The Penguin, ovvero la mamma è sempre la mamma
Luca Venturini: La serie The Penguin, ad essere gentile, non mi è piaciuta. Il protagonista è un mammone piagnucoloso senza rimedio ed è insopportabile. E questo snatura il Pinguino. O meglio, snatura la funzione che ha nella più ampia storia dell’universo di Batman. Non è per una questione filologica verso il mondo dell’uomo pipistrello, di quella chi se ne frega. È che non è più un Cattivo, un villain, come si direbbe in inglese.
Questa cosa del protagonista costruito interamente a partire dal suo passato problematico, ha, sempre ad essere gentile, rotto il cazzo. Per una disamina più professionale sulla questione cercate su internet, c’è un articolo della giornalista Parul Sehgal che spiega meglio l’evoluzione letteraria della questione in relazione ai tempi odierni. Quello che intendo è, amiche e amici di Metal Skunk, che se prendiamo ad esempio l’altra grande storia della genesi di un cattivo di Batman diventata un film di successo in anni recenti, ovvero Joker, vi accorgerete che il passato dei due è molto simile. Il rapporto d’amore e odio con le madri e l’assenza dei padri sono le basi delle relative storie. Ad un certo punto mi fan due palle così, scusate i continui richiami alla lingua francese. Ma in Joker è il contesto sociale a far trasformare il suo protagonista, e quando mai vedete la storia andare indietro nel tempo a scavare nella sua memoria? La si racconta dal presente e finita lì. Che poi, le origini del Joker cambiano a seconda delle ere e di chi le scrive. I più impallinati potranno dire che, invece, il passato del Pinguino è sempre stato lo stesso, e siamo d’accordo. Ma non è che mi devi tediare per mezza serie infarcendola di flashback e, ripeto, imperniandoci sopra l’intera storia.
Il tema della serie dovrebbe essere la scalata al successo, non la cura della sua salute mentale. È pur sempre un Cattivo, non dimentichiamolo, e il Cattivo, nelle storie, non è costruito per essere compatito o psicanalizzato. È costruito per essere odiato. Leggendo un fumetto di Batman avete mai provato pena per il Pinguino, per dire? Norman Bates, il più grande Cattivo con un rapporto complicato con la madre, l’avete mai visto piagnucolare? No. Empatizzate con lui? Voglio sperare non lo facciate sennò è il caso di chiedere un supporto. Quello deve fare il Cattivo nella storia. Fare paura, essere quintessenzialmente malvagio. Non voglio star lì a seguire le puntate come se fossero delle metaforiche sedute di psicoterapia per arrivare, in fondo, a capire cosa c’è dietro ed essere comprensivo. A quel punto vado direttamente alla miglior serie mai scritta e mi guardo I Soprano, scusate.
Insomma, delle prime puntate non salvo niente, se non l’interpretazione di Colin Farrell che rimane sempre eccellente. Inizio a salvare qualcosa nella penultima e infine nell’ultima. L’unica cosa che mi regala un brivido di gioia lungo tutta la serie è l’evoluzione del rapporto tra il protagonista e il suo giovane galoppino. La relazione che intercorre tra di loro finisce in maniera sorprendente e non mi fa rimpiangere il fatto di aver speso 8-9 ore a star lì a guardarla. Purtroppo non è quello il vero finale e gli ultimi 5 minuti della serie sono, non so come altrimenti definirli, patetici.
Cesare Carrozzi: Al contrario di quelle del Joker (e mi riferisco al primo film con Gioacchino Fenice dedicato allo storico nemico ultimo di Batman, non al seguito Joker: Folie à Deux uscito recentemente al cinema, che non ho visto) le origini del Pinguino, almeno così come narrate nella serie televisiva che fa da ponte tra il primo ed il futuro secondo film su Batman di Matt Reeves, non nascono in chissà quale degradato contesto sociale che vede il protagonista come vittima prima ancora che carnefice; certo, il giovane Oswald Cobblepot vive in un quartiere dove ci sono mafia e malavita, la madre frequenta anche un mafiosetto, ma tutto sommato Oz fa una vita relativamente normale, non è una vittima più di qualsiasi altro lì attorno. E allora perché è un mostro? Perché, anche se amato, come gli altri due fratelli, dalla madre, e non patendo mancanze materiali o affettive degne di nota, vuole tutto e tutto solo per sé? In altri termini: cattivi si nasce o si diventa? È colpa della società, cioè delle eccessive pressioni sociali e/o economiche, se ad un certo punto qualcuno diventa un folle, magari lucido ma pur sempre folle, oppure è semplicemente la natura umana che fa il suo corso? Joker e il Pinguino, così come rappresentati ultimamente su schermo, danno risposte diametralmente opposte alla stessa domanda, ad uno di quegli interrogativi vecchi quanto l’uomo che, per quanto posso dire, tali rimarranno fino alla fine dei giorni.

Oz è un personaggio squisitamente, genuinamente ed inesorabilmente cattivo, che ad un certo punto decide di non voler più essere il gregario di una famiglia mafiosa ma di diventare lui il capo, non di una famiglia ma di un’organizzazione criminale trasversale, che finirà per raccogliere tanti fra quelli che nelle altre famiglie sono di second’ordine, gli esclusi. Come farà lo scoprirete se guarderete le otto puntate della serie, cosa che vi consiglio caldamente perché è molto ben scritta e anche molto ben fatta, con un Colin Farrell fantastico nei panni di Oz e un ottimo cast di contorno, scenografie e regia inappuntabili. Pure se non amate i supereroi o il personaggio di Batman in particolare, guardatelo perché alla fine se vi è piaciuto il Joker gli è sovrapponibile: non è un prodotto di supereroi, ne condivide l’universo narrativo sì, diciamo che gli è tangente ma diverso. Se poi vi rompete le palle facilmente o proprio non ne volete sapere nulla di pinguini e pipistrelli che minchia avete letto a fare?


Come si fa a dire che questo Pinguino è stato scritto per essere compatito? E’ uno dei villain più schifosi e cattivi di sempre, come è giusto che sia! Ha ucciso i fratelli, ha fatto incarcerare Sofia ad Arkham, ha ucciso ogni persona che gli poteva dare fastidio, ha intrallazzi politici, ha un rapporto quasi vomitevola con la madre (la scena che la porta nell’attico quando ormai è in stato vegetativo è da pelle d’oca) e ha fatto fuori l’unica persona che sembrava avergli fatto scoprire il suo lato più umano, ovvero Victor…. ,ma di cosa stiamo parlando?
Serie perfetta, per una volta tanto non sono d’accordo con voi!
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Cristo ma non vi siete rotti il cazzo di questa merda di cinecomic?
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Condivido invece l’ultima recensione :)
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Ma Charles, che il Pinguino da giovane lo ha anche conosciuto a Benevento, cosa ne pensa di questa serie?
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Che fa cacare. Meglio l’originale
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ma il Pinguino non viene gettato nelle fogne da bambino perché deforme e viene cresciuto da dei pinguini? E si chiama Pinguino perché ha le mani come le ali dei pinguini? E viaggia su una paperella gigante?
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Eh beh i famosi pinguini che vivono nelle fogne. Ma porcodio…
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Potete mettere il link all’articolo di Parul Sehgal… son curioso
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