FULCICON @Legend Club, Milano – 11.01.2025

Il Legend è già quasi pieno quando arrivo io, cioè a metà set dei WARMBLOOD, trio death metal di Lodi, con all’attivo ben cinque dischi, e dalla mentalità innovativa perché non fanno uso del basso. Finalmente. C’era bisogno che qualcuno si ribellasse alla tirannia delle quattro corde. Il pubblico reagisce bene alla loro musica molto groovettosa, anche se loro sono un po’ statici sul palco. Sono la prima di quattro band che si esibiranno. Fanno il loro, lo fanno bene, ringraziano i Fulci, organizzatori della serata, ed escono. Una curiosità per batteristi: la loro batterista Elena Carnevali credo sia l’unica al mondo a suonare metal con la presa delle bacchette tradizionale. Scelta interessante.

Cambio palco, e iniziano il soundcheck i giovani trentini EKBOM, di cui faccio la conoscenza su disco nello stesso pomeriggio e che scopro piacermi molto. Sono autori di un unico (bellissimo) album e il genere è, come loro stessi lo definiscono, uno schizzatissimo math-grindcore. Già mi immagino un live devastante. E così infatti è. Peccato solo che a un certo punto ci sia un problema col jack della chitarra e i ragazzi si brucino mezza scaletta. Fa niente, perché appena la band riprende a suonare le persone danno segno di non essersi raffreddate e ricominciano a sfracellarsi l’una contro l’altra sotto il palco. Qualche altro pezzo tiratissimo e chiudono tra gli applausi generali. Band da tenere sott’occhio a tutti i costi. Io, più avanti nella serata, mi comprerò disco e maglietta.
Arrivano poi i TONS, band torinese di sludge-doom rigorosamente con camicia di flanella a scacchi , berretti da camionista, maglietta con maniche a raglan, almeno un componente con barba lunga e un suono che puzza di erba. Hanno all’attivo tre dischi e sono stati inseriti in un paio di compilation Weedian, l’ultima proprio questo mese. Il loro live procede bene, la gente scapoccia divertita. La band è rodata,e sta sul palco con una certa sicurezza. Il batterista tiene alto il livello menando colpi possenti su piatti enormi, dei quali il più piccolo penso fosse un 24″. Esibizione di tutto rispetto.
Finiti i Tons esco per prendere delle patatine, che mangio anche piuttosto in fretta, solo che poi, quando rientro, la sala è infarcita di gente e devo accontentarmi del posto che trovo. Mai visto il Legend così. Nemmeno coi Vektor due anni fa, o con Suffocation e Sanguisugabogg. Tra me e le persone intorno non passa nemmeno uno spillo. A un certo punto mi ritroverò a non riuscire manco ad alzare il pugno al cielo tra una canzone e l’altra. Fate voi. Lo show dei FULCI comincia con un breve filmato che, se capisco bene, è un omaggio al regista italiano ed è stato realizzato da un’idea della band stessa appositamente per l’evento, e proiettato su un megaschermo precedentemente allestito. Ogni tanto la proiezione si blocca, ma la gente reagisce bene lo stesso, e Domenico, il chitarrista, torna sul palco e con tono ironico chiede se c’è un wi-fi in sala. Poi presenta il regista (non Fulci ovviamente, intendo il regista del filmato), l’attore, la controfigura e l’attrice. Inchini, abbracci e ringraziamenti. Si parte poi con la musica.
I suoni sono perfetti come non mai. Fin dal primo secondo la platea diventa un massacro. La gente si scatena e poga. Intanto dietro alla band, sul megaschermo, si succedono immagini di film del regista (in questo caso sì, di Lucio Fulci). L’insieme è davvero coinvolgente, tant’è che la gente pensa alla musica e nessuno ha il telefono in mano a fare video. Si succedono una serie di pezzi dopo l’altro senza interruzioni, presi soprattutto da Tropical Sun e Duck Face Killing, come Rotten Apple, Matul Tribal Cult, Apocalypse Zombie. Il delirio raggiunge il picco proprio con la traccia omonima del primo disco. A quel punto ormai sono immobile in mezzo alle persone, da tanto che siamo compressi. Un breve stacco con Il Miele del Diavolo e il concerto riprende imperterrito fino alla fine. E come in un vero film, sul megaschermo, partono i titoli di coda. Un live devastante, senza se e senza ma. Onore e gloria a loro per aver organizzato questa serata praticamente perfetta. (Luca Venturini)

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