I trent’anni di World Demise, il discusso disco ecologista degli Obituary
Michele Romani: World Demise è il disco divisivo per eccellenza degli Obituary, un lavoro di cui ho sentito negli anni pareri diametralmente opposti tra chi l’ha sempre adorato e chi non l’hai mai digerito. Io faccio parte della prima schiera, anche perché fu il loro primo disco che comprai e la mia iniziazione al metallo della morte, e di conseguenza all’epoca non fui in grado di fare dei paragoni con il trittico delle meraviglie precedente. Solo col passare del tempo ho cominciato a capire quali erano i capi d’accusa rivolti al disco in questione, incentrati principalmente sulla mancanza di velocità e ritmiche serrate (che non è mai stata però una prerogativa degli Obituary), l’utilizzo qua e là di campionamenti e ritmiche tribali (Redefine e Kill for Me) e, orrore, non parlare più di corpi in putrefazione e budella fuoriuscenti ma di tematiche ecologiste, cosa non presa benissimo dal deathster tipico dei primi anni ’90. Questi sono dati di fatto e ci possono stare, compresa la produzione made in Morrisound, da alcuni giudicata un po’ troppo laccata per un disco death metal.
Le accuse meno comprensibili sono quelle riguardanti la presunta panterizzazione degli Obituary (??) o le fantomatiche influenze hardcore di cui si è letto da qualche parte, dato che, per quanto mi riguarda, non ne trovo alcun riscontro. Perché alla fine World Demise è un disco che suona Obituary al 100%: il suono di chitarra è quello degli Obituary, la voce di John Tardy è sempre la stessa (qui secondo me nella sua miglior prova in assoluto, sentitevi cosa combina in Final Thoughts) e i brani presenti, a parte pochi casi isolati, sono uno meglio dell’altro, con punte altissime come la clamorosa doppietta iniziale, Paralizyng, Solid State, la stessa Final Thoughts o la già citata e tanto criticata Kill for Me, col suo pazzesco crescendo iniziale. Un disco ancora oggi attualissimo e invecchiato altrettanto bene, una delle ultime grandi prove in studio della band di Tampa.
Luca Venturini: Se lo scopo del metal, soprattutto quello estremo, casomai ne avesse uno, è mettere in musica quanto di peggiore l’umanità riesca a combinare nel mondo e scatenare una reazione in chi ascolta, allora World Demise con me c’è riuscito. Ma non per la musica, per un altro motivo. Tra poco ci arrivo.
Andavo alle elementari quando uscì, quindi ci arrivai quando ormai aveva fatto il suo tempo. Prima di World Demise conoscevo gli Obituary solo di nome. Sapevo solo che erano uno dei nomi più importanti della scena death metal di Tampa. Per tale motivo l’ho ascoltato con moltissimo interesse quando mi fu regalato da un amico. Dopo qualche ascolto però il disco mi annoiò. Bella la produzione, le ritmiche, la voce originale di Tardy (ovviamente). Scoprii ben presto che nella discografia degli Obituary c’era di molto meglio da ascoltare. Purtroppo non reputavo interessante ascoltare un album che per me era troppo lento e nel quale tutti i brani dopo un po’ mi sembravano uguali. Mi pareva un disco con poche idee veramente rilevanti. Tuttavia apprezzavo il fatto di ascoltare un suono diverso, personale, non sparato a velocità supersoniche, e così sono approdato ai tre album che lo precedono, abbandonandolo definitivamente.
Voglio però spendere anche qualche parola per l’artwork, secondo me la vera chicca dell’intero lavoro. Era quanto di più disturbante avessi mai visto. Le immagini di posti inquinati, persone in miseria e, su tutte, quella di un uomo che punta la pistola alla testa di una foca già mezza tramortita mi lasciarono interdetto. Tutte in bianco e nero. Tutte situazioni estremamente miserabili. Totalmente diverso dai lavori di altre band che utilizzavano immagini fumettistiche horror o simboli demoniaci e così via. Questo degli Obituary mostrava scene reali, come a dire: ascoltate il metallo della morte? Ebbene,eccovi la morte, quella vera. È una cosa reale, e noi, specie umana, ne siamo una delle più grandi cause, sia verso noi stessi che verso le altre specie viventi. A distanza di tanti anni, riguardandole, mi fanno sempre lo stesso effetto. E penso che sia quanto di più stramaledettamente death metal sia mai stato concepito.


Discusso un cazzo, sbacca di brutto come Trevor Peres con la maglia dei Jane’s Addictio!
"Mi piace""Mi piace"
Anche per me gran smerigliata e ogni tanto me lo sparo a bomba più che volentieri. Mai capite le critiche per questo disco, fa il suo dovere ovvero rompe il culo, cazzomene di confinarlo in una definizione di genere…
"Mi piace""Mi piace"
Ricordo il mitico articolo di trainspotting su Allen West! Pubblicato qui l’8 maggio 2023.
"Mi piace"Piace a 1 persona
8 maggio 2013, scusate!
"Mi piace"Piace a 1 persona
Ma, penso che al tempo, abbia fatto un po’ storcere il naso ai puristi perché essendo cresciuti come musicisti, con world..hanno curato anche le dinamiche sulle partiture che gli danno quel tiro in più di cui i precedenti dischi difettano un po’…tutto qua
"Mi piace""Mi piace"