Gli ENFORCER tentano di tornare sui propri passi con Nostalgia

Del precedente (e deludente) Zenith si occupò l’arcigno Carrozzi e io sono d’accordo al 100% con la sua sapiente disamina, ovvero che fosse davvero un dischetto da cazzo moscio in cui la banda che aveva relizzato Death by Fire era quasi irriconoscibile, se non col contagocce in un paio di episodi.

A dire il vero gli scricchiolii già si udivano su From Beyond, che però era un disco maturo ma suonato sempre con le palle, alla fine dei giochi. Soprattutto se rapportato appunto a Zenith e in buona parte anche a questo Nostalgia.

Insomma, gli Enforcer ci stanno ancora provando, seppure in misura minore, a fare i maturi e i sensibiloni, però sembrano essere consapevoli che il loro precedente album viene tutt’ora utilizzato dagli urologi di tutto il mondo come infallibile rimedio contro il priapismo.

Mi spiego: quando c’è da spingere lo fanno come nessun altro o quasi, e fino più o meno a Demon, quinta traccia, ci riescono senza intoppi e con genuini bei momenti di scapocciamento spezzacollo. Poi però arriva la parte centrale con quelle quattro canzoni che sembrano farti ripiombare nell’incubo, l’equivalente sonoro della bella figa che alla festa ti fa l’occhiolino tutta la sera e tu ti guardi intorno tipo Lino Banfi con Janet Agren in Ricchi, Ricchissimi, Praticamente in Mutande per verificare che si stia rivolgendo proprio a te, poi quando entri nel vivo scopri che la tipa in questione c’ha, e qua citiamo un’altra immortale scena del cinema nostrano, UN BRACCIO proprio là dove ti aspettavi di trovare qualcos’altro.

Addirittura non capivo se la title track fosse uno scherzo o meno. Cos’è? una cover di My Way di Frank Sinatra forse?

Sarebbe però ingiusto non dare agli Enforcer e a questo Nostalgia i giusti meriti, ovvero che da Metal Supremacia (gran titolo!) riprendono in mano la situazione e chiudono, se non con dei missili, quantomeno con un paio di pezzi abbastanza ispirati.

Alla fine mi pare di avere capito a che gioco giocano i nostri amici: il precedente tentativo era un attacco al mainstream con la speranza di raccattare qualche soldo in più; resisi conto del fallimento, il nostro gruppo di svedesotti in palla con gli anni Ottanta ha deciso di tentare una via più onesta e forse più proficua ancora, ovvero quella di fare gli Europe del periodo Wings of Tomorrow (che però era una bestia di album), il che mi sembra più consono alle loro capacità e più onesto nei confronti di chi li segue dall’inizio e si aspetta sempre che ad un certo punto spingano sull’acceleratore e diano fuoco a tutto, che è poi quello che sanno fare meglio. Mi pare che su quello siamo tutti d’accordo, no?

3 commenti

  • Avatar di Al

    Adesso la recensione dei Devil Driver Grazie

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  • Avatar di weareblind

    Avete ragionissima.

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  • Avatar di mark

    A parte che secondo me quando entrano gli Enforcer negli uffici della casa discografica tutto il personale maschile dell’ufficio si tiene con le spalle al muro, ma ‘sto ritornello “Nostalgia nostalgia” è una delle cose più ridicole e pacchiane mai uscite dalla Svezia. Pure il video, mannaggia alla diocesi, un cattivo gusto degno dei Guns di November Rain.

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