È di nuovo panico tra i troll di Vitinia: HAVUKRUUNU – Tavastland

Nel prendere una maglietta dal mucchio nell’armadio è da un po’ che evito quella di Jumalten Aika, perché che ne so io quando si decidono a sganciare un altro capolavoro del genere, e allora quella maglietta vedo di tenerla da conto. Intanto le stagioni passano, e si succedono quelle più calde a quelle più gelide. Ma mettere su certi dischi fa calare un freddo glaciale sempre, anche ad agosto. Passano le stagioni ma, grazie a Satana, ci sono gli Havukruunu, che non sono granché prolifici manco loro: cinque anni ci hanno messo a dare un seguito intero a Uinuos Syömein Sota, quel disco che spingeva il nostro Ciccio ad affrontare armi in pugno i troll della sua Vitinia, responsabili dello scempio dei cassonetti della differenziata. Ma vale lo stesso discorso fatto a suo tempo da Charles a proposito dei Moonsorrow: per fare dischi alla vecchia maniera, e farli bene, ci metti il tempo che ci vuole. Solo, visto che siete vicini di casa o quasi, magari sincronizzatevi e coordinate le uscite, che se mi piombasse ora pure un nuovo disco dei Moonsorrow chi ci capirebbe più nulla. Oddio, ben venga, sempre. Non è che sono uno la copia dell’altro, i due gruppi, ma il sentire pare simile e comunque per entrambi alti, altissimi livelli. A questo giro poi i ‘Kruunu paiono pure un po’ più meditati ed epici, ancora più epici. Quel riff maschio di Kuolematon Laulunhenki. Quei cori vichinghi o sa il cazzo che tribù finnica c’era che invece si scannava coi variaghi o coi loro discendenti. Cori viking, epici e quasi morriconiani. E riff freddi, pieni, ruvidi e assoli heavy che fischiano e scale e fraseggi goduriosi e ritmiche spesso sul velocissimo, sul blast, ma pure certe ritmiche che sono più cadenzate, più guerriere.

Tavastland è ancora una volta un disco esaltante. E sai che novità. Coordinate più o meno quelle, post-bathoriane, con la marzialità degli Immortal. Urla di guerra e cori. Parti acustiche (poche, tranquilli) e pure quasi cosmico-ambientali (ancora meno). L’ascolto è avventuroso, come dovrebbe essere, con il concept che si ritrova. Non parlo un’acca di finlandese, ma su Bandcamp lo raccontano loro, a grandi linee: una ribellione popolare contro la Chiesa di Cristo nel tredicesimo secolo. Storia vera, non finzione. La rivolta della Tavastia contro la Chiesa e anche contro la Svezia, in realtà. Erano aiutati dai russi di Novgorod, i rivoltosi finnici, fino a che i mongoli non li hanno messi fuori gioco. E poi la Seconda Crociata Svedese e i finlandesi finiti sotto il giogo svedese ancora per qualche secolo. Non sarà andata bene a tutti, ma gli svedesi poi hanno portato i Bathory, per cui dai, alla fine avranno pure fatto cose buone. Ma queste elucubrazioni le lasciamo agli storici, beati loro, e ai finlandesi. Beati loro pure che questi dischi glieli produce il vicino di casa, magari. Che altro dirvi, questo disco è un’avventura, una bomba, e dovreste assolutamente ascoltarlo. E i troll di Vitinia e di qualunque altra landa tornino a tremare. (Lorenzo Centini)

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