Sole in un bosco, preferireste incontrare un orso o Glen Benton?
Stavolta non ha annunciato il suicidio al raggiungimento del sessantaseiesimo anno di età, né un nome assurdo da affibbiare al prossimo figlio. Glen Benton ha però pubblicato un disco, e, se ne deduce, è alle prese con l’ambizioso fardello di dover portare avanti il mestiere del metallaro. Non solo lunghi periodi lontano da casa, amici. Non solo ricercare validi motivi per occultare le linee di basso sul disco: alla pubblicazione di un nuovo album, in questo caso Banished by Sin, il metallaro intraprende una interminabile serie di interviste promozionali. E in occasioni come queste, generalmente, Glen Benton offre il meglio di sé.
Tanto putiferio accade perché un compositore, o un leader di una band heavy metal, trattiene quel surreale silenzio anche per un anno di fila. E pertanto arriva alle interviste eccessivamente carico, se il libero sfogo offerto dai social media non è adeguatamente sfruttato. Glen Benton non lo seguo sui social media, sarò sincero. E le cose sono due: ha un manager che se ne occupa e che lo preservadai danni di immagini in cui incorre gente come Patrick Mameli o Trey Azagthoth, oppure le sue doti computeristiche sono inferiori a quelle dichiarate: vi rimando alla recensione per ulteriori dettagli.
Ecco dunque che Glen Benton sveste i panni del casalingo tutto preso a tagliare a dadini gli ortaggi destinati al minestrone, e si presenta in divisa ai cronisti di più parti del mondo. Fra cui quelli di KNAC.com.
Stavolta non ci ha esaltati come facilmente era capitato in passato. Forse le bombe a grappolo le sta serbando per il giorno in cui avrà da presentarci un qualcosa all’altezza di The Stench of Redemption. Tant’è che si è accanito con i sottogeneri del metal e con gli hipster.
Dice lui, “il metal un tempo era metal, adesso ci sono sottocategorie dappertutto ed è una cosa ridicola”.
Fermo restando che Glen Benton è divenuto in qualche modo famoso proprio come alfiere di una di codeste sottocategorie, la questione delle suddette non risale al 2024 bensì a un’epoca lontana in cui costui si marchiò a fuoco l’infame croce sulla fronte. Credo che il thrash metal stesso fosse una sottocategoria sufficiente a far incazzare chi si era formato con l’esordio dei Cloven Hoof, ex Nightstalker. Figuriamoci dunque oggi.
Prosegue il saggio Glen: “Oggi vogliono tutti sembrare hipster con gli occhiali spessi e il berretto, non un’immagine da metallaro ma un’immagine da Weezer. Io mi vesto sempre come mi vedete oggi, ventiquattro ore al giorno. Non suono con chi si presenta con una camicia a quadri”.
Fa piacere che Glen Benton abbia finalmente scoperto, a oltre trent’anni di distanza, l’esistenza del fenomeno grunge, e gli raccomando, pertanto, la lettura dell’ottimo articolo di Centini su quel dischetto di Superunknown. Penso però che, se quell’anemica rappresentazione del death metal intitolata Banished by Sin non fosse appena giunta sugli scaffali, il suddetto non si sarebbe scomodato per sparare queste due puttanate in croce. Da te, Glen, pretendiamo molto di più, sia su disco, sia su carta.
Pertanto, donne, se foste sole in un bosco, preferireste incontrare un orso o Glen Benton che vi parla a sproposito? (Marco Belardi)


Sarebbe interessante domandare un orso o Schaffer.
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