R.I.P. Wayne Kramer [1948-2024]

Era solo di poche settimane fa la notizia dell’uscita imminente del nuovo disco degli “MC5”, che sarebbe stato praticamente il primo dai tempi di High Time (che disco…), cioè dal 1971. A fare parte della partita, oltre all’unico altro superstite Dennis Thompson, Wayne Kramer aveva chiamato dentro prezzemolino William DuVall (l’uomo per tutte le stagion reunion), Slash, Vernon Reid dei Living Colour e quel rompipalle di Tom Morello. Una notizia di quelle che cerchi di dimenticare un attimo dopo averla letta, anche se a Kramer si vuole bene. Anzi, si voleva, passato a miglior vita ieri, proprio quando stava preparandosi a raccogliere gli onori che meritava (in buona parte).

Questi “MC5” magari riusciranno lo stesso a fare un bel tour celebrativo come legittima cover band, con le chitarrine stupidine di Morello al posto del gusto immenso di “Sonic” Smith e DuVall a darsi da fare prima che l’intelligenza artificiale lo renda disoccupato. Gli MC5 veri non li avremmo mai visti ed io personalmente ero in pace con l’idea. Però oggi il tributo a Kramer è doverosissimo e doloroso. Se le chitarre hanno cominciato a fare male, a diventare macigni, martellate nelle orecchie, sicuramente è stato anche merito suo. E non di moltissimi altri. Nel ’68, a suonare violenti e selvaggi, non erano in molti. Come gli MC5 nessuno. Poi con l’FBI alle calcagna.

Ciao Wayne, mi spiace che la reunion vera la vai a fare da qualche altra parte, assieme a Davis, Smith e Tyner. Auguro a Thompson di unirsi a voi il più tardi possibile. Intanto, buon viaggio, Wayne. Ti dobbiamo davvero tantissimo di quello che ci tiene in piedi in questa vita qua. (Lorenzo Centini)

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