Almanacco gotico Italiano #2: di Sabba, campi stregati e necropoli

Bollettino di informazione sul lato più oscuro delle uscite indipendenti nazionali.
Numero dedicato a tre uscite riconducibili al dark sound italiano. Locuzione affascinante, ma sfuggente. Nessuna scena è realmente esistita, ma è utile comunque, quel gruppo di tre parole, per collegare tante esperienze sotterranee e oscure dal prog dei ’70 al doom di ’80 e ’90. Cogliamo quindi l’occasione per mettere insieme tre ulteriori tasselli collegati a quel mondo di uscite esoteriche: il disco perduto di Fiamma Dallo Spirito e i nuovi lavori di Witchfield e Where the Sun Comes Down.
Con che razza di seduta spiritica i tipi della Black Widow siano riusciti a tirare fuori dalle Tenebre questo disco qua io non lo so e preferisco non saperlo. Sabba è il disco perduto di FIAMMA DALLO SPIRITO, composto e registrato da Federico Bergamini. Dietro il nom de plume di Fiamma pare celarsi tale Vittoria Lo Turco. Bene, i due (Bergamini e Lo Turco) sarebbero tra gli artefici di Tardo Pede in Magiam Versus degli Jacula. Sarebbero, perché la “fonte ufficiale” (Magister dixit. La leggenda di Jacula e Antonius Rex, Tsunami edizioni) quando si tratta di parlare dell’album non li cita per nulla. Ma questo non vuol dire gran che. La voce di U.F.D.E.M. è palesemente quella di questa Fiamma, non quindi di Doris Norton. E l’orchestrina swing di Jacula Valzer, poi... Ad ogni modo, comunque siano andate le cose, a seguito del fallimento di quella storia, con Bartoccetti a mettere in piedi gli Antonius Rex, i due avrebbero registrato nel 1975 con un’orchestra diretta dallo stesso Bergamini questo disco qua. Composto dalle melodie solenni di Fiamma e da pianoforte, organo, clavicembalo, orchestra, poca batteria, poca chitarra (acustica). Senza le chitarracce di Bartoccetti, insomma. Tra l’altro, il tema di Povero Lui, brano presente qui, “assomiglia” ad un giro di chitarra presente in Ralefun. Che strana coincidenza. C’entrerà qualche medium. Comunque, se la musica è sinistra ma leggera, testi e tematiche non lo sono affatto. Un assaggio: “Orge allucinanti di membra contorte unite in danze oscene, violento girotondo di anime urlanti, dominio di Satana”. O prima ancora: “io, vergine e schiava, nuova magica entità, posso nuda, libera e pura, camminare sull’altare del mondo”. Chissà come mai non fu pubblicato. Chissà cos’altro hanno fatto nella vita, i due. Più invischiati ancora dei Sabbath Assembly. Ascolto obbligato. Potreste pure trovare un senso alle ore che avete speso per cercare di trovarne uno nella musica di Bartoccetti.
Sempre la Black Widow ha dato in stampa 3, il terzo (ça va sans dire) album del progetto WITCHFIELD, nato dalla comunione di intenti tra tre personaggi leggendari del dark sound dello stivale. Ovvero i pugliesi fratelli Cardellino, de L’Impero delle Ombre, e l’anconetano Andrea Vianelli, alias Thomas Hand Chaste, vecchio sodale di Stefano Silvestri e Paolo Catena quando si divertivano a suonare mascherati e visitare i cimiteri dell’entroterra marchigiano. Formazione di eccellenza rimasta in sospeso per un po’. Giusto attendersi un album oscuro all’italiana, con la vena più prog dei fratelli Cardellino stemperata da un approccio più diretto e doom in senso stretto. Gran bei riff (Magical Mysterious Trip Thru the Stars), linee vocali settate una spanna sopra alle chitarre, per volume (scuola italiana, non solo doom…) e pronuncia inglese perfezionabile. Ma non stiamo a fare i perfezionisti di fonetica o missaggio, che i riffoni vanno decisamente bene così. E per il resto. Produzione impeccabile. Poi ci sono delle ottime canzoni, soprattutto nella seconda metà del disco, dove Jericho si fa ricordare per quella vena psichedelica e romantica dei Trouble. Per il resto un ascolto fondamentalmente italiano, per cultori del fantomatico dark sound nostrano ma forse non solo per loro.
Piuttosto attivo il sessantaseienne Thomas Hand Chaste. La mitologica Minotauro di Pavia ha appena pubblicato anche il nuovo album dell’altro suo progetto, denominato WHERE THE SUN COMES DOWN. In Necropolis Railway, a parte credo quasi tutte le chitarre (cui contribuisce tale Alexander Scardavian), il Nostro fa tutto il resto da sé. Tutti gli strumenti, il canto, anche la registrazione, presso il suo studio Four Sticks nell’appennino romagnolo. Strano (oppure no), ma Necropolis Railway suona più evoluto rispetto ai Witchfield. A farla semplice, nei WTSCD l’approccio è sì maggiormente DIY, ma anche ibrida e aggiorna il fantomatico italian dark sound con sfumature che definirei a tratti stoner e industriali, come si poteva intendere in certi anni ’90. Esempio, Heaven Side, la migliore del lotto, la più evocativa. Quell’organo monastico che si alterna a rocce sludge eppure marziali. Praticamente immaginate i Neurosis col saio e i sandali francescani. Per me, un brano bellissimo. Sorprendente, in senso assolutamente positivo, è la prestazione vocale del batterista/polistrumentista anconetano. Non è che sia un mostro di bravura, la gioca semplice, ma è assolutamente credibile, sentito. (Lorenzo Centini)