Regredire mentalmente con il nuovo singolo dei Venom
We blast metal, no hip hop or funk, demons from hell, long haired punks!
Nel romanzo di Ian McEwan intitolato “Bambini nel tempo” (The Child in Time in originale, ricorda qualcosa?) uno dei personaggi principali si chiama Charles Darke: si tratta un ex editore di successo che diviene una sorta di cavallo rampante della politica, che ad un certo punto però comincia a manifestare segni di una regressione psicologica che lo fa tornare adolescente e poi bambino. Per sottrarlo all’attenzione dei media viene portato a vivere in campagna, dove questo signore di mezza età può passare le proprie giornate indisturbato nella sua casa sull’albero, facendo avventure nel bosco, dando la caccia agli insetti e cose del genere.
Temo di stare attraversando una fase abbastanza simile: poco tempo fa è stato il mio compleanno e alla domanda di mia madre su cosa volessi come regalo ho risposto senza alcuna esitazione : “Voglio la felpa dell’AS Roma!”. La mia richiesta è stata accontentata e da allora la indosso in pubblico e con orgoglio nelle occasioni di rilievo (all’ultimo concerto degli Earth per dirne una, c’è anche una foto con Dylan Carlson, Ciccio Russo e il Masticatore che lo testimonia).
Hell bent for mayhem, so full of spunk, black metal gods, long haired punks!
In aggiunta sono vari mesi che non leggo altro che romanzi di Stephen King primo periodo, e probabilmente l’ultima volta che avevo letto qualcosa del maestro del brivido sarà stato nei primissimi anni ’90, pre-adolescenza, un periodo in genere in cui si è particolarmente sensibili all’estetica del terrore e il gusto dell’orrido è particolarmente sviluppato.
Per completare il processo di regressione mi mancava ancora la colonna sonora adeguata, per mia fortuna mi sono venuti in soccorso quei campioni della rozzezza che rispondono al nome di Venom. Il pezzo si chiama Long Haired Punks ed è, appunto, pura regressione in quattro minuti: giro di basso motorheaddone, batteria sparata a tremila e un testo di quelli metal is the message che sembra scritto da un adolescente incazzoso con problemi di socializzazione primaria. In altre parole, l’essenza di quello che ci piace.
Dito medio alzato e un bel vaffanculo alla maestra. Resto in attesa che qualcuno mi inviti ad una festa per il gioco della bottiglia.
Screaming aloud, fucked up and drunk, y’all watch out we’re the long haired punks!


“Parapiglia, scatta il gioco della bottiglia”
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le liriche di cronos sono il sale della vita
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propongo alla ciurma di mettere questa frase come sottotitolo del blog
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lo meriterebbe di sicuro
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non so dove ma ho letto il commento di uno incazzatissimo che delirava riguardo all’incoerenza di cronos che nel testo dice “viva il punk e fanculo il funk” ricordando al mondo intero che il punk viene anche dal funk. la gente che ascolta gli opeth e il djent la riconosci lontano un miglio oh!
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hipsters… hipster everywhere…
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Grande. Mi sono sentito così anch’io. In generale con i Venom ho avuto un ritorno di fiamma per quegli anni di satanismo crasso e caciarone, da adolescenza “tormentata” e stupida e difficile, ma con ancora tante scoperte da fare. Aaah, adoro questi momenti di regressione (questi, non quelli dove tornano le seghe mentali che la vita successiva avrebbe dovuto far schizzare via).
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