Assaggini: AUTOPSY
Certo che la vecchiaia è una brutta bestia, ti sfonda il corpo e l’anima, rendendo fisicamente impossibile fare ciò che fino a poco tempo prima era semplice come respirare. Se suoni death metal la vecchiaia è un problema con cui fare i conti: molti musicisti hanno ormai superato da tempo la soglia dei quaranta e in tanti tra i fan si perdono in scongiuri, preghiere, altarini al demonio e pellegrinaggi al Party San nella speranza che i loro eroi non mollino mai. Della categoria di musicisti di cui sopra fa parte anche il buon Chris Reifert che ha trovato la soluzione perfetta al problema: suonare sì death metal, ma con calma. E funziona, perché nonostante l’impietoso incedere degli anni gli Autopsy continuano a sfornare meritevolissimi lavori in cui mescolano death metal e badilate doom. Ne è la prova Arch Cadaver, anticipazione dell’imminente The Headless Ritual (in uscita il 24 giugno) che possiamo gustarci qui


Una delle poche certezze della vita, grazie Chris.
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Però sarebbe glorioso morire sul palco di infarto dopo un concerto infuocato
\m/
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