Tre miliardari tatuati in crisi di mezza età, ormai del tutto scollegati dal mondo reale, si mettono a nudo con sincerità disarmante. E riconquistano per l’ultima volta quell’autenticità che fu il segreto di un successo diventato maledizione.
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Le ironie su quanto Ulrich suoni male sono stucchevoli. Domandatevi semmai perché, sulle riviste, dominasse le classifiche dei lettori. Sempre al servizio della canzone, è stato un genio proprio in virtù dei suoi limiti. La parola al Belardi.
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Una boiata indifendibile, certo, ma anche il disco più affascinante e vitale pubblicato dai Metallica dopo il black album. Vediamo di contestualizzare.
Continua a leggereA pensarla così è Mick Wall, il giornalista rock inglese autore del recente volume “Metallica: Enter Night – The Biography”, che ha esposto le sue ragioni in un’intervista a Blistering. Io sono un umile appassionato d’arte ma mi fermo a Kandinsky, la roba che è venuta dopo non la capisco.
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