaprirlo. Ascoltatevi Rattenkonig, a quei tempi la storia non era affatto terminata. (Griffar)

4 commenti

Scrivi una risposta a Chucko Cancella risposta