Il disco synthwave dell’anno: MITCH MURDER – Then Again

La sensazione è quella che Mitch Murder, gigante indiscusso della synthwave, si stia muovendo in maniera abbastanza netta fuori dal territorio dell’immaginario pesantemente legato ai manga che lo aveva contraddistinto da più o meno gli inizi delle sua carriera. Lo svedese, al secolo Johan Bengtsson, dopo dieci anni di carriera trova la sua dimensione ideale e sforna il suo capolavoro, intitolato Then Again.

Probabilmente questo coprirà il vuoto lasciato dal deludente Timecop1983, il quale con l’ultimo Faded Touch non ha saputo replicare il fenomenale Night Drive e si è preso una meritata pausa. Noialtri aspettiamo che si scrolli dal torpore e si liberi di Josh Dally, e nel mentre ci godiamo Then Again di Mitch Murder, che è il disco della vera consapevolezza e della celebrazione totale del funk e della fusion in chiave synth, in una sorta di sperimentazione quasi di hancockiana memoria, ma non del filone disco-commerciale di dischi come Feets, Don’t Fail Me Now o Monster, bensì più di roba come il sottovalutatissimo Mr Hands, in cui Herbie Hancock iniziò appunto a sperimentare con i computer. Lasciamo stare che gli sforzi sfociarono poi nel terrificante Future Shock, che è invecchiato quasi subito e malissimo, e risulta oggi praticamente inascoltabile, almeno per il sottoscritto.

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Qua Mitch Murder non sfoggia nient’altro che classe. Classe che lo eleva sopra la mediocrità e il ciarpame di centinaia di altri che stanno saltando sul carrozzone e non propongono nulla di nulla ma che, anzi, cercano di arruffianare la base di appassionati di altri più importanti nomi replicandone le gesta in una versione “dei poveri”, oppure aggiungendo qualche chitarrone e qualche atmosfera horror qua e là per attirare i metallari stufi del gruppo black uguale a quello che copiava quell’altro degli anni Novanta. Niente di tutto ciò. Qua ci sono solo pezzi di una bellezza mozzafiato come la eterea Frost, il funk elettronico e il breakbeat di Body Talk o Island Line e la profondità di Someplace Else, con le sue linee di basso-synth che sentite a un certo volume fanno rimbombare la gabbia toracica: se avete un impianto hi-fi anche mezzo decente godetevela, che merita parecchio.

Questa è musica che parla all’anima e al cervello, e non farete fatica ad associarla a ricordi personali, a particolari stati d’animo, a paesaggi urbani diurni e notturni. Luoghi, facce e momenti che restano indelebili e rivivono grazie ad una nota o ad un suono particolare. Perché di questo è fatta la grande musica: Mitch Murder lo sa e, se conoscete la sua musica, lo sapete anche voi. Solo che stavolta si è superato, e non accade spesso, dopo che si sono toccati i dieci anni di carriera di un artista.

Questo è uno dei dischi dell’anno ed è stato un sollievo scoprire che il filone della synthwave, anche e soprattutto grazie ai maestri che lo hanno originato, ha ancora molto da dire. (Piero Tola)

6 commenti

  • Non lo so, le proprie me due tracce sembravano un po’ il sottofondo musicale di vetusti format televisivi per preadolescenti, tipo l’Art Attack dell’ottimo Muciaccia (“Fatto? Bene, ora incollate gli angoli…”). Comunque al massimo ho pensato a un tutorial per principianti del bricolage. Poi più in là m’è venuta in mente la colonna sonora di un porno anni 80, me pare si intitolasse Penetrator…Vi lascio indovinare di quale film fosse la parodia.
    È un problema mio, però. Me ne rendo conto.

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    • No non è un problema tuo, personalmente nemmeno io capisco cosa ci sia di bello, interessante e formidabile in ‘sta roba qui. E non perché non è metal, il motivo è proprio che forse non amo musicalmente gli anni ’80 (intesi come tastiere sintetizzatori e altri suoni sintetici… Escludendo Devo, Kraftwerk e Tangerine dream che però sono di un altro pianeta) ma, soprattutto, non mi lascia veramente nulla. A sto punto meglio le parodie in 8bit dei Cannibal Corpse, almeno quelle fanno sorridere.

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  • caro Tola, mi cospargo la testa di cenere ma non conoscevo proprio questo Mitch Murder, devo rimediare al più presto. Spero che sia come dici te una valida alternativa al debole comeback di Timecop1983, che cmq con il tempo ho un pochettino rivalutato.

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  • se cercate in cantina o soffitta e ritrovate la collezione di vhs del mondiale superbike, di pornazzi, o di documentari sugli animali feroci della savana, la musica è esattamente uguale.

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  • L’avevo sentito su Bandcamp un po’ di tempo fa. Bello, arrangiato benissimo, interessante anche la copertina, ma bisogna essere predisposti a questo tipo di ascolto.

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  • ci sento troppo funk per i miei gusti, ma comunque godibile. un’altra heading south non so se la scriverà più.

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