Avere vent’anni: XASTHUR – The Funeral of Being
Esplosa l’anno precedente con il sorprendente Nocturnal Poisoning, l’entità Xasthur, facente capo al solo Malefic, era chiamata a replicare un disco di così solenne bellezza (e notevole successo, è il caso di aggiungere). Se in Europa Xasthur è diventato subito sinonimo di eccellente black metal, straziante, angosciante, portatore di un messaggio di dolore lancinante sia fisico che spirituale, nella sua madrepatria è stato trattato decisamente peggio. Vuoi per l’invidia che nasce immancabilmente per chi ha successo quasi improvvisamente e senza che ci fossero avvisaglie della possibile esplosione di un progetto ricco di talento in precedenza non riconosciuto, se non addirittura snobbato, vuoi perché ad insultare chicchessia ben nascosti dalla tastiera di un anonimo computer sono capaci tutti, Malefic in America è stato (ed è tuttora) considerato un cialtrone da quattro lire. Eppure io continuo a dire che, quando scriveva sul forum della Full Moon (che era luogo di ritrovo di molti artisti specialmente americani ma non solo, oltre che di molti casi umani disperati), Malefic contribuiva con post tutt’altro che stupidi o banali o peggio ancora da esaltato; al contrario, leggere i suoi ragionamenti era sempre interessante, e inoltre rispondeva sempre cortesemente a chi voleva conversare con lui, ovviamente senza insultarlo o percularlo, mi pare chiaro. Era raro – non mi ricordo che mai l’abbia fatto – che replicasse a provocazioni o insulti, lasciava perdere e se ne andava via per un po’, poi ricompariva fino a quando non finiva nuovamente bersaglio da parte dei casi umani disperati di cui sopra. A posteriori, meno male che quel forum collassò abbastanza rapidamente, perché era sconsolante dover prendere atto di quanti idioti ci sono a questo mondo.
Innegabilmente perciò Malefic finì sotto pressione: la necessità di dover dare un seguito a un disco di altissimo livello come Nocturnal Poisoning conservando una credibilità intonsa (avesse scritto qualcosa di più commerciale o peggio sarebbe finito innanzi a un plotone di esecuzione) era di una concretezza impossibile da ignorare. Molti si aspettavano che fallisse, molti speravano che fallisse, per potergli sbattere in faccia che Nocturnal Poisoning gli era venuto fuori così bene per puro caso e ricacciarlo definitivamente nell’oblio da dove non avrebbe mai dovuto emergere. Se ci pensiamo bene, non è che la musica di Xasthur sia strutturalmente complicata e neanche particolarmente innovativa; lo è per le sonorità scelte, perché suoni di chitarra così riverberati e sepolti da spessi strati di caligine come i suoi prima di allora non s’erano mai sentiti, neanche nei casi più estremi delle Black Legions francesi. Black Legions che assieme a Burzum costituiscono la fonte d’ispirazione principale per Malefic, che partendo da loro ci mette molto del suo per comporre un black metal di assoluto livello.
Dicevo della pressione impossibile da ignorare: è a causa di questa, probabilmente, che The Funeral of Being non arrivò a pareggiare Nocturnal Poisoning. L’ansia di avere qualcosa da dimostrare associata al fregarsene altamente delle aspettative dei critici portò a un lavoro provocatorio, quasi irridente, “Faccio un disco come mi pare e me ne sbatto il cazzo di cosa ne penserete”: questo è The Funeral of Being. La scaletta dei brani sembra l’abbia montata un folle: ci sono 11 brani, due dei quali intitolati Intro e nessuno dei due è posto in apertura del disco (sono in terza e settima posizione). Il primo pezzo dell’album è The Awakening to the Unknown Perception of Evil, una strumentale da oltre sette minuti, scelta più unica che rara; altri quattro sono pure strumentali, tutti molto brevi: oltre alle due “intro-non-intro” c’è ovviamente la Outro e poi la part 2 di Blood from the Roots of the Forest la cui part 1 nella scaletta segue la part 2 e non viceversa come si usa fare di solito, altra stranezza. Tyrant of Nightmares appare in due versioni differenti, di cui la seconda non è una bonus track come si potrebbe pensare ma solo una versione più vecchia dello stesso pezzo pubblicata in un promo del 2001 a diffusione pressoché nulla. La presenza di due intro all’interno della scaletta potrebbe far pensare a un’opera suddivisa in capitoli ma non è così: The Funeral of Being in realtà è un classico disco black metal omogeneo che parte dal punto A e arriva al punto B senza cambiare mai strada. Probabilmente non ha avuto voglia di dargli un titolo, tanto sono due frammenti da poco più di un minuto, che bisogno ci sarebbe stato di sbattersi tanto? Senza contare che il black era già tutto un florilegio di brani Untitled, che facevano molto figo, misantropico e sostenuto.
Il problema di The Funeral of Being risiede soprattutto nel fatto che è troppo spezzettato e che tutte queste micro-strumentali non servono praticamente a nulla se non ad abbassare la tensione che i pezzi propriamente detti fomentano. Il suono di chitarre arpeggiato, liquido e riverberatissimo è rimasto tale e quale, è il suo marchio di fabbrica e se lo avesse abbandonato il flop sarebbe stato epico; i suoi riff angoscianti, monotoni e ripetuti in loop spiralici dai quali è apparentemente impossibile uscire ci sono tutti ed in forma smagliante, quindi se vi siete appassionati a Xasthur con Nocturnal Poisoning nemmeno The Funeral of Being vi deluderà. Nondimeno, è un disco provocatorio che, come ho già spiegato, risente dell’ansia da prestazione. I primi ascolti ti rassicurano che Malefic è rimasto lo stesso, e con lui la sua musica, ma col tempo emerge che qualcosa non va, il disco è più “forzato”, come se volesse destrutturare la sua musica, smembrarla, sbriciolarla per ripartire poi con qualcosa di diverso. Questo “qualcosa di diverso” lo potremo ascoltare l’anno seguente, quando oltre ai quattro split con Angra Mayniu, Norrt, Leviathan e Nachtmystium pubblicherà Telepathic with the Deceased prima e To Violate the Oblivious poi, lavori decisamente più complessi e meno frammentati di questo The Funeral of Being, che è solo un disco discreto e nulla più. (Griffar)




Non me ne voglia nessuno ma ho sempre trovato questo progetto una roba imbarazzante e tremendamente sopravvalutata.
Trovo, al contrario, la coeva creatura di Wrest infinitamente superiore. Mi riferisco ai già citati Leviathan ovviamente. Basterebbe confrontare le rispettive ultime produzioni per dire che non c’è mai stata partita. Ieri come oggi.
Scar Sighted è un fottuto capolavoro, tra l’altro.
"Mi piace""Mi piace"
Come scrissi sulla recensione di “Nocturnal Poisoning”, sono molto legato a questo disco e non riesco a capire il perché. Per me il migliore di Xasthur è il mini Suicide in Dark Serenity seguito a pari merito da tutto quanto fatto da Malefic fino a questo disco. Cmq concordo con Griffar la sensazione di avere tutto buttato un po a cazzo. Ma ripeto ci sono affezionato a questo lavoro.
"Mi piace""Mi piace"