Sveglia il Morto #5: speciale SHOCK ROCK

La riesumazione di oggi, cari zombetti (cit.), trattera’ un argomento tanto caro alla maggior parte dei metallari, ovvero l’essere kitsch, sopra le righe o cheesy. Comunque lo vogliate dire, l’essere esagerati o disgustosi è da sempre parte del nostro amato mondo. Qualcuno lo ha definito shock rock in passato o gli ha affibbiato altre definizioni, noi qua non appioppiamo etichette ma vi riproponiamo quattro dischi di quattro band che, a nostro parere, sono indicativi di un’epoca in cui indossare spandex a righe di colori improbabili e completi sadomaso non era un crimine contro l’umanità.

Be_my_slave_4_5BITCH – Be My Slave (1983)

L’immaginario di Betsy Bitch e della sua creatura è fatto di fruste, strap-on, mutande e maschere di pelle, borchie e così via. I Bitch, all’epoca sotto l’ala protettiva di Mr. Brian Slagel, furono anche tra i fortunati contributori della storica “Metal Massacre ”, compilation griffata Metal Blade che fu davvero rivoluzionaria nel modo di intendere il metal in America. Infatti i nostri si cimentavano in uno speed metal sbarazzino dagli accenti punk che parlava di torture e tacchi a spillo conficcati nella carne. Una sorta di Beki Bondage e Vice Squad incattiviti ed in versione S/M che faranno la felicità di pervertiti e masochisti. A costoro basterà sentire Betsy strillare: I got you under my spell! / You´ll never live to tell / If you don´t serve me well / Then you´ll go straight to hell per essere felici, oppure roba come Be My Slave, Leatherbound o Gimme a Kiss, tanto per ribadire l’antifona. Spassosi.

QDs0jmxDEEP THROAT – The Devil in Miss Jones (1982)

Questa sordida band tedesca amava il porno e ogni tipo di pratica sessuale contro natura, come si evince dal loro moniker e dal titolo stesso di questa perla dimenticata degli anni ottanta, ispirato a una delle più celebri pellicole di Gerard Damiano, il regista dello stesso Gola Profonda (per l’appunto Deep Throat). È tutto un fiorire di citazioni colte che i più preparati tra voi sicuramente coglieranno. Il suono e’ quanto di più lo-fi ci si possa aspettare, e riprende un po’ quello che il metal di matrice europea aveva gia’ cominciato a mostrare al mondo, ovvero il sound frenetico di gente come i Raven e in generale della Nwobhm più oltranzista, condito da una produzione quasi completamente priva di bassi e dai suoni asprissimi. Speed metal sparato a mille che vuole dare fastidio a tutti i costi. Iniziate ad ascoltarlo e vi assicuro che non ve ne libererete facilmente.

MVDA4862IMPALER – Rise of the Mutants (1985)

Ci sono solo quattro pezzi, su Rise of the Mutants, ma possono essere eletti a manifesto del cattivo gusto più sfrenato. A partire dall’inno Shock Rock. Personaggi ricoperti di borchie che sputano sangue, gatti a nove code, speed metal senza compromessi e chitarre moleste e ignoranti. Agli Impaler davvero non frega nulla di nulla e ce lo dimostrano in poco meno di dieci minuti che pero passano alla storia dell’immaginario metal di quella decade. Consigliato anche l’ascolto di If We Had Brains… We’d Be Dangerous, il full length che seguì e che, se possibile, è altrettanto ignorante e cattivo, come pure Wake Up Screaming, del 1990. Credo esistano ancora oggi, e immagino siano disgustosi come sempre. O almeno spero.

Piledriver_MIPILEDRIVER – Metal Inquisition (1984)

“We’re the metal inquisition, we sentence you to death <suono di lama che scorre> by guillotine”. Il primo impatto con i Piledriver non si scorda facilmente. Fui infatti fomentato dal grezzume, dal satanismo spicciolo e dalla cattiveria pura della band canadese. Band che infine faceva capo a un uomo solo al comando, il zozzissimo Gordon Kirchin, al secolo “Piledriver”, appunto. Ascoltate questo piccolo capolavoro IRRINUNCIABILE dello speed metal degli anni ottanta e vi renderete conto che la caccia alle streghe era una cosa seria (Witch Hunt), o che la necrofilia è cosa normale (Sodomize the Dead):

…scream, scream, puke, scream…

a few more screams, then a fart…

…and then some more screaming

Per non parlare di messe nere e orge varie (Sex with Satan). Ma anche solo i sette minuti della già citata Witch Hunt valgono da soli l’acquisto e l’ascolto. Malvagità incontaminata che non verrà mai bissata, nemmeno con il successivo Stay Ugly del 1986, disco di thrash molto carino ma lontano anni luce qualitativamente sia dal mefitico esordio che dal salto di qualità nel genere apportato dai vari Reign in Blood, Master of Puppets e compagnia bella. Cambiarono nome alla fine degli anni ottanta e divennero Dogs with Jobs. Vennero poi riformati nei duemila ma con il nome di The Exalted Piledriver, sotto il quale pubblicarono il disco Metal Manifesto nel 2008. (Piero Tola)

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