L’angolo del rock’n’roll: CIVIC, MOTORBIKE, EARLY TOMBS

CIVIC (Melbourne, AUS) – Chrome Dipped

Torniamo con la rubrica meno popolare di Metal Skunk e torniamo a parlare dei Civic, il nuovo album dei quali aspettavo parecchio. Perché i precedenti erano stati delle fucilate. Se siete stati attenti (e non vedo perché avreste dovuto esserlo), li abbiamo incontrati quando ci siamo addentrati nei bassifondi della scena rock’n’roll australiana sulla scia di Amyl & the Sniffers. Band tiratissima e manesca, i Civic, band marziale, per lo meno a giudicare dai dischi precedenti. Chrome Dipped non abbandona del tutto la discendenza dai Radio Birdman, ma le concede uno spazio minore. I Civic oggi (e mi sa non solo loro, in Australia) è come se cercassero di riempire un vuoto lasciato dalle band post/punk albioniche che ormai si sono date al fluo. Ritmi allora più reiterativi, fratturati, chitarre più astratte che rombanti. Ci sono ruggiti, come nel riff del brano che dà il titolo all’album, come nel punk cupo, annoiato e senza speranza di Trick Pony, come negli arrembaggi vecchia scuola di Poison e Fragrant Rice (quasi death rock la seconda). Però il bilancio del disco (forse solo apparentemente) pende in direzione di brani più mesti, più nervosi che maneschi, ed è la fratturazione ritmica ed emotiva di certo post-punk a prevalere. Sia quando si predilige il notturno di Nick Cave (Starting All the Dogs Off), sia anche quando si procede comunque turgidi (The Hogg). Non è esattamente il disco che mi aspettavo e che speravo, ma è un problema solo mio. Perché il disco funziona eccome e potrebbe aprire ai cinque australiani qualche porta in più e l’accesso ad un pubblico più ampio.

MOTORBIKE (Cincinnati, OH) – Kick It Over

Chi invece ha fatto esattamente il disco che volevo io sono i Motorbike, anche se fino a ieri non sapevo nemmeno chi fossero e in realtà non lo so nemmeno oggi. Sono cinque, forse non giovanissimi (per lo meno dalle foto non sembra), ma esistono su per giù da tre anni soltanto e questo è il secondo disco. Il Midwest, e l’Ohio in particolare, di gemme ne hanno sempre regalate (Rocket From the Tombs), ma in Cold Sweat i Motorbike paiono più australiani degli australiani, tra Saints e Radio Birdman, prima che arrivi il fantasma del coccio elettrificato dei 13th Floor Elevators. Subito dopo in Afraid of Guns diventano i Jam con Bruce Springsteen all’armonica a bocca. Psichedelia quasi-baggy in Gears Never Dry. In Quite Nice addirittura ci sono i Meat Puppets che sfidano i Gun Club a duello sotto il sole. Jungle Land rimanda invece direttamente ai tempi in cui il duello era tra Hellacopters e Gluecifer. Ma che volete di più da 29 minuti di rock’n’roll? Forse quel qualcosa che sa di vecchi R.E.M. (epoca Life’s Rich Pageant / Document / Green) e che fa capolino nella conclusiva What Have I Done? Questo disco è una bomba.

EARLY TOMBS (Toronto, ON) – Misery Lights

E visto che ‘Copters e ‘Cifer li abbiamo appena nominati, diciamolo che gli Early Tombs, canadesi e manco giovanissimi pure loro, ti danno proprio quel tipo di calcio in culo. In particolare quel garage più grasso fine ’90, primi ’00. Olio motore e catarro. Tipo i Gluecifer, appunto, tipo i “Demons” (che erano una meraviglia), senza scordare (e non vanno scordati mai) i New Bomb Turks e gli Electric Frankenstein. O, nel loro piccolo, epigoni che all’epoca sbucavano ovunque, pure da noi (Thee STP). Misery Lights è quindi una summa di quella roba là, batteria pestona, chitarre elettrificate parecchio, riff a perdifiato, basso stile fogna otturata e la voce di un camionista cirrotico. Gli Early Tombs non si schiodano da quegli schemi manco un secondo. Non inventano nulla (nessuno lo fa) e nemmeno sono interessati a metterci qualcosa di più personale. Semmai sono interessati a pestare e bere e scatarrare e sudare. E quindi niente, non so se il lettore medio di Metal Skunk mi ha seguito fin qui, tra devianze post-punk e genealogie rock’n’roll. Però, se a qualcuno qua dentro gusta quel rock sboccato e sgraziato figlio dei Motorhead, se a qualcuno non dispiacciono (musicalmente e concettualmente, visivamente è proprio un piano diverso) i Nashville Pussy, ecco, magari questo qualcuno può spararsi gli Early Tombs al volume che crede. (Lorenzo Centini)

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