Il vecchio zio che vi umilia: CIRITH UNGOL – Dark Parade
Quando mi trovai a parlare di The Wake dei Voivod, spettacolare lavoro di un gruppo inaffondabile e che non tramonta mai, nemmeno al tremillesimo disco, mi trovai a dire queste esatte parole: “fino a che età è possibile spaccare culi?”. La domanda è la stessa che mi pongo ogni volta che esce un nuovo disco dei Cirith Ungol, ormai in piena striscia vincente che non vuole saperne di finire. Anzi, ormai la cosa non fa nemmeno più notizia.
Da quando hanno ripreso a fare dischi, ovvero da un paio d’anni a questa parte, e dopo trent’anni, ogni tiro è un gol. Se l’ultimo full Forever Black era molto bello, questo Dark Parade oserei dire che è spettacolare. Purtroppo però nuvole scure quanto la musica dei Cirith Ungol nel 2023 e un sentore di telenovela si prospettano all’orizzonte, specialmente dopo il misterioso e semi-delirante post, prontamente rimosso, di Jim Barraza, che come “Jack Frusciante” è ormai uscito dal gruppo subito dopo la pubblicazione dell’album e a quanto pare non senza una nota di polemica. La motivazione originale secondo ambo le parti sono le condizioni di salute. Tutti ci auguriamo di cuore che stia bene, ovviamente.
Ma tornando a Dark Parade, esso riprende in pieno la pesantezza di Paradise Lost e anzi aumenta il peso, come se sopra quell’incudine i Californiani ci avessero messo una seconda incudine. Dark Parade è infatti un disco che non ha nulla che rivanghi gli estemporanei momenti più sbarazzini, che pure c’erano su Paradise Lost, e non lascia alcun barlume di speranza. Si assesta ai limiti del doom, con suoni scuri, un’aura malmostosa e il solito latrato unico di Tim Baker, questa volta riverberato o leggermente effettato in maniera sinistra e perfettamente confacente alle otto canzoni ivi contenute, una più bella dell’altra.
Relentless, Sailor on the Seas of Fate, Looking Glass, la terrificante Down Below (finiscono sempre in bellezza): non c’è un riempitivo che sia uno e vi sfido a trovarlo. Ecco perchè il paragone perfetto per farmi capire cosa sono i Cirith Ungol nel XXI secolo è questo: loro sono quel vecchio zio che scopa meglio di voi. Non solo il cazzo gli tira ancora fortissimo, ma a differenza vostra sanno pure far godere le femmine, e ogni volta si prendono quei buoni 40-45 minuti, mica un minuto e mezzo come voi povere mezze seghe. E lo fanno initerrottamente dagli anni Settanta. Senza Viagra. (Piero Tola)
“…far godere le femmine” certo che te le vai a cercare! E ora avanti coi commenti indignati stile post sui DT!
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Un giorno usciranno i leak diquanto guadagnano i recensori di Metal Skunk e saranno dolori.
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I Cirith Ungol sono un po’ Daddy4k
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Io avrei scritto fare godere le femmine a spruzzo.
Gli articoli andrebbero sempre scritti in base al linguaggio che uno usa tutti i giorni.
Piero Tola mi piace perché scrive come parlo.
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Che diceva il post di Jimmone? Leggendo qua e là pare che ci fossero degli attriti con Jarvis Leatherby.
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Sentito su Spotify, a primo acchito spacca il culo ai passeri, con menzione particolare sulla sezione solistica, veramente ispirata.
Cmq sto’ ascoltando il nuovo dei RAVEN con heller alla batteria, secondo me disco che merita davvero una recensione!!
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Gran disco. Gran recensione.
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Sì ma che voce di merda dai.
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Vero. Ma c’è merda che vale merda e merda che vale oro.
Se non ti ci sei mai approcciato prima ti serve solo abituarti.
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