Lasciarsi trasportare in mondi incantati con la dungeon synth

So che chi legge ‘sto blog è fondamentalmente un defender cinquantenne con le toppe dei Raven sui gomiti, una Harley che è praticamente un prolungamento dei propri testicoli e una cassa di Moretti a tracolla a mo’ di faretra; insomma, un tipo che appena sente una nota di synth o di tastiera comincia a prendere a calci cose a caso dal nervoso.

Bravi, fate benissimo ad essere così, quasi vi invidio per certi versi, ma questo articolo non è per voi, quindi passate oltre.

Questo articolo è per i metalskunkiani che amano i synth e le atmosfere crepuscolari, che si perdono tra le sognanti melodie delle intro dei Summoning, che vogliono evocare con la mente mondi antichi e fiabeschi, lontani e impalpabili, oppure, perché no, medioevi oscuri e inquietanti, per sentire la puzza delle scorregge dei condannati a morte, chiusi a doppia mandata nelle catacombe di qualche castello.

Ecco, la dungeon synth è sicuramente il genere più vicino al metal adatto a chi si riconosce in queste caratteristiche (a parte il metal stesso).

Un genere che sembrerebbe di nicchia, suonato da e per una elite di irrimediabili dissociati mentali, ma che in realtà ha una sterminata produzione underground, tutta facilmente reperibile su Youtube sul valido e ricco canale denominato The Dungeon Synth Archives.

Bosco-Sasseto-

In questo genere, tra gli esponenti di spicco del partito “mondi antichi e fiabeschi” (siamo in estate, i boschi, le colline, la campagna… i castelli tenebrosi pieni di fetore e ragnatele lasciamoli per il grigio inverno) non posso non citare il mio preferito: Fief, dagli Stati Uniti, scoperto qualche tempo fa proprio grazie al ricco e valido canale sopracitato.

Chi sia e cosa faccia davvero nella vita non ci è dato saperlo (per quanto mi riguarda potrebbe essere sia una specie di Burzum misantropo che non esce di casa dal ‘97 e parla con la salsa barbecue anziché con Thor e Odino, sia un rozzo redneck allevatore di polli in batteria con la doppietta sotto al cuscino e la salopette di jeans) ma la sua capacità di accarezzare il synth e con esso prenderci per mano e portarci altrove, in un’altra dimensione, è indubbia.

E ci basta questo, non chiediamo altro.

Il suo lavoro che mi ha sempre colpito di più è il secondo, del 2016, intitolato molto ledzeppelinianamente II.

28 minuti abbondanti di bellezza, mistero, magia, che un utente ha straordinariamente definito l’intro di un album black metal ma per l’intero album”.

Come fate ad ascoltare una Deep Forest Dance e non immaginarvi una bella vergine figlia di contadini che corre fra alti alberi frondosi, rincorsa dal suo spasimante (un biondo dal nome altisonante, figlio del nipote di qualche membro delle alte gerarchie militari) in un’amorosa acchiapparella. Poi, quando lui la raggiunge, gettandovisi sopra e facendola cascare goffamente in un cespuglio, lei si gira, si scopre il collo, fa gli occhioni da cerbiatta (della serie “fa’ di me ciò che vuoi”), e infine, quando la tensione erotica è alle stelle, arrivano gli gnomi a cagare il cazzo, in massa.

Due tirano le trecce di lei (facendola bestemmiare), altri tre prendono il pisello di lui e gli fanno un nodo, cinque si mettono in cima a un albero e iniziano a sputare di sotto, nove prendono un ramo e lo infilano nel retto di un contadino guardone che stava spiando la coppietta nascosto dietro a un tronco.

Insomma, un’ecatombe.

Poi, quando tutti gli umani sono scappati via terrorizzati, gli gnomi si danno il cinque per l’ottima riuscita della missione e, tenendosi per mano, cominciano a danzare (Deep Forest Dance, appunto), sputare e scorreggiare all’unisono.

Così, per festeggiare la vittoria.

gli-gnomi-di-costa-per-i-bambini-malati

Come osate ascoltare una In the Secret Glade of the Shy Dragon e rimanere impassibili, senza pensare ad un timido lucertolone verde che si nasconde dove può dalle insistenti avances della draga di turno.

E lei: “E dai, fammi vedere lo Sterminatore di Pastori là sotto”

E lui: “No, no mi vergogno…” – tutto rosso in faccia.

Così per un quarto d’ora finché lei, stanca e spazientita, va a lamentarsi da Fief in persona: “Oh, trovamene uno meglio la prossima volta!”

E Fief annuisce, divertito, spalmando salsa barbecue su una pannocchia.

(Gabriele Traversa)

3 commenti

  • Avatar di Ameelus

    La scena degli gnomi mi ha fatto spaccare dal ridere, perfetta così.
    Umilmente segnalo, anche se qui sicuramente non ce n’è bisogno, che su bandcamp c’è parecchio materiale tra cui anche il buon Fief per il quale ti ringrazio per la segnalazione, è veramente un mare nel quale perdersi.
    Con ancora più umiltè segnalo l’elvetico Halm per chi volesse farsi un altro giro nel boschetto della (sua) fantasia.

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  • Avatar di Gundalf

    Grazie per la segnalazione adoro i Summoning ed ovviamente mi sono innamorato della musica di Fief in un batter d’occhi.

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  • Avatar di SimonFenix

    Mi sono approcciato a questo genere l’anno scorso e ho recuperato in CD Old Tower e Old Sorcery, più oscuri di Fief. Pochi rilasciano in CD, la maggior parte rilascia solo in cassetta e in digitale su Bandcamp.

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