Musica per fare schifo alla gente che non ci piace: HATEBEAK

“Non c’è niente di meglio nella vita che avere trent’anni ed essere single”, disse una volta la mia musa Emily Ratajcosa. Volendo essere pignolo, potrei aggiungere un: “Certo, grazie al cazzo, se sei una della donne più desiderate al mondo e al contempo milionaria”. Se invece sei un maschio eterosessuale, povero, umile esponente della classe media italiana, potresti doverti accontentare di scrollare Tinder sperando di trovare qualcuno di minimamente interessante con cui passare quantomeno una serata divertente.

OH MIO DIO MA STA PARLANDO DI ME.

Eccomi qui. Conobbi Alejandra (nome di fantasia) così: brasiliana se ricordo bene, bell’aspetto, chat coinvolgente, grasse risate, usciamo a mangiare qualcosa? Stasera? Daje, ti passo a prendere alle 8. Ottime premesse.

Sarà capitato anche a voi, amici della classe media, di parlare in chat con qualcuno ed avere una buona impressione, per poi annoiarvi a morte dal vivo. Non so, forse la mia macchina non era abbastanza sudamericana, forse sono più bello in foto, ma Alejandra dal vivo non spiccica una parola anche se incalzata più volte su più argomenti. Noia mortale, situazione imbarazzante.

Dopo un po’ di tentativi prendo le redini: se non sarai tu a farmi divertire, sono capace di farlo da solo. La butto in caciara, inizio a dire cazzate su cazzate, pensando a dire cose stupide che darà in pasto alle sue amiche appena tornata a casa. Alejandra è più coinvolta di prima, ora parla, sta funzionando, valle a capire le donne, ma ormai è troppo tardi: oggi sarò il tuo caso umano, baby.

Arriviamo all’argomento musica. Ci siamo, è il mio campo.

Non ricordo di preciso cosa le feci ascoltare. Sono sicuro che, in mezzo al calderone di cose stupide, ci furono, tra gli altri, Spermswamp, Caninus, Hatebeak. L’artiglieria pesante.

Mi piaceva guardarla negli occhi mentre le spiegavo che ci sono questi tizi che facevano questa musica bellissima chiamata grindcore e però non avevano un cantante e quindi avevano pensato di campionare i versi del loro pappagallo e renderlo il frontman del gruppo, l’hanno anche messo in copertina, vedi? Si chiama Waldo ed è un pappagallo grigio africano. Sai, non suonano dal vivo per non stressarlo, poverino. E poi hanno deciso di fare questo split album con quegli altri tizi che avevano lo stesso problema del cantante e quindi hanno usato il loro pitbull! Indovina come si chiamano? CANINUS! Guarda i titoli, sono tutti riferimenti a canzoni o gruppi famosi, non è superdivertente?

Adoravo guardare l’imbarazzo nei suoi occhi e sapere che, nonostante fingesse interesse, in realtà non vedeva l’ora di farsi portare a casa per scrivere alle amiche dell’ennesimo caso umano.

Questo è il senso primordiale della nostra musica preferita. Fare schifo ed esserne fieri.

Dovremmo sempre prenderci un momento per fare schifo alle persone che non ci piacciono. Ci ricorda di chi siamo, e di che si perde la gente a non essere metallari. Infatti, dopo aver portato Alejandra a casa, non la sentii mai più, mentre gli Hatebeak sono ancora qui, questo album compie vent’anni e io oggi li sto ascoltando. (Alessandro Colombini)

Un commento

  • Avatar di manuelcolombo

    Che figata!

    A volte bisogna fermarsi un attimo e ricordarsi perché facciamo quello che facciamo.

    Mi ricordo una scena di un film dove un tizio dice al ragazzo metallaro che aveva messo su un disco, niente di cattivissimo, era un film, sarà stato una roba di un livello di violenza tra Alice Cooper e i Maiden. Insomma questo tizio gli dice “ma come si fa ad ascoltare questa roba”
    il ragazzino alza gli occhi, lo guarda fiero, l’aria di sfida; risponde “a volume alto, molto alto” e tira su a manetta.

    Non è solo che ci piace il metallo; è che non piace a quegli altri.

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