Recuperone death metal 2024 – prima parte

Cominciamo con Chytridiomycosis Relinquished degli SLIMELORD che, lo dico con una discreta certezza, è un disco che tra qualche anno definirò Capolavoro. Non lo faccio ora perché il rischio di abbaglio c’è sempre ma, ecco, siamo sulla buona strada. È il debutto per questa band inglese formata da membri dei Cryptic Shift, già attivi da oltre un decennio. Ma veniamo al dunque. La band suona un death metal immenso, cavernoso, sotterraneo, morboso, fatto di canzoni mastodontiche, articolate, che posseggono un suono pieno, tondo, soverchiante, e melodie e arrangiamenti epici e grandiosi. Tutto è stratificato in maniera eccellente, con effetti chitarristici, una sezione ritimica possente e in grado di tirar giù le montagne. Sì, avrete già letto in giro che li definiscono death doom, ma non fatevi ingannare da questa definizione semplicistica. La faccenda è molto più complessa di così. La traccia di apertura vi distrugge con un blast beat già dopo un minuto. La cosa più impressionante è il lavoro chitarristico:i riff, le melodie, gli arrangiamenti delle chitarre rendono questo disco di debutto imperdibile. È consigliato a chiunque. Amanti del death anni ’90, amanti del death avanguardistico, del doom, amanti della della cacio e pepe. Quello degli Slimelord è un nome da tenere d’occhio per gli anni a venire.

I tedeschi JAPANISCHE KAMPFHÖRSPIELE hanno invece fatto uscire l’album più pazzo dell’anno. Avanti, ascoltate Zurück im Dreck (Back to ze Roots II) e poi provate a smentirmi. A parte l’essere completamente svalvolato è pure bello, fresco e divertente. Mai stati troppo considerati dal pubblico, purtroppo, il loro mix di grind, death, thrash e punk hardcore è una di quelle cose che non stufano mai. Nati nel 1988 ma arrivati al primo full solo nel 2002, la band tedesca capitanata dal batterista Christof Kather è ormai al dodicesimo disco in studio. Questo in realtà è una raccolta di alcuni classici del gruppo riregistrati in maniera decente e con un nuovo cantante, ma se come me non li conoscevate tanto meglio! L’album è strafigo, veramente. E tra gli ospiti c’è pure Tom Angelripper dei Sodom, fate voi. Ah, cantano tutto in tedesco. Eccezionali.

Quello degli UNDEATH, More Insane, è un bel disco di death con riffoni potenti. Sicuramente i ragazzi ce la mettono tutta per tirarsi fuori dal marasma di band underground e questa voglia si sente benissimo in questo loro terzo lavoro. Le canzoni sono molto aperte, ariose e decisamente divertenti, costruite per dare il loro massimo nei live, meglio se festival estivi. Dal loro esordio del 2020 hanno fatto dei bei passi avanti e vale la pena dargli un po’ di attenzione. Sicuramente non inventano niente, ma l’album ha dei bei pezzi e si lascia ascoltare molto piacevolmente. Citando Piero Tola che è stato il primo a portarli su queste pagine: “un death metal comme il faut e che spacca culi come se non ci fosse un domani“.

Il filone death doom è uno di quelli che mi piace di più ultimamente. Sarà che di per sé è un sottogenere che non mi sono mai cagato più di tanto perché un tempo preferivo la violenza e il blast beat e quindi ora mi suona come nuovo, sarà che i Denver Nuggets l’anno scorso non sono andati poi così distanti, sarà che che qualcuno adesso ha cominciato a trapanare senza avvertire sulla chat del condominio, sarà che mi piace e basta, non lo so. Fatto sta che Melted and Decomposed degli spagnoli SANCTUARIUM è per lo meno interessante. Non dico sia un disco da perderci la testa ma la pesantezza delle parti doom insieme a quell’effetto “caverna” lo rendono molto piacevole e decisamente pesante. Il titolo stesso dell’album è quanto di più esplicativo io possa mai scrivere su questo disco.(Luca Venturini)

Lascia un commento