Gruppi buoni con nomi scemi: SODOMISERY – Mazzaroth

Avrei voluto essere presente alla serata durante la quale, presumibilmente dopo troppi giri di grappa di licheni distillata nella vasca da bagno, questi signori se ne sono usciti fuori con il nome SODOMISERY pensando che fosse davvero un’idea eccellente. Capisco che il calembour sul momento possa aver suscitato entusiasmo alcolico ma SODOMISERY non sarebbe stato più adatto a un gruppo grind, magari pure impegnato? Sapete, il Sodomisery Index, quelle robe lì. Lo stile invece è un black metal melodico di inconfondibile stampo svedese a cura della solita congrega di veterani del giro di Stoccolma coinvolti nel frattempo in altri quindici gruppi. Per un certo periodo in formazione avevano figurato contemporaneamente membri di Diabolical e Demonical e chissà anche lì che matte risate, tra una grappa di licheni e l’altra. A ‘sto punto potevano vedere se era libero qualcuno dei Diabolicum, già che c’erano.

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Coming Home, il brano iniziale, ti fa sentire, come da titolo, subito a casa. Apertura mesta ma aggressiva di marca Naglfar, uno stacco death stoppato, una torrenziale cavalcata in doppia cassa, una parentesi acustica con echi degli Opeth e un assolo dal gusto armonico e bilanciato (ma anche beverino, nonché fruttato). Tutto questo in manco tre minuti. L’unico difetto di Mazzaroth, secondo Lp della band dopo l’esordio del 2020 The Great Demise, è proprio che un’apertura del genere alza le aspettative in modo eccessivo e nel prosieguo non vengono mantenute tutte le promesse: i pezzi successivi funzionano ma tendono a offrire meno idee per quanto la breve durata dell’album, trentacinque minuti, scongiuri la noia.

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A Storm Without a Wind, ad ogni modo tra i brani migliori, è incentrato sul consueto giro folk in do sul quale è basata la maggior parte dei dischi usciti dalla Svezia negli ultimi trent’anni. Psychogenic e Master of Your Mind ripropongono una rilettura ovattata e sommessa del canone stabilito dai Dissection, evocando un universo parallelo in cui Nodtveidt, invece di farsi saltare le cervella di fronte a un grimorio, ha fatto tre figli con la sorella del pescivendolo del paese ed è diventato un placido fattone che trascorre il sabato sera insieme ad Akerfeldt il quale, a furia di sifoni, lo ha convinto a usare più arpeggi e voci pulite. Più interessante Delusion, dai toni inaspettatamente solari e un approccio quasi rock’n’roll che, se approfondito, avrebbe conferito maggiore originalità a quel che rimane comunque un gradevole, a tratti più che notevole, prodotto di genere. Del resto come fare a distinguersi in una scena così affollata? Ah, già. Trovandosi un nome come Sodomisery. (Ciccio Russo)

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