Il primo disco death metal della storia
Parlare dei Master e di Paul Speckmann (tutti in piedi!) nel contesto del death metal è come, che ne so, parlare di Chaucer o Dante nel contesto letterario. Paul Speckmann era già là, a fare le cose che voi sapete, con i Master e con i Death Strike. Prima di tutti gli altri.
La riprova di ciò è l’album del 1985, riproposto per intero diciotto anni dopo e che non vide la luce a suo tempo, facendo potenzialmente tremare il mondo del metal, a causa di uno scazzo con la Combat. L’etichetta era infatti regina e padrona di molti destini per quanto concerneva la scena di quei gruppi americani che, intorno alla metà degli anni Ottanta, iniziarono ad aumentare il numero dei giri e a suonare più veloci e più violenti di quanto si fosse mai sentito prima.
Alcuni di questi pezzi li potete sentire anche sul primo full ufficiale, intitolato semplicemente Master e uscito cinque anni dopo questo album lasciato nel cassetto. Che ve lo dico a fare: quella fu un’altra pietra miliare del death metal.
Per quanto mi riguarda questo sarebbe definibile tranquillamente come il primo disco death metal della storia, visto che, e qua fatemi polemizzare coi nerd di Metal Archives, non considero Seven Churches un disco di death metal. Ne fu un’influenza senz’altro, ma un disco death metal vero e proprio no, visto che era molto più ancorato ai canovacci del thrash californiano imperante sulle scene underground dell’epoca rispetto a questo mostro deforme e spaventoso firmato Master, che un’etichetta olandese, molto appropriatamente chiamata From Beyond, si prese la briga di stampare su un formato accessibile proprio nel giugno di venti anni fa.
La testimonianza è, come detto sopra, una mostruosità in termini di brutalità e visione di quello che sarebbe stato il futuro della musica estrema. Voci infernali, riff che ti strappano la faccia, chitarre grossolane ma strutture e composizioni tipiche di chi ha già le idee chiarissime e non è disposto a scendere a compromessi, per poi continuare a fare gavetta anche quando gli altri sono già saltati sul tuo carrozzone e ne stanno traendo vantaggi.
In questo documento storico si sente una cattiveria che nessuno aveva ai tempi, escluso magari qualcuno che se ne stava nascosto in una cantina in Svezia, e che proprio in quegli stessi anni avrebbe dato una svolta definitiva ad un altro genere, parallelo a questo e simile per intensità.
Se siete appassionati di archeologia procuratevi dunque questa testimonianza e scolate una Pilsner Urquell in onore del buon Paul, che, trasferitosi ormai in pianta stabile in Cechia, ancora si sbatte in giro per l’Europa e per il mondo con la sua creatura prediletta. (Piero Tola)



…diciamo che per i ragazzini (-per intenderci quelli che all’epoca non c’erano) può non essere seven churches il primo death metal album della storia ma ti assicuro che ti sbagli di grosso perché una voce come quella di jeff becera non si era mai sentita prima di allora e non parliamo poi dei riff di mike torrao che se non erano death metal quelli allora io ero Napoleone.ripeto…per quelli che non hanno vissuto quegli anni molte cose sono viste e sentite diversamente.
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Ciao Napoleone! Mi sa che sei tu quello che si sbaglia di grosso. I riff dei Possessed sono semplici riff thrash ipervitaminizzati, il death metal è proprio altra cosa. Non serve “esserci stati” (anzi, solitamente è un impedimento ad essere obiettivi visto che il tutto è “sporcato” da determinate emozioni) per capirlo, basta avere le orecchie funzionanti, conoscere i generi e sapere le differenze che intercorrono tra un genere (codificato, fatto e finito) e l’altro. Ciao
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Tra questo Master e i Possessed non ci sono grandi differenze
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