DYING FETUS @Phenomenon, Fontaneto d’Agogna (NO) – 01.07.2024
Arrivo al locale un po’ in ritardo e nell’aria c’è già The Boys are Back in Town dei Thin Lizzy, segno che i Dying Fetus stanno entrando sul palco, e difatti, mentre mi stanno scannerizzando il biglietto, sento partire Wrong One to Fuck With. Non c’è molta gente e posso arrivare praticamente sotto il palco. Finisce il primo pezzo e partono subito con Compulsion for Cruelty, dall’ultimo disco. La gente comincia a muoversi, poi a spingersi timidamente, quindi a pogare animalescamente come si conviene: d’altronde loro sul palco si muovono proprio il minimo indispensabile, ma mantengono un tiro pazzesco e si fa fatica a rimanere fermi. Gallagher saluta brevemente il pubblico e subito si riparte con Intentional Manslaughter, con circle pit e teste che scapocciano. Poi pausa. La gente li incita, Williams raccoglie l’incitamento e segue il pubblico con una pedalata sulla doppia cassa. Dopodiché arriva In The Trenches, e se c’è un pezzo che Williams si diverte a suonare è proprio questo, che è anche il mio preferito della serata. Gallagher si lascia andare ad un commento entusiasta quando tra il pubblico si leva un vago odore di erba gatta, per così dire.
L’unica cosa che riesco a pensare è: ma quanto diamine spingono questi tre dal vivo ogni santa volta? Sono delle macchine da guerra, per usare un termine un po’ abusato che però nel loro caso è d’obbligo. Pezzi dal nuovo album e altri classici fino ad arrivare alla conclusione ovviamente con Kill Your Mother / Rape Your Dog. Grazie a tutti, alla prossima. 45 minuti di concerto volati. Un po’ come quando vai in ferie d’estate e non fai in tempo a poggiare il culo in acqua o sul prato o dove cavolo volete voi che è già finito tutto. Deve essere il contrappasso dei momenti di estasi. Per rimanere tali non possono durare tanto.
Quello che mi piace e che mi è sempre piaciuto dei Dying Fetus è che hanno una presenza scenica minimale ma caspita se spaccano. Lasciano fare tutto alla musica e al pubblico. Non tediano la gente con richiami vari e c’mon e wall of death o quello che volete. No. Loro suonano. Il resto viene da solo. Non ho mai visto un loro concerto dove la gente si ammosciasse e ieri sera, in mezzo alle colline novaresi, di lunedì, con un locale così grande e praticamente vuoto, l’ammosciamento era dietro l’angolo. Hanno suonato 45 minuti di devastante death metal e la gente si è divertita come sempre.
Compro una maglietta e faccio per uscire. Il buttafuori mi chiede se voglio il timbro per rientrare, ma a me dei Thy Art is Murder non frega niente e, ringraziandolo, gli dico di no.
Ho fatto un’ora di strada all’andata e un’ora al ritorno per 45 minuti di Dying Fetus. Ne è valsa la pena. (Luca Venturini)


Io quando ho visto i Dying Fetus credevo di non uscirne vivo. Un massacro totale.
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