Nuova linfa vitale per il death metal: VACUOUS – In His Blood

Nella descrizione dell’album In His Blood su Bandcamp, i londinesi Vacuous ci tengono a sottolineare quanto diano importanza alla sperimentazione e ad allargare i confini del death metal, perché in fin dei conti è questo che suonano, anche a costo di prendersi dei rischi. Insomma, vogliono provare a fare qualcosa di diverso. Quindi mi approccio a loro con grande curiosità, essendo a me praticamente sconosciuti. E scopro, con grande sorpresa, che non solo fanno davvero qualcosa di diverso, ma gli riesce pure bene.

Il giovane quintetto inglese, dicevo, suona death metal. Ma, per renderlo più interessante, lo ibrida con vari elementi anche diversissimi tra loro; in certi frangenti potreste trovare echi hardcore cosiddetto “d-beat”, in altri le atmosfere gelide tipiche del black metal, in altri ancora quell’atteggiamento enfatico e solenne di certo post-a-piacere metal. Tutto sta benissimo insieme, e la spontaneità con la quale questi elementi vengono uniti è davvero ammirevole.

Il disco si apre con la traccia omonima, pezzo violento che dura meno di tre minuti, e la successiva Stress Position continua inizialmente sullo stesso andazzo, ma si chiude rallentando con un assolo di chitarra molto fluido, apparecchiando così per la terza traccia, Hunger, dove la band rallenta e abbassa il volume solo per esplodere nel finale, il quale è propedeutico per introdurre la seguente Flesh Parade. Mi fermo qui, altrimenti va a finire che faccio una recensione traccia-per-traccia e rischio che mi venga tolta l’auto aziendale, ma il concetto spero che sia passato: questo è un disco incredibile dall’inizio alla fine.

I ragazzi ci sanno fare eccome, e pur essendo solo al secondo album dimostrano una chiarezza di idee invidiabile. La Relapse ci ha visto sicuramente lungo, quando se li è messi sotto contratto. Insieme ai conterranei Slimelord e, visto che i membri sono quasi gli stessi, ai Cryptic Shift, i Vacuous sono una delle band che sicuramente daranno le più grandi soddisfazioni in ambito death metal negli anni a venire. Ora speriamo che riescano a ritagliarsi un posto di tutto rispetto nella scena estrema odierna. Intanto godiamoci questo magnifico In His Blood e il precedente Dreams of Dysphoria per chi, come me, li avesse appena scoperti. (Luca Venturini)

2 commenti

  • Avatar di Fanta

    Molto bello, accattato stamattina da Transmission. E, notiziona: la Relapse continua a pubblicare CD con il classico jewel case. Non lo fa quasi più nessuno (se non Nuclear Blast in alcuni casi).

    P.s. basta con i cartoni di merda, senza manco il supporto in plastica. Non comprerò più un cazzo con quel formato.

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  • Avatar di leda_666

    Ottima segnalazione !
    Album davvero interessante ! Recupererò sicuramente anche il precedente.

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