Tre ballate folk per rilassarsi pensando alla gnocca

No, questa volta il Sanremetal non c’entra. E non è neanche un tentativo di ricalcare l’articolo sugli Offspring del Masticatore e il suo inimitabile stile. Oggi voglio parlavi di tre brani folk che innanzitutto rilassano, che non fa mai male, soprattutto dopo ore ed ore di Panzer Division Marduk o Symphonies of Sickness sparati ad un volume tale da avere la certezza di far venire un infarto a quella vecchia di merda della vicina, ma oltre a rilassare hanno anche quel certo non so che di erotico che me li fa associare, forse irrazionalmente, forse no, alla gnocca.

Partiamo:

FAUN – Diese Kalte Nacht

Sono veramente un’ottima banda i Faun. Sono proprio una banda: sono tanti e suonano i più disparati strumenti, e tutti molto particolari (ghironda, cornamusa, flauto, arpa celtica, nyckelharpa svedese, bouzouki, riqq, davul, darabouka, la nonna, la zia, la cugina, non c’è cosa più divina ecc ecc). Non c’è bisogno che vi dica il genere che trattano, un po’ perché si capisce dagli strumenti che suonano e un po’ perché credo che molti di voi già li conoscano, visto che, pur non essendo assolutamente metal, sono un vizietto nascosto dei folk metallari (incluso me). Ad esempio ricordo al Fosch Fest del 2016 alcune ragazzine su una panchina fuori dall’area concerti che li stavano ascoltando sparati a palla dal cellulare, alla stessa maniera in cui le bore a Roma ascoltano i neomelodici mentre ciancicano la gomma sull’84. Quindi Bagnatica, almeno su questo, batte Roma per 10 a 0, SAPEVATELO. Chissà che hanno pensato quelle due giovani adepte di Epona di quel ragazzo poco più grande di loro, zozzo lurido e con un colpo di calore in corso, sdraiato sulla panchina affianco coi pantaloncini unti di piadina del giorno prima. Ma andiamo avanti. Partiamo dalle parole: il brano dei Faun in questione si intitola Diese Kalte Nacht, ovvero Questa fredda notte. Nel ritornello dice: Apri, lasciami entrare, il tuo amante è in piedi al chiaro di luna, questa notte è così fredda, quindi apri per me, perché domani sarà troppo tardi. Quindi non so voi ma, doppi sensi sull’aprire e sull’entrare a parte, io già qui avverto una sottile carica erotica. Una sensualità particolare, antica, quasi cavalleresca. La musica poi ha un incedere lento, ipnotico, con ghironda, cornamusa, percussioni e voci femminili che si intrecciano in una specie di solenne orgia. Mettici pure il videoclip ambientato in un castello flebilmente illuminato dalla luna piena, coi nostri musici dentro che cantano e suonano vestiti come dei veri bardi medievali e il dado è tratto. Si sente proprio l’odore di tende di un letto a baldacchino, caviglie di dame scoperte che si nascondono sotto le lenzuola e mani intirizzite di cavalieri che le afferrano. Suggestiva, notturna, fiabesca, sensuale, antica. Ascoltatela, vi supplico.

ENSIFERUM – Tears

Eh già, ci sono pure loro, i miei vichingozzi finlandesi preferiti.  Ma stavolta niente riff vorticosi e galoppate in doppia cassa sulle teste dei nemici di Odino, anche perché andrei molto fuori tema, qui siamo da tutt’altra parte. Posta un po’ a sorpresa come traccia conclusiva dello splendido e roccioso Iron (2004), Tears è una ballata folk dolce, semplice ed elegante, e non c’è nessun vichingo buzzurro con l’elmetto sporco di sterco e la bottiglia d’idromele infilata nel retto a cantarla, bensì una donna, con una bella voce, molto evocativa, accompagnata da flauti, chitarra acustica e tastiera. Siamo molto lontani dalle atmosfere erotico/notturne di Diese kalte nacht, ma anche questo è un brano pregno di sensualità ed erotismo fiabesco. Ad esempio quando, prima del ritornello, dice: “Will you tonight give your promise to me for one day the silence will sleep in your dreams” è impossibile non immaginarsi lo gnomo armato di ascia di Mistero che, finalmente, decide di smetterla di spaventare turisti argentini dietrologi, depone la sua famosa arma e, ignudo, dorme abbracciato alla sua gnoma, ignuda anche lei. Protetti, tranquilli, ristorati dal calore della cavità del loro tronco d’albero preferito nel loro boschetto preferito, si danno i bacetti e si giurano eterno amore. Che bellini!

HÅRGALÅTEN

Non c’è il nome dell’artista qui, è vero, perché Hårgalåten è un famoso brano del folklore svedese ed è stato eseguito da chiunque (addirittura in versione totalmente strumentale dagli In Flames, traccia numero 7 di Lunar Strain) quindi ho pescato nel mucchio quella con la voce femminile che più mi convinceva. Hårgalåten sulla carta non ha niente a che fare con l’erotismo e la gnocca, tutt’altro: è una canzone popolare della fine del ‘700 (anche se la leggenda da cui è tratta ha origini ben più antiche) che parla di quando una volta il diavolo, travestito da suonatore di violino, suonò una melodia sinistra per dei giovani di un villaggio (Hårga, per l’appunto) e questi si misero a danzare senza però riuscire mai a smettere, finché non scomparvero magicamente tutti, suonatore e giovani, al rintocco della campana della chiesa che annunciava l’inizio della messa. Adesso, dov’è la gnocca in tutto questo? Mah, non saprei. Forse perché la danza diabolica dei giovani di Hårga è un’antica parente di un concerto rock satanico pieno di fighe vestite di pelle che ballano e scapocciano come invasate rovesciandoti la birra addosso? Forse perché il rintocco della campana della messa che fa sparire tutti nel nulla può essere vista come una metafora della mamma che ti aspetta a casa e non vuole che fai tardi in giro mentre tu sei al concerto sesso, droga e rock’n roll poc’anzi citato ubriaco come una cucuzza e circondato da metallare svedesi disinibite? Forse perché mi basta sentire una bella melodia folkeggiante accompagnata da una voce femminile flautata e seducente che già mi tira il cazzo? Uhm, forse tutte e tre le cose. (Gabriele Traversa)

3 commenti

  • Avatar di weareblind

    Vi ricordo che la gnocca non è TrVe. Per cortesia. Eh.

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  • Avatar di Davide

    cazzo che pelle d’oca solo a sentire questa versione di hårgalåten. nella mia testa già suonava il violino di Lunar strain e l’attacco del riff di InFlames, la canzone subito.

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  • Avatar di Cattivone

    I Faun li adoro, quella canzone l’ho usata in sacco di volte per far addormentare mia figlia, finché non ho scoperto che si addormentava anche con Emerald Sword.

    Tra l’altro dovrebbero anche venire a suonare in Italia se non sbaglio.

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