Il Mago Bauer e Deborah Portoghese, un agghiacciante caso irrisolto quasi ignorato dai media

Giovanni Baù nasce a Vicenza nel 1952 e cresce in un piccolo Comune della provincia berica, Arsiero. Sin da giovanissimo è un soggetto considerato strambo praticamente da tutti i suoi compaesani: è sua abitudine raccontare a chiunque gli capiti a tiro una marea di balle colossali e nel tempo sviluppa inoltre degli interessi particolari: l’esoterismo e l’araldica.

Terminata la scuola, Giovanni si dedica totalmente alle sue insolite passioni, trascurando tutto il resto, compresa la ricerca di un lavoro, e si fa mantenere da sua madre, continuando a vivere con lei sino a tarda età. Ben presto la sua fama cambia forma: dall’essere lo scanzonato pallonaro del paese, Baù diventa noto ai più come un vero e proprio scansafatiche dedito a strani riti. Una persona, in buona sostanza, da cui stare lontani il più possibile. Le voci hanno un fondo di verità: Giovanni non lavora e trascorre tutte le sue giornate a leggere libri sull’occultismo.

Un bel giorno il Nostro escogita un risibile piano per guadagnare molto denaro senza faticare. Si reca in un supermercato di Cinisello Balsamo, in provincia di Milano, ed inietta con una siringa del Guttalax (un lassativo) nelle confezioni di succo di frutta esposte sugli scaffali dell’attività, poi contatta il dirigente del punto vendita e promette che non avrebbe attuato mai più quel tipo di attacco solo dopo aver ricevuto un miliardo di lire in contanti. L’epilogo di questo crimine da barzelletta è scontato: Giovanni viene identificato, processato ed infine condannato a tre anni di reclusione per il tragicomico tentativo di estorsione perpetrato.

L’esoterista vicentino non si perde d’animo e si ingegna nuovamente per fare soldi senza lavorare: con lo pseudonimo di Mago Bauer, Giovanni diventa un cartomante itinerante ed armandosi di tavolino pieghevole, tarocchi, amuleti e candele comincia a frequentare sagre, feste patronali ed ogni genere di fiera tra Veneto e Friuli per leggere le carte agli astanti (ovviamente dietro pagamento). Baù è un personaggio pittoresco dotato di una parlantina sciolta e molto caratteristica, ed in breve tempo diventa conosciutissimo in tutta la zona: una presenza fissa che la gente gradualmente considera il tocco di colore degli eventi di molte province del Nord-Est. È proprio in una di queste occasioni, durante un festival rock nel vicentino, che il Mago Bauer conosce Deborah Portoghese: questo incontro stravolgerà per sempre la vita di entrambi.

Deborah, classe 1972, ha poco più di vent’anni quando conosce Giovanni. Nonostante sia giovanissima, la ragazza ha già avuto un’esistenza molto travagliata. Figlia di un rapporto sessuale occasionale tra una giovane mulatta di origine africana emigrata a Venezia e un marinaio, Deborah finisce in un orfanotrofio quando è ancora in fasce. Nel 1980, ad otto anni, viene adottata da una famiglia residente nella provincia di Vicenza, i coniugi Portoghese. I suoi genitori adottivi sono dei cattolici molto devoti (la sua nuova madre è addirittura una ex suora) e cercano quindi di educarla secondo i loro rigidi principi, ottenendo, come spesso accade, l’effetto opposto: sin dalla prima adolescenza, infatti, Deborah sviluppa un’avversione estrema nei confronti della religione cristiana e nel contempo matura un interesse per il mondo dell’occulto. I suoi fantasmi la perseguitano ed in più di un periodo cade in depressione, sino ad arrivare addirittura a tentare il suicidio. Salvata per il rotto della cuffia, viene ricoverata in un ospedale psichiatrico, dove fa amicizia con un infermiere. Terminata la degenza, Deborah decide di non tornare a casa dei suoi, quindi si fa ospitare dal sopracitato sanitario e si iscrive ad un corso di infermieristica. Il già menzionato incontro con il Mago Bauer  per la ventenne è letteralmente folgorante. Giovanni parla a ruota libera di magia ed esoterismo – argomenti di cui la ragazza ha una discreta infarinatura – come nessuno aveva mai fatto prima. Nel giro di pochissimo va a vivere con il Mago Bauer e con sua madre.

I due diventano sin da subito letteralmente inseparabili: Giovanni trova – forse per la prima volta in vita sua – una persona felice di ascoltarlo pendendo dalle sue labbra, mentre Deborah probabilmente vede in lui un essere umano disposto a prendersi cura di lei nel modo che ritiene più consono. Il loro non è un semplice rapporto di coppia, ma un vero e proprio legame simbiotico: fanno tutto insieme, dalla lettura dei tarocchi durante le feste di paese sino ad arrivare a dei riti iniziatici non ben identificati. Parenti ed amici di Deborah non vedono di buon occhio il suo morboso legame con quel bizzarro soggetto di ben vent’anni più grande di lei e cercano in più occasioni di convincerla a tornare sui suoi passi, ma la ragazza è irremovibile, in quanto fermamente convinta di aver trovato la sua dimensione.

Nell’estate del 1995 la madre di Giovanni muore. Il Mago Bauer eredita una cifra considerevole: 20 milioni di lire (uno stipendio mensile medio in quel periodo ammonta a poco più di un milione) e decide insieme a Deborah di fare un lungo viaggio on the road.  I due occultisti veneti comunicano ad amici e parenti la meta scelta, il Marocco, precisando che sarebbero rientrati grosso modo per le festività natalizie, e il 6 ottobre 1995  partono. Da questa data in poi c’è un mese esatto di buco temporale, in cui non si sa dove vadano e/o cosa facciano Giovanni e Deborah. La traccia successiva è del 6 novembre 1995: la coppia prende in affitto un appartamento, ma non in Marocco, come riferito prima di iniziare il viaggio, bensì a Creta, una delle più note ed importanti isole della Grecia. Il 6 dicembre 1995 i maghi lasciano la casa vacanze e spariscono nuovamente. La loro terza ed ultima traccia risale al 24 dicembre 1995: Giovanni Baù e Deborah Portoghese vengono ritrovati morti sulla spiaggia di Sitìa, una località cretese ai piedi di un’enorme scogliera alta cinquanta metri, famosa soprattutto in quanto luogo ricco di grotte ed insenature utilizzate di frequente per espletare rituali esoterici, pare soprattutto di matrice satanista.

Sulle prime gli inquirenti ellenici credono che la coppia abbia deciso di suicidarsi lanciandosi dalla scogliera, ma è un’ipotesi superficiale ai limiti del ridicolo, praticamente senza senso: l’autopsia non rileva fratture o escoriazioni sui due cadaveri, come sarebbe logico aspettarsi dopo un prolungato rotolamento lungo una parete rocciosa, ma ci sono diversi altri dettagli inquietanti. Giovanni ha la testa quasi totalmente staccata dal collo (è praticamente decapitato), mentre Deborah ha il volto completamente sfigurato, palesemente colpito più volte con uno o più oggetti contundenti. I due corpi sono legati tra loro, all’altezza del bacino, tramite una corda. Comincia a farsi strada l’ipotesi omicidiaria, corroborata da una serie di pesanti indizi.

È lapalissiano che Giovanni non si sia decapitato da solo, così come Deborah certamente non si sarà autoinflitta quelle profondissime ferite sul viso prima di morire. È facile quindi dedurre, di conseguenza, che i due occultisti vicentini siano stati barbaramente seviziati e uccisi da qualcuno. Ma perché? Manca il movente. Cosa avevano fatto di così grave in vita il Mago Bauer e la sua adepta per meritare una fine così efferata? Partono le ipotesi. La prima vedrebbe Giovanni e Deborah coinvolti in un traffico di reperti archeologici finito male. Non regge, anche e soprattutto perché ci sono molti indizi che portano gli investigatori verso un’altra direzione: la pista satanista.

La località in cui vengono ritrovati i cadaveri (Sitìa), come già detto, è spesso utilizzata da diverse sette – locali e non – per effettuare dei rituali. La scena del crimine è piena di indizi che fanno pensare proprio ad una sorta di liturgia oscura. Giovanni è vestito completamente di nero, mentre Deborah, nuda dalla vita in su, indossa una lunga gonna e delle scarpe rosse. La nudità, totale o parziale, soprattutto femminile, è una peculiarità ritualistica riscontrabile in molteplici religioni/culti (wicca, satanismo e neopaganesimo, tanto per citarne alcuni). Calzare delle scarpe rosse ha una valenza esoterica  in molte fedi, anche in quella cattolica. Le scarpe rosse, tra l’altro, sono un simbolo ricorrente in innumerevoli fiabe/romanzi/film (la versione cinematografia de Il Mago di Oz del 1939 forse è il caso più noto). I possibili significati sono molteplici, ma in linea generale indossare delle scarpe di quel colore potrebbe rappresentare una sorta di difficile viaggio allegorico, probabilmente un rito di iniziazione  o qualcosa di simile, dal quale potrebbe essere arduo tornare indietro. Anche il fatto che i due cartomanti fossero legati tra loro potrebbe essere correlato ad un concetto di questo genere. Sul seno nudo di Deborah sono incisi diversi simboli – chiaramente mai mostrati dai media – che, a quanto pare, diversi esperti hanno successivamente etichettato come satanici.

Uccidere qualcuno tramite la decapitazione o deturpandone pesantemente i tratti somatici ha un preciso significato ritualistico in molti gruppi occulti, comprese le mafie nostrane, che affondano pesantemente le proprie radici nell’esoterismo.

A pochi metri dai due cadaveri gli inquirenti ritrovano pagine di libri bruciate quasi completamente, così come la Renault 4 usata dalla coppia, per buona parte carbonizzata. Anche all’interno della carcassa dell’auto la polizia trova stralci di libri quasi totalmente inceneriti dalle fiamme. Le parti leggibili sono pochissime (nomi di santi e strane frasi: “tuo figlio è in pericolo” e “mare morto pesce accorto”). A corollario tarocchi, candele, incenso e correlati praticamente ovunque, soprattutto sulla spiaggia.

Persino le date chiave dell’ultimo viaggio dei due malcapitati sembrano puntare verso una certa direzione. Giovanni e Deborah partono dall’Italia il 6 ottobre, affittano un alloggio il 6 novembre e lo lasciano il 6 dicembre: tre volte 6, quindi 666, il famoso numero della bestia biblico. La strana coppia effettua il presunto ultimo rituale la notte tra il 24 ed il 25 dicembre: quella in cui i cristiani festeggiano la nascita di Gesù Cristo. Potrebbe trattarsi di strane coincidenze, ma anche di scelte non casuali. Ma poi perché comunicare a tutti una meta falsa (il Marocco)? Un semplice cambio di programma o una decisione ponderata atta a nascondere qualcosa?

La polizia greca interroga i gestori della pensione in cui il duo esoterico aveva alloggiato per un mese. I testimoni tracciano un profilo di Giovanni e di Deborah se vogliamo abbastanza scontato: li descrivono come riservati e un po’ strani. Riferiscono inoltre di aver visto più volte lei visibilmente ubriaca, talvolta in compagnia di un ragazzo biondo mai identificato. Le autopsie rilevano una elevata percentuale di alcool nel sangue di entrambi, soprattutto in quello di Deborah, nonostante fosse notoriamente astemia.

Anche la polizia italiana, ovviamente, ha un ruolo attivo in questa turpe storia. In prima istanza viene perquisita la casa del Mago Bauer in cerca di indizi o prove utili a scoprire la verità. L’appartamento è pieno di trappole artigianali, come ami appesi al soffitto o una strana scatola che, se aperta, spara una siringa contro il curioso ladro di turno tramite una molla. Non c’è niente che rimandi all’isola di Creta o alla Grecia in generale. Tra le decine di libri di cartomanzia, magia e similari non ce n’è nemmeno uno che abbia una minima attinenza con il satanismo. L’unico testo inizialmente considerato un punto di contatto tra le vittime e il culto luciferino viene ritrovato nella vecchia stanza di Deborah, in casa dei suoi genitori. Si tratta, però, di un semplice romanzo di fantascienza del 1969, La mano sinistra delle tenebre di Ursula K. Le Guin, che con l’adorazione del demonio non c’entra assolutamente nulla.

Giovanni e Deborah erano fondamentalmente due emarginati che frequentavano pochissima gente, quindi interrogare le persone a loro vicine è un compito abbastanza agevole. Il quadro che emerge da questa fase delle indagini è molto confusionario, nonché probabilmente frutto di una serie di voci di paese e pettegolezzi da comare, situazioni tipiche delle zone di provincia. Alcuni parlano di strani rituali notturni effettuati in maniera regolare dal Mago Bauer, spesso anche all’interno del cimitero, nei quali in seguito sarebbe stata coinvolta anche Deborah. Nessuno però sa fornire dettagli precisi sulla natura di questi fantomatici cerimoniali. I compaesani riferiscono inoltre che Giovanni fosse solito raccontare in giro di aver appreso l’arte della magia da uno zingaro. Deborah viene descritta sostanzialmente come una sorta di estensione del suo mentore, che faceva semplicemente tutto ciò che Baù le chiedeva. Alcune fonti, però, rivelano dei dettagli potenzialmente molto utili agli inquirenti: c’è chi, infatti, ipotizza che i due occultisti negli ultimi periodi della loro vita frequentassero dei gruppi settari politeisti dell’Alto vicentino. Sembra inoltre che fossero addirittura collegati ad un strano culto satanista della zona di Marostica, sempre in provincia di Vicenza. Non ci sono prove certe per corroborare questi presunte connessioni, ma sembra comunque una svolta, il classico tassello mancante. E invece no: le indagini si arenano poco dopo e non succede più nulla. Ancora oggi, a distanza di ben 28 anni, l’omicidio di Giovanni Baù, detto  Il Mago Bauer, e di Deborah Portoghese resta il classico cold case. Gli ultimi articoli reperibili in rete su questa vicenda risalgono al 1996.

La domanda a questo punto sorge spontanea: chi ha ucciso questi due poveri cristi e soprattutto perché lo ha fatto? Ci si può limitare solo a fare delle ipotesi.

Giovanni e Deborah potrebbero aver avuto davvero dei contatti con delle sette delle loro zone ed aver in seguito espresso il desiderio di diventarne parte integrante. I loro referenti, forse percependoli come due poveri sprovveduti, potrebbero aver organizzato una sorta di trappola mortale ai loro danni, spedendoli in Grecia per effettuare una sorta di rito iniziatico diretto da qualcuno: in realtà si sarebbe trattato sin dal principio di un sacrificio umano con il Mago Bauer e la sua discepola designati come vittime sacrificali inconsapevoli. Magari la coppia potrebbe essere stata inviata prima in Marocco e poi sull’isola di Creta per compiere una sorta di cammino iniziatico, ma alcuni atteggiamenti/comportamenti dei due potrebbero aver in seguito fatto pensare ai loro contatti che fosse più opportuno eliminarli in una sorta di rituale o durante la preparazione dello stesso, per coglierli di sorpresa in un luogo isolato perfetto per un duplice omicidio (una spiaggia nella notte di Natale). Si potrebbe addirittura credere che Giovanni e Deborah, due personaggi quantomeno particolari, fossero degli agnelli sacrificali consenzienti, anche se questa è certamente – per ovvi motivi – l’opzione meno probabile.

E se l’esoterismo fosse solo il mero contorno della vicenda? Gli sfortunati protagonisti di questa storiaccia potrebbero essere rimasti invischiati – in maniera più o meno arbitraria o del tutto casuale – in pericolose attività criminali ed aver subìto quel tragico destino per cause ad esse correlate. Se la verità fosse questa, sarebbe comunque non semplice spiegare perché siano stati ammazzati con quelle modalità truculente e non con il più pratico e veloce colpo in testa. Forse sono stati puniti in quel modo per aver tentato di fregare in qualche maniera la malavita organizzata?

Rimanendo sempre nel campo delle ipotesi fantasiose più sfrenate, si potrebbe addirittura pensare che gli esoteristi veneti siano stati le vittime di uno o più serial killer. Sembra assurdo, certo, ma la storia ci ha insegnato come molto spesso gruppi settari, disagio e in generale l’isolamento dalla società civile siano terreno fertile per gli assassini seriali. Del resto, Giovanni e Deborah in questo senso sarebbero potute essere davvero due prede facili per tanti motivi.

La verità dei fatti, ovviamente, potrebbe anche non corrispondere a nessuna delle ipotesi di cui sopra. Dalla morte di Giovanni Baù e Deborah Portoghese sono ormai passati quasi tre decenni. È lecito pensare che non sapremo mai cosa sia davvero successo, anche e soprattutto perché molto probabilmente non interessa più a nessuno.(Il Messicano

Un commento

  • Avatar di weareblind

    Mai sentito prima. Satanismo tirato per i capelli.
    “Mare morto pesce accorto” mi ha folgorato, ma ancora di più il Guttalax iniettato. Quello dice tutto del cervello totalmente fritto.

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