Si fa presto a dire NWOTHM: epic metal edition

Convintissimi i BRONZE di Mina Walkure, anche ora che, dopo qualche cambio di lineup e nome (prima erano i Kramp), sono mezzi svedesi e non più totalmente spagnoli. Allegrotti lo sono, ma mica solo per il lato iberico. Il chitarrista, Cederick Forsberg, ce l’hanno in comune coi Blazon Stone, che suonano metallo tetesco da osteria, pure se svedesi. In Chains and Shadows intanto è l’esordio di questa formazione qua. Un disco di heavy metal non troppo power, non troppo epico. Pulitino e allegrotto, dicevo. Non esattamente il mio corno per l’idromele. Fa compagnia, orecchiabile. Carucci, insomma. Compito svolto bene, con entusiasmo e con i mezzi che si hanno.

Sta girando parecchio, tra i piu attenti al sotto-sotto-sottogenere, il nome dei WRITHEN HILT. Per ora per un demo/Ep, ma di buona fattura. Metallo tradizionale tendente all’epico/fiabesco, ma abbastanza nerboruto. Non mi sbilancio troppo perché, se la fattura è molto buona, la personalità ancora non svetta. E le canzoni non stravolgono. Ma oh, Ancient Sword Cult è un Ep d’esordio, per cui che vai a pretendere. Sicuro basta ad annotarsi il nome, per il prossimo futuro. Uno dei membri poi proviene dai Flame Dear Flame, che fanno un epic doom abbastanza particolare. Chissà che non si rifacciamo vivi pure quelli.

Abbiamo capito che, se c’è metallo epico che proviene da Grecia o affini (vedi Cipro), c’è da prenderlo sul serio. Prendete questi ACHELOUS, da Atene, che con questo Tower of High Sorcery sono arrivati al terzo disco. Il precedente The Icewind Chronicles, nel 2022, ricordo non mi fosse affatto dispiaciuto. Bene, sulle prime anche questo disco qui prende bene. I primi brani hanno quel tono epic power da D&D ben gagliardo e ben bilanciato tra potenza e atmosfera. Poi progressivamente un po’ si perde e si ripete un po’. Buono, in fondo, complessivamente. Un po’ per chi apprezza quell’universo e quei suoni lì. Un po’ meno per gli altri. Ma mica male.

Si son rifatti vivi anche i RIDERS OF ROHAN, che da queste parti già erano piaciuti. Lo fanno stavolta con un Ep, With Hope or Without…, che conferma quanto di buono venne detto ai tempi dell’esordio dei tre svedesi tolkeniani. Ep succulento. I nostri suonano una New Wave Of Traditional Heavy Metal Melodic Hard Rock’NRoll che, appunto, di acciaio ha poco, ma non è affatto un problema (non travisiamo). Sotto-filone fecondo, tra Tanith, Blood Star, Bergfried e questi qua. To Name a Successor ha energia per un disco intero, If I Could Love parte hard e si sviluppa quasi sexy, molto kissiana. Ranger Song è Cowboy Song dei Thin Lizzy (con un testo diverso), il che ci dà una bella coordinata. Giving Up The West un r’n’r teso tra cori e controcanti e riff energici. Del lotto di oggi è il disco migliore, e tanto piacere se è anche il meno metallico in toto.

Molto piu ortodossi i lusitani DOLMEN GATE, che pure avevamo già incontrato in occasione dell’Ep di esordio, l’altr’anno. Heavy epic cadenzato, belligerante, guidato da una pulzella. Bene, stesse coordinate pure per questo Gateways of Eternity, che in realtà ingloba anche la scaletta dell’Ep. Quanto di valido già rilevato ai tempi resta valido. I nostri sono una compagine solida ed ortodossa, dicevo, melodica e dura il giusto. Quelle mezze suggestioni portoghesi che volevo sentirci ai tempi in realtà non escono fuori più di tanto sul disco intero. Che è un buon disco, segue il tracciato di gruppi storici classici per il genere e non se ne discostano in nulla. Canzoni buone, un po’ tutte omogenee, ma buone. Alcune più di altre. A me piace il tono della cantante Ana, anche se riconosco che non è ancora ai livelli di magnetismo che ci vorrebbe, per un genere così. Un po’ tutta la band ha bisogno di crescere, ma su basi che sono già sopra la media di un esordio da “NWOTHM Full Albums”. Perché oh, comunque è un esordio, non dimentichiamo. Promossi per ora. (Lorenzo Centini)

5 commenti

  • Avatar di weareblind

    Grazie della cavalcata, nomi che conoscono e altri no, tutti da ascoltare.

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  • Fabrizio Papetti
    Avatar di MorHell

    non so la voce con la musica non vanno proprio di pari passo ma il tutto funziona e la voce mi fa ridere oltre che a essere molto convincente, quindi ben vengano dischi cosi

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  • Avatar di Cattivone

    Da giovine mi ero divorato i libri della saga di Dragonlance, appassionandomici e rileggendoli piú volte. Crescendo, benchè l’amore per il fantasy non mi abbia mai abbandonato, li rivalutai parecchio. Questo disco degli Achelous, che narra di storie di quell’universo narrativo, mi farebbe tornare la voglia di indossare di nuovo le vesti nere ed entrare nella torre dell’alta stregoneria per sottopormi alla prova.

    Al netto di questo lato nostalgico e soggettivo resta un buon disco. Adesso cerco di recuperarmi gli altri.

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  • Avatar di Ameelus

    E la lira (di Bandcamp) si impenna!

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