Gli smartphone saranno vietati al prossimo tour dei GHOST

Ricordo ancora che alle superiori presi quattro a un tema in classe. Era sostanzialmente perfetto nella forma, ma l’argomento erano i telefoni cellulari – discussi nel lontano 1997 o giù di lì – e mi ero azzardato ad affermare che facevano parte del progresso e che avrebbero apportato grandi facilitazioni nella comunicazione fra le persone. È facile ventotto anni dopo ripensarci e dire ma che cazzata mi era uscita”. Oggi, sarà perché sono invecchiato e vorrei che mia figlia ereditasse lo stesso tipo di gioventù e socializzazione di cui ho goduto io, non mi sento affatto così “progressista”. Eppure fu bello sfanculare l’allora professoressa di lettere, ultra politicizzata e sempre piena di bei discorsi sulla democrazia, e rimediare quel bassissimo voto per il solo fatto che non la pensavo come lei.

Credo che sui telefonini non si possa tornare neanche parzialmente indietro, e che si debbano individuare delle soluzioni, o alla peggio delle misure, atte a impedire che le persone si ammalino dietro a codesti dispositivi. Inoltre, penso che ne debba essere limitato l’utilizzo nei contesti in cui recano un disturbo. E questo lo pensa anche Tobias Forge dei Ghost. Maynard Keenan dà di matto da circa cinque anni sull’argomento. Ricorderete il suo metteteli via! a un concerto a Los Angeles, nel febbraio 2024. Non era la prima volta che accadeva, dunque non stiamo a discutere su niente di nuovo.

A maggio i Ghost torneranno in Italia per un concerto che si terrà – stranamente – a Milano, allo Unipol Forum (comunemente detto Forum di Assago), il quattro maggio prossimo. In quest’occasione non sarà possibile utilizzare il telefonino per effettuare fotografie o riprese. Alcuni potrebbero leggerla, data l’effettiva qualità nelle riprese video di certi dispositivi top-di-gamma, come una limitazione all’acquisizione di materiale bootleg destinato poi a canali YouTube o comunque a canali social non ufficiali, da parte delle band (leggasi brand) che attuano il divieto. Insomma, tanto per tornare alla fine degli anni Novanta: un comprensibile sbrocco alla Lars Ulrich.

La realtà è che i telefonini ai concerti rompono altamente il cazzo.

Difficile spiegare alle generazioni di giovani di oggi che devono spalancare occhi e orecchie e semplicemente godersi il momento: i social fanno pienamente parte della loro vita, della loro personalità. Un tempo i cinque minuti di gloria dell’individuo eccentrico o narcisista, o di chi in maniera puramente casuale o meritocratica era finito lì, si chiamavano televisione, o radio; oggi il palcoscenico è la quotidianità e si chiama pagina Instagram o quant’altro. Non credo si tornerà pienamente indietro, ripeto, e non è scopo di questo articolo fare la morale sull’argomento.

Non molto tempo fa sono tornato a un grande concerto – i Rammstein a Campovolo – dopo una vita, e ho trovato l’esperienza radicalmente mutata. Tutti avevano un telefonino alzato a riprendere. A un certo punto ce l’avevo pure io e ho ripreso spezzoni di tre o quattro canzoni non superiori a trenta secondi di durata. Credo di non aver superato quel minutaggio, semplicemente per evitare di rompere il cazzo all’individuo dietro di me, di fatto, perché non stavo più sopportando l’individuo d’innanzi a me. Ottantamila persone di cui sessantamila hanno costantemente uno schermo luminoso in mano sono un incubo a cielo aperto su cui dovremmo mettere un coperchio, come per fermare l’olio che frigge e finisce dappertutto in cucina.

In un’intervista con Audacy il leader della band svedese – un momento, quale band, lì siamo tanto in democrazia quanto con la mia professoressa di lettere nel 1997 – ha dichiarato di leggere questa scelta come un esperimento, e di essersi confrontato con la figlia adolescente per avere un parere. Chiaro, caccia una ventina di musicisti in una quindicina d’anni e poi consulta la figlia sedicenne per prendere una decisione di tale portata, il tutto mentre il manager è insieme a tre troie su un divanetto in una limousine presa in leasing, forte dei proventi derivanti dai Ghost.

Secondo Tobias Forge tutte quelle persone col telefonino danno l’idea di essere profondamente sconnesse, lavoriamo per offrirvi un’esperienza e vogliamo che le persone si godano lo spettacolo in modo intimo, diretto e connesso. Non dico con ciò che i social network siano un fattore del tutto negativo.” Tutto chiaro e giusto, Tobias, adesso però assumi qualche centinaio di steward perché sono sicuro che la gente lì davanti farà altamente il cazzo che gli pare.

Il nuovo album dei Ghost, Skeletà, uscirà il 25 aprile prossimo ed è stato anticipato dal singolo Satanized. Pure un vecchio gruppo di Nodtveidt e Norman dei Dissection si chiamava così: se recuperate il loro The Past is Alive recupererete anche il poco che incisero. (Marco Belardi)

9 commenti

  • Avatar di Old Roger

    Sia sempre Gloria ai Dissection !

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  • Avatar di nxero

    Di solito filmo 2-3 canzoni per concerto filmando con lo smartphone davanti alla faccia, senza rompere i coglioni a nessuno, per quanto possibile. Mi sembra ridicolo vietarli, però come al solito, rimettersi al buon senso del pubblico non porta a nulla… e stendiamo un velo pietoso.
    L’incazzatura di Maynard l’ho visttuta in prima persona, i Ghost non mi piacciono (anche se il primo disco era carino) e quindi non mi interessa ma, almeno, al contrario dei 3 di Frisco hanno avuto il coraggio di incazzarsi senza aver prima fatto i soldi con i video illegali. Credo sia stato un po’ troppo comodo da parte loro gridare alla pirateria quando loro stessi ne hanno usufruito per il famoso “Cliff ‘em all”. Quindi magari Ghost e Tool hanno ragione, i Merdallica manco per il cazzo che ce l’ hanno.

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  • Avatar di Ale

    Da quarantenne (e comunista, fanatico di thrash metal, fotografia di concerti e naturalistica, specifico che sono piemontese e non toscano per non essere accusato di furto di identità) concordo su tutto tranne che sui “giovani d’oggi”, tanti dei più molesti che non posano mai il telefono ai grandi concerti son più vecchi di me, gli stessi che in coda per la birra senti fare discorsi da zio rimbambito su facebook e commenti bavosi su ragazzine scosciate che possono essere loro nipoti.
    Poi ovvio che c’è differenza fra alzare il telefono tre secondi per fare una foto da mandare agli amici come facciamo tutti e tenerlo su per filmare intere canzoni, ma se la gente non la capisce meglio vietarlo del tutto.

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  • Avatar di Lino

    Squisita mossa di marketing di un genio del marketing.

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  • Avatar di Cattivone

    Frequentando poco o quasi per nulla concerti mainstream (anche per standard Metal intendo) soffro solo relativamente la presenza dei cellulari. Come penso tutti mi è capitato di fare qualche foto/video ai concerti, in genere giusto un paio di foto allo stage e a loro, giusto per ricordo anche perché i video poi si sentono sempre di merda e non li riguardo mai. E poi se devo filmare non mi godo il concerto.

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  • dreamlandcreatively9c74b05c8d
    Avatar di dreamlandcreatively9c74b05c8d

    Maynard cagava gia’ il cazzo nel 2006 con sta cosa dei cellulari.

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  • Avatar di Fedayeen

    “Il tutto mentre il manager è insieme a tre troie su un divanetto in una limousine presa in leasing, forte dei proventi derivanti dai Ghost.”

    Mi dispiace amico, ma ormai i soldi per questo genere di cose in ambito artistico musicale non li fa più nessuno, a meno che non si parli di Guy Ouseary e soci.

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  • Alberto Massidda
    Avatar di Alberto Massidda

    Il problema è tecnologico e tecnologica dovrà essere la soluzione, per il semplice fatto che la tecnologia ha il potere di coercire le persone. E la soluzione dovrà necessariamente provenire dal telefonino.
    Me ne vengono in mente un paio , da ingegnere:

    tiriamo su uno schermo trasparente sul palco tra artisti e pubblico. Se guardi con gli occhi non percepisci la differenza, se riprendi col telefono lo schermo fa interferenza con la videocamera (tipo quando riprendi la TV col cellulare e vedi tutte le linee Moiree (https://i.ytimg.com/vi/1X4mxEH6EYo/maxresdefault.jpg).Immagino già la bellezza di vedersi il concerto con un velo trasparente in mezzo…
    Google crea una nuova feature ad Android per cui puoi dichiarare una zona privata “non filmabile”: la cosa può avvenire stampando un QR code da appiccicare sul palco che, se inquadrato, disattiva la fotocamera.Anche qua, immagino già vedersi i concerti con un QR code che capeggia sul palco scenico.

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