R.I.P Roy Haynes [1925 – 2024]
Un artista gigantesco che ci lascia alla veneranda età di novantanove anni. È tutto in questo incipit. Roy Haynes era un mostro sacro con alle spalle ottanta anni di carriera.
Penso che le parole che riassumono meglio l’esistenza di Roy Haynes siano quelle di un altro grande artista, con cui collaborò spesso e volentieri: Pat Metheny, che lo descrive come una sorta di entità senza età che quale che fosse il decennio, la “moda” o lo stile prevalente dell’epoca, vi si adattava senza problemi, come tutte le persone di grande intelligenza. D’altronde non è proprio questa la definizione di “intelligenza”? La versatilità di un artista sempre però impeccabile nel gusto e con un “timing” ai limiti del diabolico. Il classico che penetra nelle manifestazioni delle rivoluzioni musicali lasciando sempre il segno.
“Snapcrackle”, appunto, per via di quel suo stile di esecuzione frenetico e multiforme allo stesso tempo che ha attraversato, come una macchina del tempo, l’era delle grandi orchestre, dove Roy Haynes fa suo quello swing irresistibile e lo porta poi al servizio di tutti i più grandi, da Lester Young e Charlie Parker a Thelonious Monk, facendo da brillantissima controparte ad uno stile pianistico già di per sè percussivo, frenetico, imprevedibile e di grande espressività, passando poi per Pat Metheny e Chick Corea, con cui incise un grandissimo disco di cui parlai già qua e su cui nessuno avrebbe potuto fare di meglio, visto che Corea gravitava a quel tempo su registri acustici classici ma già si intravedeva la rivoluzione elettrica che sarebbe scoppiata di lì a poco, se non nella forma quantomeno nella sostanza della scrittura.
Swing, bebop, hard bop, con la lezione modale e improvvisatoria appresa da Miles e portata avanti con McCoy Tyner e John Coltrane, e persino la svolta “armolodica”, portata da Ornette, non gli fu estranea. Niente era fuori dalla portata di questo grandissimo artista, vissuto per la musica fino all’ultimo dei suoi giorni (era solito festeggiare il compleanno al Blue Note invitando amici e artisti vari a suonare e lo ha fatto fino a poco prima del Covid) e attivo fino a pochi anni fa.
Lassù è arrivato un mostro della musica contemporanea e sono sicuro che ha già trovato qualche altro grande suo pari per improvvisare con la suprema classe che lo contraddistingueva in vita e che rimane immortale sui solchi dei dischi che tanto amiamo. (Piero Tola)


Un grandissimo che ha vissuto una vita lunga e ricca di soddisfazioni e grande musica. Non si puo’ augurare di meglio a nessuno davvero!!
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