ÆTHER REALM ovvero: l’ennesima scusa per parlare di cibo
Il canederlo è sostanzialmente una pallozza di pane, speck, erba cipollina e formaggio. Lo trovate anche in Austria e Germania, dove viene chiamato Knödel, ma in Italia è classificato come ricetta tipica del Trentino Alto Adige. Io ne ho mangiati di ottimi in Sud Tirolo. La sua consistenza non deve essere né troppo morbida, perché rischierebbe di sfaldarsi durante la cottura, né troppo dura, ché risulterebbe assai arduo da digerire, ma deve raggiungere un adeguato livello di spugnosità, mediante l’accorto dosaggio di latte, che solo con la pratica si riesce ad ottenere. Se si va in montagna, per valli e creste, sulla neve, rocce o prati, fidatevi: non c’è niente di più energetico da mangiare. Poi volete mettere la soddisfazione, per la vista e la panza, di ingollarsi una, due, o più pallozze, cucinate in un brodo fumante e grasso? Io preferisco la versione defender, cotta con burro e la salvia, che conferisce al tutto un quid in più di ignoranza che non fa male allo spirito (semmai alle arterie). Tra le altre cose va detto che è una ricetta antichissima: nella cappella di Castel d’Appiano (per inciso nelle zone d’Eppan e Novacella si trovano tra i migliori vini del mondo) vi è addirittura un affresco in stile romanico che raffigura una donna che si ingozza di canederli e che risale, pensate un po’, al XII secolo. Mò, nella mia zona d’origine non ci sono né vette da scalare né piste da sci ma nonostante ciò ci diamo giù pesante in cucina (anche perché il nostro inverno è abbastanza frostbitten e poi ci piace a ‘mmagnà). Alcune succulenti ricette tradizionali infatti sono: il ragù di tracchiulelle, la minestra maritata, le lavanelle coi ceci, il cardone.
Nulla però di lontanamente accostabile a sua maestà il canaderlo. Cosa sto cercando di dire? Cerco di dire che agli occhi di un altoatesino sapere che un campano si diletta nel cucinare canederli a tempo perso, senza essere costretto a rifocillarsi dopo aver affrontato titaniche lotte con cervi reali, aver rincorso agili stambecchi o aver spalato tonnellate di neve nel gelo dell’inverno nordico, potrebbe risultare una bestemmia o quantomeno una panzana. Fidatevi però che la mia versione dei canederli spacca e posso portarvi testimonianze di persone che ancora piangono al solo sentir nominare la sublime mappazza. Ordunque, veniamo a noi. Gli Æther Realm vengono dalla contea di Pitt, North Carolina. Nella contea di Pitt ci sono i monti Appalachi ma non è un luogo noto in particolare per i rigori del suo clima. L’idea che mi sono fatto di questo posto, scartabellando sui siti locali, è che nella contea di Pitt non succede praticamente niente. Si vive bene, i servizi funzionano, le scuole, gli ospedali, i trasporti, le strade, insomma tutto bello e tutto a posto come da noi in Italia. Ci sono tanti giovani, le gente va in giro coi cani e raccoglie le cacche, le classiche case in fila, insomma lo stereotipo dell’America rurale dove, come ebbe a dire il savio Ciccio in non ricordo quale occasione, ognuno di noi, di qualsivoglia estrazione sociale e fede politica, una volta lì ci impiegherebbe due minuti per adattarsi ai criteri base della convivenza comune, nell’ordine: il mio steccato, la mia bandiera, il mio dio, la mia famiglia, il mio barbecue, il mio suv, il mio fucile (ma forse questo andava per primo). Ora, perché dei baldi giovinotti in salute, provenienti dalla ridente contea di Pitt, debbano dedicare il proprio tempo e i propri sforzi nel fare del metallo (death folk melodico per la precisione) di chiara ispirazione nord europea è un mistero.
Gli Æther Realm non sono stati i primi americani a fare questo e non saranno sicuramente gli ultimi. Resta comunque un mistero. Il primo EP si chiamava Odin Will Provide, manifesto di fede dall’inoppugnabile auto evidenza, la cui title track ritorna protagonista in questo ultimo prodotto, One Chosen by the Gods, coi sui ritornelli epici tipo Fear not the blade of knife/ With Odin as your guide/ A false step yields the perfect time to strike/ And Odin will provide. Anche loro, i ragazzoni dal North Carolina, ci tengono a ribadire quale sia la reale provenienza geografica del gruppo tanto che sulla pagina facebook campeggia un vigoroso WE ARE NOT FROM FINLAND che fuga ogni eventuale residuo dubbio. Ma bastavano le foto dei loro faccioni gai e giulivi e dei fan sorridenti (fan sorridenti: puah!) a ribadire il concetto di non essere dei finnici depressi bensì dei baldanzosi ammericani medi che si trastullano con le leggende e la mitologia di un paese molto distante (diciamo di una non ben definita area geografica) che tanto li ispira e fieramente li conduce lungo le aspre e perniciose vie del metallo. Che Odino vegli anche sugli americani -e sui cittadini della contea di Pitt nello specifico- è possibile, insomma lui è un dio nordico e certamente non soggetto ai limiti umani e alle distanze geografiche. Tutto è possibile e non sarò certo io a dire ai cittadini della contea di Pitt in cosa debbano o non debbano credere. In definitiva, amici e compagni, se un campano può cucinare dei canederli tanto buoni perché gli Æther Realm e loro improbabili epigoni non possono suonare bene come un qualsiasi gruppo nord europeo? Non avranno inventato nulla ma in copertina c’è un vichingo e l’esperienza ci insegna che quando c’è un vichingo in copertina (o c’è un bosco con la neve, un lupo e cose del genere) nulla di male può venirci. (Charles)


la copertina l’avrebbe disegnata meglio mio nipote a 9 mesi, però ottima la metafora dei canederli!
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Affresco “romantico” del XII secolo?
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Ovviamente era ‘romanico’ ma il correttore automatico di wordpress non conosce la storia dell’arte
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