Addio Akira Toriyama, senza il quale la nostra vita sarebbe molto più grigia

Come molti miei coetanei, ho iniziato a guardare Dragon Ball coi passaggi su Italia 1, nei primissimi anni Duemila, perché prima non l’avevo mai incrociato sulle emittenti private. Dragon Ball segnò anche il mio ingresso nel magico mondo dei manga, ed è quindi a causa di Akira Toriyama che ora ho un armadio praticamente pieno di albi e tankobon.

Non so se qualcuno ora si starà affannando a dire che no, Toriyama non era soltanto Dragon Ball ma era anche questo e quell’altro. Il che non è tecnicamente sbagliato: aveva fatto anche Dr. Slump, di cui si ricorda soprattutto la forma della cacca di Arale, e un’infinita serie di volumetti e collaborazioni, specie con videogiochi di ruolo (Dragon Quest e Chrono Trigger su tutti, che mantenevano il suo classico tratto). Ma Toriyama – se non soltanto – era soprattutto Dragon Ball, secondo manga più venduto di tutti i tempi in Giappone dopo One Piece (che, con tutto l’affetto del mondo per la mujiwara no ichimi, gli è sinceramente imparagonabile).

A dare la gloria eterna a Toriyama sarà dunque Dragon Ball, il manga, quello che inizia con Goku bambino che dà la caccia alle sette sfere e finisce con la genkidama che annienta Majin Bu. Per il resto non si può dire che la mucca non sia stata munta: prima l’abominio di Dragon Ball GT, poi l’insulto definitivo con quella porcheria di Dragon Ball Super, quest’ultimo con il marchio dell’infamia dell’incomprensibile avallo di Toriyama, e come se non bastasse una serie di annunci (o minacce) di nuove serie in preparazione, sempre più al ribasso e sempre più senza vergogna, il cui scopo dovrebbe essere quello di avvicinare le nuove generazioni al manga ma il cui risultato sarà di infangare sempre più il più grande shonen di combattimento mai scritto (al netto delle opinioni personali). L’unica operazione con un senso è stata quella di Dragon Ball Kai, ovvero l’anime di DBZ epurato da tutte quelle scene-riempitivo estranee alla storia originale che da ragazzini ci facevano imprecare tutti i santi del paradiso, quindi niente Goku e Piccolo che prendono la patente, niente saga di Garlic Jr e in generale niente puttanate.

Ci resta però Dragon Ball, e ci resterà per sempre. Soprattutto Dragon Ball Z, che portò la storia a un livello di cui nessuno si sarebbe aspettato agli inizi della prima serie. Quando Goku diventa adulto, e si trova ad affrontare una serie di nemici sempre più potenti e demoniaci, il tratto di Toriyama cambia e l’attenzione alle scene di combattimenti diventa maniacale, regalandoci alcune delle coreografie di combattimento più belle che si possano immaginare. I personaggi di Dragon Ball Z sono talmente riusciti e iconici che, come si diceva, tuttora vengono riciclati in nuove stagioni in cui non c’è nulla di strutturalmente nuovo e il cui unico scopo è riproporre stolidamente quei meccanismi che funzionavano così bene. La saga dei Saiyan, che poi diventa saga di Freezer, e la saga dei cyborg, che poi diventa saga di Cell, sono talmente ben orchestrate che non ci si stuferebbe mai di leggerle. La saga di Majin Bu, nonostante inizi a mostrare un po’ di stanchezza e qualche buco narrativo, rimane comunque splendida.

Con la morte di Toriyama va via un pezzo di me. Sul serio: Dragon Ball è stato e ancora è un elemento così fondamentale del mio quotidiano che sarebbe difficile immaginare la mia vita senza. Non solo per il fatto che è grazie ad esso che mi sono appassionato al mondo dei manga, ma anche solo per gli innumerevoli pupazzetti, oggettini, soprammobili e portachiavi sparsi per casa. Per non parlare del mio costume da C-17 che tengo in cantina o del fatto che il primo personaggio di fantasia che mio figlio ha imparato a riconoscere è stato proprio Goku. Oggi per me parte il recupero completo di Dragon Ball: non è il primo e non sarà l’ultimo. Addio, Akira-san, e salutami re Kaio quando arrivi alla fine del serpentone. (barg)

7 commenti

  • Avatar di Valdrin

    E che dire, dopo Miura anche Toriyama se ne va, ci lascia un retaggio enorme, dragon ball è stato e sempre sarà qualcosa di più di un manga, rip maestro

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  • Avatar di TonyLG

    Ricordo che, quando all’università venivano rinviate le sessioni d’esame al primo pomeriggio, c’era sempre qualcuno che bestemmiava perchè si sarebbe perso Dragonball.

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  • Avatar di Sam

    Grandissima perdita.E lo dico da 48enne che ha incontrato Toriyama con Dragon Ball rigorosamente manga. Per poi riscoprirne il tratto inconfondibile in Dr. Slump e Arale. E poi, nuovamente con gli anime.Un vero peccato e un pezzo di storia che se ne va.
    E confermo che Dragon Ball non è solo un manga. Alcune produzioni recenti sono puro intrattenimento. Ma il manga come forma d’arte è molto sentita in Giappone. Non è una “cosa da bambini” come penseremmo noi occidentali trattandosi di fumetti o “cartoni animati”.
    Riposa in pace, maestro

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  • Avatar di Cattivone

    Bisogna premettere che non sono d’accordo con Trainspotting: il miglior shonen di combattimento resta quello di Ken il Guerriero, anche se lo stile è del tutto inparagonabile Ma poi era davvero uno shonen Ken il Guerriero? Boh.
    Il primo incontro col maestro lo ebbi da piccolo col cartone del Dr. Slump e Arale, poi anni dopo col manga di Dragonball, ce li scambiavamo alle medie e la serie proseguí per anni ancora.
    Il cartone era inguardabile, pieno di filler inutili e col minutaggio allungato all’inverosimile, ricordo intere puntate che nel manga duravano… boh, forse arrivavano a 10 vignette. Non lo seguivo, ma avendo letto il fumetto negli scontri piú lunghi amici spazientiti mi chiedevano cosa sarebbe successo dopo Quando Goku, ferito, era dentro quella camera rigenerativa a riprendersi mentre gli altri le prendevano da Freezer un amico mi chiedeva, ogni giorno, quando avrebbe sviluppato le branchie e si sarebbe unito al combattimento. Me lo chiese tutti i giorni… per un mesetto credo, piú o meno E meno parliamo di GT o di Super meglio è. Credo che la cosa animata che gli è venuta meglio, insieme al Dr. Slump, sono le cutscene animate di Chrono Trigger, epiche a dir poco.
    Peró era impossibile non volergli bene. Il manga del Dr Slump era infarcito di sue apparizioni in cui si lamentava o perculava il suo capo o si lamentava di non riuscire a trovare una moglie… quando la trovó mi sentii come quando un amico sfigatissimo trova finalmente una brava ragazza.
    Insomma, è un giorno un po’ triste.

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